Lug 06

Il sindacato dei medici denuncia la drammatica situazione della Asl e del S.Martino.

Giampiero Sulis, segretario aziendale della Cimo-Fesmed, il sindacato dei medici, ha voluto chiarire, in una nota, alcuni aspetti relativi alla situazione dell’ospedale San Martino e della Asl di Oristano.

Nella nostra Asl – si legge nel comunicato di Sulis – sono attivi due Pronto Soccorso, uno a Bosa presso l’Ospedale Mastino e un altro a Oristano al San Martino, mentre a Ghilarza esiste ormai da tempo solamente un Punto di Primo Intervento, affidato peraltro ai medici di una società esterna che si possono occupare solamente di codici minori, anche per l’assenza in quel presidio dei supporti necessari (come laboratorio o radiologia h24 o un reparto di degenza) a dare assistenza verso casi più complessi. Questo servizio è, infatti, al di fuori del sistema dell’emergenza del Sistema sanitario regionale.

Anche a Bosa ci sono indiscutibili difficoltà. Innanzitutto il Pronto Soccorso è gestito prevalentemente nelle 12 ore diurne da medici di una cooperativa (la stessa che gestisce Ghilarza) che si possono occupare solamente di codici minori e non possono accompagnare i trasferimenti dei pazienti, se e quando necessari. I codici maggiori (gialli e rossi) e i trasferimenti vengono gestiti a chiamata dai medici della medicina o dai chirurghi presenti in quell’ospedale; medici in forte carenza di organico, costantemente impegnati nella gestione dei propri pazienti e che spesso lavorano da soli in reparto. Questi medici sono costretti ad abbandonare il loro reparto per precipitarsi in Pronto Soccorso o viceversa sono impegnati in reparto e scendono in Pronto Soccorso appena possono liberarsi, determinando spesso lunghe attese per i pazienti. Da ricordare che il reparto di medicina di Bosa è di norma occupato nei suoi circa 20 posti letto e che attualmente vi lavorano solo 5 medici più il direttore del reparto.

Dal 1° luglio al 31 agosto – si legge ancora nella nota di Sulis – con recentissima delibera i medici a gettone copriranno anche i turni notturni e la notte faranno i codici maggiori, una buona novità per un periodo in cui aumenta il lavoro in Pronto Soccorso nella speranza siano colleghi effettivamente in possesso dei requisiti per poter lavorare in emergenza urgenza, perché come ci risulta il turno diurno è di norma assicurato da colleghi privi di questi requisiti e da qui la necessità di dover richiedere l’intervento dei medici ospedalieri.

Anche a Oristano la situazione è critica in quanto il Pronto Soccorso del San Martino è, in conseguenza dei dati esposti, il riferimento per l’intera provincia e sede di Dea, il dipartimento di urgenza e emergenza che proprio nel Pronto Soccorso ha il suo perno. In Pronto Soccorso sono attualmente impegnati 7 medici, di cui 2 solitamente esentati dai turni notturni, più i medici della stessa società privata che li fornisce a Bosa e Ghilarza. Questi ultimi, anche qui come negli altri due presidi, in mancanza dei requisiti specifici, si occupano solamente di codici minori (bianchi e verdi) mentre le colleghe regolarmente assunte si occupano dei casi più complessi.

Anche a Oristano come detto per Bosa con recente delibera i colleghi a gettone dovrebbero ricoprire l’ambulatorio dei codici maggiori per 4 turni di 12 ore a settimana, ma per ora non si è ancora visto nessuno. Tant’è che in alcuni periodi, e per determinate situazioni, le turnazioni sono ben più ravvicinate e pesanti, come ad esempio questa settimana dove sono in 4 in servizio e solamente in 3 a coprire i turni notturni, con un carico di lavoro e di responsabilità ovviamente molto pesante!

La situazione descritta nell’articolo pubblicato da Linkoristano dal titolo: “Un’altra serata da girone infernale negli ambulatori del Pronto Soccorso di Oristano”, descrive i disagi sopportati dai pazienti per le lunghe attese e per quella mancanza di risposte immediate che si vorrebbero avere dal pronto soccorso. Oggi però si deve fare i conti con un afflusso di pazienti sempre maggiore verso i nostri ospedali e in particolare verso il Pronto Soccorso del San Martino, legato a tante problematiche, non ultimo la difficoltà ad accedere alle cure a livello territoriale come spesso denunciato dai sindacati di categoria.

Ed ecco, quindi, spiegata una delle maggiori difficoltà, cioè il numero sempre maggiore di pazienti che si recano al Pronto Soccorso per patologie in realtà croniche o comunque non acute ma che non hanno o non trovano le risposte che vorrebbero nel territorio, anche per la mancanza di specialisti, che in alcuni casi si trovano solo in ospedale o nel privato a pagamento, ma solo per chi può permetterselo.

A questa situazione va poi aggiunta la carenza di medici della medicina sia a Bosa, come già ricordato, ma anche e soprattutto a Oristano, che è l’unico reparto per acuti della Asl, e dove attualmente vi è un organico di soli 7 medici di cui 2 in attesa di trasferimento (uno lascerà entro agosto) e il facente funzioni di direttore, che di norma non fa turni notturni.

Una situazione che ha portato a una rimodulazione dei posti letto, che attualmente dovrebbero essere meno di 40, ovviamente compatibilmente con le patologie presenti e con la spesso remota possibilità di trasferimenti presso altri nosocomi, in situazioni spesso non troppo differenti dal nostro.

In questo contesto – prosegue il comunicato di Sulis – si sottolinea come i colleghi della medicina a tutt’oggi non sanno ancora se potranno godere, come previsto da contratto, dei 15 giorni di ferie estive. Tutto questo per sottolineare gli sforzi che costantemente tutti gli operatori dei presidi di questa Asl compiono per poter garantire il funzionamento dei servizi, del Pronto Soccorso e della Medicina, ma anche degli altri reparti.

Vanno comunque ricordati gli sforzi che la direzione e tutti i sindacati stanno portando avanti da un punto di vista dei regolamenti, con i tanto attesi incarichi professionali che potranno dare una migliore qualificazione dei medici ospedalieri che attendono dal 2016 l’applicazione di una norma contrattuale che dovrebbe essere legge.  Cosi come la costante ricerca da parte della dirigenza aziendale del personale con i bandi per i posti scoperti e per l’assegnazione dei dirigenti di struttura ove mancano.

Non va infine taciuta la mancata corresponsione delle risorse Rar (Risorse aggiuntive regionali), i cui pagamenti sono fermi al primo trimestre del 2022, perchè pare che quelli dei periodi successivi non siano ancora stati autorizzati dalla Regione, ma che sicuramente, a fronte di tante promesse, non generano certo la spinta necessaria, né grande entusiasmo nell’affrontare il lavoro quotidiano da parte di un personale che viene da anni di surplus lavorativo con centinaia di ore lavorate da recuperare (senza che si capisca quando) e decine di giorni di ferie arretrate.

E tutto questo – conclude Giampiero Sulis – spesso sacrificando le proprie esigenze e riducendo la propria vita privata. Al momento, inoltre, aspettiamo anche gli incrementi promessi per l’attività svolta in prestazione aggiuntiva, indispensabile a garantire i servizi, specie in emergenza-urgenza.

Prevenire gravi patologie nelle persone, che hanno lavorato a contatto con l’amianto. La Asl di Oristano ha fatto da apripista in Sardegna per un progetto assolutamente innovativo a livello mondiale. L’azienda sanitaria locale è stata la prima a sottoporre una cinquantina di soggetti residenti nel territorio ad una serie di test per individuare marcatori precoci, ovvero sentinelle di malattie, che potrebbero compromettere di molto la qualità della vita di queste persone e, in alcuni casi, provocarne anche il decesso. Il progetto Arrdia (Asbestos Related Respiratory Diseases in Industrial Areas), su scala regionale, proposto dal direttore della struttura complessa di chirurgia torarica dell’Arnas Brotzu di Cagliari Roberto Cherchi e finanziato con fondi europei gestiti dal settore sanità dell’assessorato regionale alla programmazione, grazie alla legge regionale 7/2007 “Promozione della Ricerca Scientifica e dell’Innovazione Tecnologica in Sardegna”, è partito dal territorio dell’oristanese grazie alla disponibilità dei vertici della Asl cinque, supportati dall’Associazione regionale ex esposti amianto (Area), presieduta da Giampaolo Lilliu. Iniziativa, che ha anche il sostegno della cattedra di Medicina del Lavoro dell’Università degli Studi di Cagliari, il CRS4 e la Fondazione “Centro Servizi alla Persona” di Villamar.I primi risultati dei testi si conosceranno entro i mesi di settembre e ottobre. “La prevenzione è fondamentale per i nostri lavoratori, entrati a contatto con questo materiale assolutamente pericoloso e nocivo e ringraziamo la Asl oristanese per la preziosa collaborazione e il fondamentale supporto”, ha esordito Giampaolo Lilliu. Lo ha seguito il direttore generale della Asl di Oristano Angelo Maria Serusi: “Un progetto sperimentale, che abbiamo subito sposato e messo in opera. Il fine ultimo rimane sempre la tutela della salute di tutti i nostri cittadini”. “I soggetti che hanno lavorato a contatto con l’amianto sono spaventati ed angosciati, perché si ritrovano ad affrontare un nemico silenzioso e subdolo, un problema mondiale molto importante e ancora sottovalutato – ha spiegato Cherchi -. Ad esserne interessati non sono solo gli operai, ma anche i loro familiari, come le mogli che pulivano gli indumenti dei propri mariti, contaminati dall’amianto. Per questo abbiamo sottoposto anche alcuni familiari a questi test di verifica”. Prelievi ed esami orientati a individuare dei marcatori precoci, ovvero degli indicatori di tre gravi patologie, sviluppate dall’inalazione di “Absestos”, piccole fibre di amianto. “A distanza anche di oltre trent’anni questo pericoloso contatto può sviluppare nell’organismo il tumore al polmone, la forma di tumore che provoca più decessi nel mondo. O il tumore alla pleura, la forma di tumore meno curabile e l’interstiziopatia polmonare absestosica, che causa difficoltà nella respirazione e rischia di condizionare in peggio la vita di chi subisce questo tipo di danno” ha aggiunto Cherchi. Da qui il progetto di sorveglianza sanitaria per i lavoratori ex-esposti amianto e i loro congiunti. I prelievi sono stati effettuati in alcuni locali al primo piano dell’ospedale di Oristano, messi, appunto, a disposizione dalla direzione dell’azienda sanitaria numero cinque. “Abbiamo cercato questi marcatori precoci non solo nel sangue, ma anche nel respiro, composto da gas e vapore acqueo con una nuova apparecchiatura abbiamo raccolto le parti acquose del respiro ed ora vogliamo capire se nel sangue e nel respiro si trovi lo stesso tipo di molecole”. Una sperimentazione, che rappresenta una novità a livello mondiale e che verrà replicata nel centro di ricerca sul cancro più importante dell’India, il Tata Memorial Hospital, in collaborazione con l’Università di Cagliari e la professoressa Sara de Matteis. Proprio per questo un medico indiano è a Cagliari per un dottorato. “In considerazione del grave stato di angoscia degli ex-esposti all’amianto studieremo anche il livello di benessere e seguiremo questi volontari, che si sono sottoposti ai test, per tre anni. Conosceremo i primi risultati a cavallo fra i prossimi mesi di settembre e ottobre – dice ancora Roberto Cherchi -. Proprio la Asl di Oristano ha iniziato questa innovativa sperimentazione nell’isola. La collaborazione dell’azienda sanitaria nelle persone del direttore generale e del direttore sanitario Angelo Maria Serusi e Antonio Maria Pinna è stata fondamentale, così come il lavoro di Giampaolo Lilliu anche per il reclutamento dei volontari per i test, rilevare marcatori specifici ci consentirà di individuare precocemente le malattie. Mentre ora su 100 pazienti, ben 80 non sono trattabili chirurgicamente. Noi vogliamo invertire la tendenza”. Il presidente di Area, Giampaolo Lilliu, è molto soddisfatto di questo progetto: “Per la prima volta siamo riusciti a coinvolgere anche i familiari in questo processo di sorveglianza sanitaria. Sono state 48 persone a sottoporsi ai test in locali confortevoli messi a disposizione dalla Asl. La collaborazione fra azienda sanitaria e la nostra associazione si è rivelata vincente per vincere una scommessa importante, quella della prevenzione per i nostri ex-esposti”. “La nostra collaborazione con l’associazione degli ex-esposti amianto continuerà – hanno assicurato il direttore generale della Asl Angelo Maria Serusi e il direttore sanitario Antonio Maria Pinna -. Conoscere i soggetti potenzialmente a rischio di contrarre queste gravi patologie nel nostro territorio ci consentirà di intervenire tempestivamente con le nostre strutture e i nostri professionisti per garantire a questi cittadini una buona qualità di vita”.

Due mesi ricchi di appuntamenti per accompagnare l’estate 2023. Il “Torre Grande Summer 2023” svela il programma definitivo con un’offerta ricca di eventi dal vivo, tra comicità, mostre mercato, festival, street food, sport ed eventi motoristici. Si parte il 7 luglio con la mostra mercato e si chiude a metà settembre con un raduno di auto d’epoca.Grazie alla collaborazione tra il Centro Commerciale Naturale di Torre Grande e il Comune di Oristano, quella dell’Associazione Eleonora rappresentata da Milena Carta, On Stage di Roberto Serra, Applausi Spettacoli e Marina Desogus, Torre Grande si fa trovare pronta con l’appuntamento estivo. Il programma di eventi per animare e promuovere Torre Grande, garantendo spettacolo e intrattenimento è stata sostenuto dalla Giunta comunale di Oristano, su proposta degli assessorati al Turismo, alle Attività produttive e all’Ambiente, per offrire al popolo dei vacanzieri una estate di svago e divertimento.

Il programma

• Dal 7 luglio al 30 agosto – Mostra Mercato (creativi, artigiani, prodotti enogastronomici e florovivaistici)
• Sabato 8 luglio – Decima edizione di Patrick & Friends, serata musicale di beneficenza organizzata dal chitarrista oristanese Patrick Abbate, quest’anno dedicata all’imprenditore oristanese Mattia Sanna, scomparso lo scorso gennaio. La raccolta fondi sarà destinata al reparto pediatrico dell’ospedale “San Martino” di Oristano. Tanti gli ospiti presenti sul palco. Tra gli artisti ci sarà Gilby Clarke dei Guns N’ Roses.
• Venerdì 14 luglio – Signora Agnese serata comica – Spettacolo di Cabaret
• Sabato 15 luglio – Billy Boys
• Venerdì 21 luglio – Seven Band con i grandi successi italiani e stranieri da ballare e cantare
• Sabato 22 luglio – Festajolos – Ballo sardo di Massimo Pitzalis
• Domenica 23 luglio – Saggio di Danza by Ilaria Fadda
• Venerdì 28 luglio – Deamistade
• Sabato 29 luglio – Ultrasound
• Dal 4 al 6 agosto Sardinia Beer Fest
• Domenica 6 agosto – Sardegna Motor Bikers, Motoraduno organizzato dal Motoclub Ichnos Bikers
• Giovedi 10 agosto – Santina Raschiotti & Paolo Vanacore in “Equivoci”
• Dall’10 al 15 agosto – Street Food Festival
• Dall’18 al 20 agosto – La Torre in Festa
• Sabato 19 agosto -Radio Star
• Dal 24 al 27 agosto – La Festa del Gusto
• Dall’1 al 3 settembre – Power of Sport, evento di sport integrato organizzato da Sea Scout in collaborazione con la FISDIR (Federazione Italiana sport paralimpici intellettivo-relazionali) per promuovere la pratica sportiva come cultura dell’integrazione e della solidarietà.
• Domenica 10 settembre – Autoraduno
• Domenica 17 settembre – Auto d’Epoca.

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