Feb 03

Regionali: le proposte di Alessandra Todde sulle fonti energetiche rinnovabili.

“La Sardegna è sotto attacco! Nel 2023, il Governo Meloni ha annunciato un piano che prevede di aumentare di ben 12 volte la quota di energia rinnovabile producibile in Sardegna.

Questa irresponsabile decisione apre le porte a una speculazione senza precedenti nel settore delle energie rinnovabili. Una mossa che, anziché sostenere la nostra terra e la sua gente, minaccia di trasformarla nel terreno di gioco di pochi speculatori, senza creare posti di lavoro per i sardi e senza incidere significativamente sul costo delle bollette”.

E’ quanto ha ribadito sulla sua pagina Facebook, la candidata alla presidenza della Regione per il “campo largo” del Centrosinistra, Alessandra Todde.

“Ci opporremo con tutte le nostre forze – ha sostenuto Todde – allo sfruttamento indiscriminato del nostro territorio e delle nostre risorse naturali, e non lasceremo spazio agli interessi delle grandi corporazioni, che ignorano le necessità e la volontà della comunità locale.

La mancanza di una strategia che garantisca una vera sostenibilità e inclusione economica, ci pone di fronte a un futuro di incertezza e sfruttamento del nostro territorio.

La nostra proposta per la Sardegna parte dalla profonda convinzione che le fonti energetiche rinnovabili sono beni comuni, il cui utilizzo deve avere un beneficio diretto o indiretto per la collettività, e che sia un beneficio rilevante, non trascurabile.

Serve fare uscire i sardi dallo stato di svantaggio nel settore energetico, prodotto dalla condizione di insularità e sopportato troppo a lungo da cittadini e imprese sarde.

Ecco cosa proponiamo per costruire un futuro energetico che sia veramente sostenibile e che vada a beneficio di tutti i sardi:

– Negoziazione equa: lavoriamo per stabilire una quota di rinnovabili che rispetti la vocazione e la sostenibilità del nostro territorio, evitando lo sfruttamento speculativo.

– Mappa delle aree idonee: è urgente definire con chiarezza dove e come possano essere installati gli impianti per la produzione da fonti rinnovabili e dove ciò non deve assolutamente essere fatto, proteggendo il paesaggio e l’ambiente sardi.

– Metano solo come fonte di transizione: finché non sarà completato il passaggio verso il 100% di produzione dell’energia da fonti rinnovabili, sarà necessario utilizzare il metano, ma sarà indispensabile controllare bene il costo a cui lo acquisteremo ed essere consapevoli che dal 2050 non sarà più consentito utilizzare il metano come fonte di energia.

– Azienda energetica regionale: promuoviamo la creazione di una società energetica regionale che, come previsto dall’articolo 4 dello Statuto Autonomo della Sardegna, ci permetta di produrre e gestire in autonomia l’energia elettrica, con un occhio di riguardo verso il sole, il vento e il mare, le vere ricchezze della nostra terra.

– No al deposito di scorie nucleari: riaffermiamo il nostro impegno a combattere contro ogni tentativo di considerare la Sardegna un luogo idoneo per il deposito di scorie nucleari. Difendiamo la salute e la sicurezza delle nostre comunità.

La Sardegna – ha concluso Alessandra Todde – non può e non deve diventare la vittima di politiche energetiche che privilegiano il profitto degli speculatori a discapito del benessere dei suoi abitanti e della salvaguardia del suo territorio”.

1 comment

    • Salvatore Manca on 27 febbraio 2024 at 8:29
    • Rispondi

    Dott.ssa Todde, innanzitutto i miei auguri per un proficuo lavoro in favore dei Sardi.
    Le chiedo da ex sindaco, ritiene che una pala eolica di 200 metri possa trovare collaborazione nel paesaggio senza che questo ne venga rovinato?
    La invito, modestamente,a valutare la possibilità di approvare una norma regionale di recepimento della direttiva UE sulle rinnovabili stabilendo con essa di ammettere solo il fotovoltaico sui tetti degli edifici civili, agricoli e industriali e eliminando i limiti di megawatt alle comunità energetiche.
    Con questa norma organica la competenza su tutti i progetti di rinnovabili ritornerebbero in capo alle Regione.
    Valuti, il progetto di realizzazione della diga di Samugheo, la quale darebbe l’acqua per i campi di 40 paesi, trasformando l’agricoltura e l’allevamento da estensiva a intensiva, e magari progettandola come diga idroelettrica e pensando al fotovoltaico sulla sua superficie.
    Attendo una Sua cortese risposta.
    Tantissimi Auguri ancora

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