Nov 17

Anche nell’Isola forte incremento dei contagi (130). A Oristano classe primaria in quarantena.

Mentre nel Paese i contagi hanno superato, nelle 24 ore, i diecimila casi (cosa che non succedeva dal mese di maggio), anche  in Sardegna c’è stato un incremento significativo, visto che i nuovi casi sono oggi 130, sulla base di 2.555 persone testate.

Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 9.247 test.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 10 (uno in più rispetto a ieri). I pazienti ricoverati in area medica sono 43 (uno in meno rispetto a ieri), mentre sono 1.942 i casi di isolamento domiciliare (86 in più rispetto a ieri).

Si registrano anche 2 decessi: una donna di 86 anni e un uomo di 89, residenti entrambi nella provincia di Oristano.

A Oristano città oggi sono stati rilevati 8 nuovi casi di positività e una guarigione.

Si registra anche una classe in quarantena nella scuola primaria del Sacro Cuore.

Per effetto degli ultimi aggiornamenti, i casi di positività accertati sinora in città sono 1.363, i pazienti guariti 1.284, quelli pazienti attualmente positivi 47, e i decessi 28.

L’assessorato all’Ambiente del Comune di Oristano, in collaborazione con la ditta Formula Ambiente e il Ceas Aristanis, sta conducendo un’intensa attività di educazione ambientale nelle scuole primarie della città. Con il progetto “Dove va a finire” si realizza un percorso educativo destinato, in modo particolare, alle giovani generazioni.In questi giorni, il responsabile del Ceas, Antonio Ricciu, sta svolgendo attività nell’istituto comprensivo 2, scuola primaria di Via Bellini, dove ha coinvolto cinque classi, con l’ausilio importante degli insegnanti. “I bambini, quando sono informati e formati adeguatamente, possono contribuire in modo significativo alla diffusione di buone pratiche sul corretto conferimento dei rifiuti – dichiara l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Licheri, che ha partecipato ad una delle attività in programma -. Continueremo a puntare su questi incontri nelle scuole, convinti che le buone pratiche si debbano imparare fin dai primi anni di età”. La strategia comunicativa attorno alla quale ruota l’intero percorso si avvale della metodologia “learning by doing” (imparare facendo), la quale, grazie alla messa in atto di attività laboratoriali di natura teorico-pratica, garantisce la trasmissione della conoscenza (competenze) in una cornice ludica e ricreativa di gruppo. “La tecnica del riciclo creativo rappresenta l’approccio più indicato per stimolare la creatività dei ragazzi e renderli protagonisti attivi. Allo stesso tempo, funge da stimolo per migliorare la capacità di problem solving – osserva Antonio Ricciu, responsabile del Ceas Aristanis -. L’insegnamento che s’intende trasmettere ai bambini vuole essere complementare a tutte le informazioni (campagne di sensibilizzazione, comunicazione proveniente dalla scuola e/o da enti istituzionali) di cui essi sono già destinatari diretti o indiretti”. Il percorso prevede la creazione di materiale informativo, da collocare presso gli spazi abitualmente frequentati dai giovani, come gli androni dell’istituto scolastico. “Siamo felici e onorati di partecipare a questo progetto – dichiara la Dirigente Tiziana Laconi -. I bambini sono molto partecipativi e hanno recepito l’esperienza profondamente educativa. Sono certa che avrà per loro una ricaduta importante”. L’attività per ogni classe prevede incontri conoscitivi-teorici, con una panoramica generale sul tema. A seguire, la fase teorico-pratica, con didattica laboratoriale e la creazione dei cartelloni che istruiscono sul corretto conferimento dei rifiuti. In chiusura, gli incontri di verifica sulle competenze acquisite, tramite attività ludico-ricreative.

Il Centro servizi interculturali Fairuz, in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Unla di Oristano, ha organizzato la rassegna cinematografica “A giusta distanza”, cinema degli spazi contemporanei, presso l’Unla, in via Carpaccio 9, a Oristano. Con la comparsa del Covid-19 l’umanità è stata chiamata ad affrontare una crisi globale che si riflette nella quotidianità, imponendo cambiamenti di abitudini, riscoperta di limiti e confini, socialità ristretta, o meglio condizionata. Abbiamo condiviso l’esperienza di vivere per giorni nel perimetro delle nostre case, in una nuova dimensione intersoggettiva del tempo e dello spazio. Ci siamo interrogati sulle conseguenze della pandemia, dell’isolamento sociale, sulla riconfigurazione delle distanze. Sembra che la distanza sia diventata la misura in grado di definirci, il segno di una necessità improrogabile. La distanza è differenza, distacco, disparità sociale; è la lunghezza del percorso fra due luoghi, è lo spazio e il tempo fra due cose o persone. Lo spazio e il tempo fungono da modulatori delle distanze attraverso la ridefinizione continua dei concetti di lontananza e vicinanza. La vicinanza o distanza in senso temporale può riferirsi alla frequenza dei contatti relazionali tra le persone, la loro durata quindi la quantificazione temporale della distanza degli eventi. La vicinanza o distanza in senso emotivo riguarda il “colore” della relazione, tutto ciò che ha a che fare con il sentire emozionale che varia di intensità, qualità, quantità. La nuova dimensione relazionale, fatta di volti parzialmente coperti da una mascherina e distanze di sicurezza come misura di protezione e di difesa, impone un ripensamento della prossemica, che guarda alle distanze interpersonali come elemento culturale che mettiamo continuamente in atto nella relazione. La regolazione dello spazio prossemico diventa una sorta di grammatica dello spazio, in cui regole non scritte ma note a tutti, definiscono il grado di vicinanza e lontananza da tenere tra noi e gli altri. Questo il calendario delle proiezioni: Lunedì 22 novembre, alle 18, “Il tempo che ci rimane”, di Elia Suleiman, Gran Bretagna/Italia/Belgio/Francia 2009, cinema dell’identità negata, il caso Palestina 1, presentazione della rassegna, a cura di Imad Hamdar, Csi Fairuz; Lunedì 29 novembre, h.18, “Easy, un viaggi facile facile”, di Andrea Magnani, Italia/Ucraina 2017; Lunedì 6 dicembre, sempre alle 18, “Dogville”, di Lars von Trier, Danimarca/Francia/Svezia/Norvegia 2003, presentazione del film a cura di Federica Diana, Csi Fairuz; Lunedì 13 dicembre,ore 18, “Il paradiso probabilmente”, di Elia Suleiman, Francia 2019, Cinema dell’identità negata, il caso Palestina 2, a cura di Imad Hamdar, Csi Fairuz; Lunedì 20 dicembre, alle 18, “Condotta”, di Ernesto Daranas, Cuba 2014.

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