Gen 11

Le bugie di Giorgia Meloni: “Tagliare le accise? Non l’ho mai detto”. Ma lo ha scritto!

“Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina banalmente perché sapevo quale era la situazione di fronte alla quale mi sarei trovata”.

E’ così che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si difende, con un video sui social. La premier risponde così alle polemiche sollevate sia dai partiti di opposizione sia rimbalzate sui social per il filmato – ormai noto – in cui nel 2019 la premier (da “semplice” leader di Fratelli d’Italia) attaccava proprio le accise.

Il problema è che magari Meloni non ha mai usato questo argomento nell’ultima campagna che ha portato alle elezioni del 25 settembre, ma il taglio delle accise era nel programma elettorale del suo partito.

Nel video di oggi, nella ormai consueta “Agenda di Giorgia” la presidente del Consiglio scandisce: “Gira da più parti un video del 2019 nel quale io facendo benzina con la mia auto parlavo della necessità di tagliare le accise sulla benzina e naturalmente non avendo il governo deciso di cambiare la norma del precedente governo che prevedeva che il taglio delle accise sarebbe terminato alla fine di quest’anno si è detto “la Meloni è incoerente” perché in campagna elettorale vi promette alcune cose e poi al governo ne fa altre. Ora siccome io sono una persona abbastanza seria non è un caso che quel video sia del 2019 e non di quest’ultima campagna elettorale”. Il problema però è che al punto 17 del programma di Fdi si legge che tra gli obiettivi del partito c’è anche la “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise”.

E’ su questo inevitabilmente che si punta l’obiezione del capogruppo M5s alla Camera Francesco Silvestri: “È incredibile – dice – che Giorgia Meloni dica di non avere mai promesso il taglio delle accise in campagna elettorale” ricordando appunto quel passaggio del programma del partito. “Ora si rimangia tutto, incrocia le dita e spera in una sorta di amnesia collettiva” conclude Silvestri. “Questo esecutivo continua a rinnegare sé stesso – continua il capogruppo dei 5 Stelle – ed è ormai vittima di un trasformismo che sta assumendo forme e contenuti ridicoli. Dopo le inversioni a U sul Mes, sulle trivelle e su tante altre cose, ora arriva anche quella sulla benzina con cui hanno ingannato milioni di elettori. Il governo è ormai nel caos, l’unica memoria che gli resta è per i favori ai colletti bianchi, gli evasori e i corrotti”. (da ilfattoquotidiano.it).

“Aumento dei prezzi dei carburanti? Adesso il governo sta sollevando un grande polverone andando a indagare su chi fa aumentare il prezzo della benzina. No, sono loro che non lo fanno diminuire dopo che l’hanno promesso. Il problema è che prima Berlusconi, poi Renzi, poi Salvini, poi la Meloni avevano promesso di cancellare le accise sulla benzina. Ottimo proposito. Peccato che non lo abbiano fatto. Anzi, il governo sta facendo esattamente il contrario perché ha tolto lo sconto sulle accise”.

Sono le parole pronunciate a “Otto e Mezzo” (La7) dal direttore de “Il Fatto Quotidiano”, Marco Travaglio, che commenta ironicamente l’annunciato incontro tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, al fine di valutare le strategie più efficaci per contrastare le presunte speculazioni sul prezzo della benzina.

“Questo incontro – osserva Travaglio – mi ricorda il film di Woody Allen, “La maledizione dello scorpione di giada”, in cui Allen fa l’investigatore e sotto ipnosi fa le rapine. Indagando sulle rapine, alla fine scopre che il rapinatore è proprio lui. Il governo Meloni ha cancellato lo sconto sulle accise di 18 centesimi, quindi di 15 centesimi più Iva, dopo averlo già tagliato del 40% a novembre, perché non ci sono soldi”.

E aggiunge: “Non c’è nessuna nuova inchiesta della Procura di Roma su queste speculazioni, perché ce n’era già una quando era ministro Cingolani, il quale per trovare scuse ha detto la stessa cosa, e cioè che il prezzo della benzina aumenta perché ci sono dei cattivi speculatori. No, il prezzo della benzina aumenta perché c’è la guerra e ci sono le sanzioni, che sono in realtà auto-sanzioni. E questo è un problema per il governo.

Un altro problema riguarda la decisione di mandare armi sempre più potenti all’Ucraina, come già ci stanno chiedendo gli ucraini e i nostri alleati. E poi – conclude Travaglio – c’è un ulteriore problemino: gli aiuti per il caro-vita nella finanziaria valgono fino a marzo, poi si dovranno trovare altri soldi. In più, a luglio c’è la bomba sociale per via di coloro che non prenderanno più il reddito di cittadinanza e che non troveranno lavoro il giorno dopo. E quindi immagino che si incazzeranno. Credo che questi problemi siano un po’ più seri di quelli di cui parlano in questi giorni i grandi media”.

Insomma, fortemente sbugiardata e con naso che si allunga a dismisura, con un governo quanto mai inadeguato che procede a tentoni,  Giorgia Meloni se la prende con gli alleati e con la stampa. “Invece di spalmare 10 miliardi – ha detto Meloni -, abbiamo deciso di concentrare le risorse su chi ne aveva più bisogno. Abbiamo fatto una scelta che rivendico e che è di giustizia sociale”. Ma che il mancato rinnovo del taglio delle accise sia stato, invece, un enorme boomerang per l’immagine del governo, Meloni lo ha capito benissimo. Ieri erano già spariti i riferimenti alle “speculazioni”, oggi la premier ha dovuto metterci la faccia con un video pubblicato sui social, in cui ha provato a spiegare: “Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle piccole e medie imprese”. La presidente del Consiglio è apparsa nervosa, a tratti stizzita, e non ha escluso dalla sua rabbia, anche se indirettamente, gli alleati: era stato Matteo Salvini l’altro giorno ad annunciare che avrebbe riaperto con lei la partita carburanti e che, col gasolio a 2,5 euro, qualcuno sicuramente stava “facendo il furbo”. L’intervento deciso ieri dal Consiglio dei ministri, ha risposto oggi la premier, è per tutelare “la gran parte dei benzinai, onesta e responsabile”. Meloni si è aggrappata anche a una fantomatica campagna di stampa e, come detto, ha sostenuto di non aver affermato “…in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina, perché sapevo qual era la situazione davanti alla quale mi sarei trovata. Posso anche capire che il prezzo ora è alto, ma dove era la stampa quanto il prezzo della benzina era a 2.077 euro?”. Meloni, però, non può far finta di dimenticare che il taglio delle accise era scritto, nero su bianco, nel programma elettorale di Fratelli d’Italia. Quindi quello ha detto Meloni non corrisponde al vero, e la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi mesi. Povera Italia!

I Vigili del fuoco di Abbasanta sono dovuti intervenire, questa mattina, per un incidente stradale sulla 131, lungo la discesa di Santa Cristina di Paulilatino, al km 111.5, in direzione Cagliari. Nell’incidente, le cui cause sono ancora in fase di accertamento, sono rimaste coinvolte tre auto, una Fiat Uno, una Range Rover e una Toyota. Tre degli occupanti le auto sono stati portati dalle ambulanze del 118 presso l’ospedale San Martino di Oristano per accertamenti, ma nessuno è in gravi condizioni. Sul posto anche due pattuglie della Polizia Stradale, che hanno garantito la sicurezza alle squadre di soccorso e regolato la viabilità.

Lascia un commento

Your email address will not be published.