Lug 27

Fiamme non ancora spente del tutto. A Cuglieri i primi aiuti. Esposto e inchiesta in Procura.

Non è ancora stato domato del tutto il gigantesco rogo scoppiato ormai quasi quattro giorni fa sul Montiferro, in provincia di Oristano.

Ieri sera le fiamme hanno concesso alle squadre a terra di Corpo forestale, Protezione civile, Vigili del fuoco e volontari una lieve tregua non spostandosi, anche grazie alla mancata entrata del temuto maestrale.

Operative tutte le forze regionali in attività, 22 mezzi aerei e 7500 uomini a terra. Questa mattina, però, il fuoco ha ripreso vigore in una delle zone iniziali: Santu Lussurgiu, dove sono entrati subito in azione un elicottero della flotta regionale, il Super Puma e due Canadair. In arrivo altri due Canadair dalla Grecia. Contemporaneamente sono iniziate le operazioni di bonifica nell’area del Comune di Scano di Montiferro, dove c’è al lavoro un elicottero della flotta regionale.

Bonifiche anche nella zona di Porto Alabe, dove la Tim informa che sono state ripristinati tutti i servizi di telefonia, fissa e mobile, rimasti bloccati a causa di due cavi in fibra ottica danneggiati dall’incendio. I tecnici dell’azienda hanno realizzato un collegamento provvisorio per sostituire circa 2 chilometri di tratta e alcuni pali di sostegno distrutti dalle fiamme.

Oltre le bonifiche in alcune delle aree interessate dal gigantesco rogo che ha devastato l’Oristanese, parallelamente sono partiti gli accertamenti del Corpo Forestale della Regione per individuare le cause e verificare se dietro gli incendi ci sia la mano dell’uomo. Le verifiche sono condotte dal Nucleo investigativo regionale del Corpo forestale, dal Nucleo provinciale di Oristano e dalle Stazioni di Villa Urbana, Seneghe e Ales. Gli accertamenti procedono speditamente, ma al momento la Procura di Oristano non ha ricevuto alcuna informativa e nessun fascicolo è stato aperto.

Da quanto si apprende, il rogo principale, quello partito da Bonarcado-Santu Lussurgiu che si è poi spostato per chilometri divorando il Montiferru, secondo le prime ipotesi investigative, sarebbe partito per cause accidentali: un’auto ha preso fuoco lungo la strada provinciale 15, a Bonarcado, e ha innescato un primo rogo. Le fiamme sono state spente, ma a causa del vento e delle alte temperature alcune ore dopo hanno ripreso vigore, propagandosi velocemente. La situazione è poi precipitata quando le fiamme hanno raggiunto i centri abitati e, soprattutto, quando è calata la sera e i mezzi aerei, che da ore lanciavano bombe d’acqua sulla zona, hanno dovuto fare rientro.

Ma se l’ipotesi accidentale è quella più avvalorata per il rogo principale, nella zona di Oristano, in quelle stesse ore, si registravano almeno altri due incendi, dietro i quali potrebbe esserci la mano dell’uomo. Il primo è partito da Usellus e ha raggiunto Villaurbana, danneggiando aziende agricole, divorando il terreno e distruggendo anche un cantiere forestale; il secondo, molto più piccolo, nell’area tra Escovedu e Mogorella, è stato spento subito.

Al momento si tratta solo di ipotesi investigative, ma gli specialisti del Corpo Forestale stanno lavorando senza sosta per ottenere riscontri, terminati i quali depositeranno una relazione all’autorità giudiziaria.

Intanto, sono arrivati a Cuglieri, uno dei centri dell’Oristanese più colpiti dal gigantesco incendio che ha devastato 20 mila ettari di terreno, i primi aiuti ai pastori e alle aziende agricole danneggiate. Decine di camion e trattori hanno raggiunto il Montiferru, dai paesi vicini, per consegnare il foraggio.

In prima linea la Coldiretti di Oristano, che sta gestendo la macchina degli aiuti, ma anche le altre associazioni e tanti volontari sono in campo per “sa paradura”, l’antico gesto di solidarietà del mondo pastorale sardo che si rinnova ogniqualvolta un allevatore perde il suo gregge, ma che, più generalmente, coinvolge tutte le vittime di disastri ambientali. Aiuti sono in arrivo anche dai colleghi allevatori del Lazio e della Sicilia.

“Sono tante le donazioni in arrivo in queste ore – hanno affermato Antonello Inzis presidente di Coldiretti Cuglieri, Giuseppe Cottino presidente Coldiretti Tresnuraghes, Antonio Obinu presidente Coldiretti Scano Montiferro, e Giommaria Scano presidente Coldiretti Santu Lussurgiu -. Ringraziamo calorosamente tutta la comunità della solidarietà, tuttavia riscontriamo serie difficoltà dovute all’arrivo non coordinato e concordato degli aiuti. Per tale motivo, invitiamo tutti a rivolgersi al centro di coordinamento di Coldiretti Oristano (oristano@coldiretti.it; tel. 3202894239), che ha già attivato un’efficiente e funzionale distribuzione degli aiuti”.

Per cercare di saperne di più sull’immenso rogo che in questi giorni ha devastato l’Oristanese, è stato presentato dal partito ecologista “Europa Verde” un esposto alla Procura della Repubblica di Oristano. “Abbiamo presentato un esposto – hanno detto i rappresentanti di Europa Verde – sul sistema di prevenzione antincendio, che riteniamo inadeguato rispetto al focolaio partito da un’auto incendiata tra venerdì sera e sabato mattina tra Bonacardo e Santu Lussurgiu, per poi propagarsi a un’azienda agro-pastorale. Complici le alte temperature dovute alla crisi climatica (ovunque tra i 35 e 40 gradi) e il vento, inizialmente libeccio e poi scirocco, l’incendio si è diffuso interessando circa 15-20 ettari di macchia mediterranea e bosco. Perché non si è intervenuti con rapidità consentendo la propagazione degli incendi? Già il 2019 era stato dichiarato anno record per gli incendi forestali, tuttavia nell’estate del 2020 gli incendi sono aumentati del 20% secondo un rapporto curato da Coldiretti. Una situazione, quindi, che si doveva e poteva prevedere. Continuiamo a domandarci perché non si siano presi provvedimenti acquistando nuovi Canadair, considerando che anche negli anni scorsi si era certificata l’insufficienza di questi mezzi di soccorso indispensabili per fronteggiare prontamente la situazione. Il problema si deve far risalire alla questione del Corpo Forestale, del quale si sono perse molte esperienze e capacità, a causa della cosiddetta riforma Madia che ha militarizzato il Corpo da quando è transitato nell’Arma dei carabinieri. Così dei 36 velivoli antincendio presenti nella flotta, ben 18 non possono volare perché entrando a far parte del Corpo dei Carabinieri, che non ha ancora acquisito le competenze necessarie, rimangono a terra. Ed è rilevante anche la questione della mancata nomina dei direttori operativi degli spegnimenti, Dos, ovvero coloro che conoscendo il territorio e sono in grado di coordinare i lavori in caso di emergenza. Infine si è perso il presidio costante del territorio, che veniva eseguito da agenti della forestale autoctoni, mentre ora, a causa della militarizzazione e centralizzazione, vengono assegnati in maniera burocratica e senza corrispondenza con la conoscenza dello stesso territorio. Gli incendi che in Italia si stanno estendendo dalla Sardegna alla Sicilia, fino alla Toscana, distruggendo ettari di boschi e vegetazione, certificano ancora una volta quanto servano interventi immediati contro il surriscaldamento del Pianeta, affrontando la crisi climatica che ne consegue”.

Come poi confermato dal procuratore della Repubblica di Oristano è stato aperto un fascicolo sul gigantesco rogo per incendio colposo aggravato. Al momento non ci sono indagati. Adesso bisognerà attendere la relazione del Corpo forestale per capire come procederà la Procura.

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