Set 26

Elezioni: FdI vince in undici Regioni, sei al M5S primo partito al Sud. Flop Pd e Lega.

Al Nord e al centro Fratelli d’Italia, al Sud e in Sicilia il Movimento 5 stelle. Il Partito democratico avanti solo in Emilia-Romagna e Toscana.

Mentre gli scrutini sono ancora in corso, i dati parziali fotografano un Paese spaccato a metà. La coalizione di centrodestra ha vinto quasi dappertutto, ma Fdi non è primo partito ovunque: ha vinto in 11 Regioni, mentre i 5 stelle sono primi in sette.

Nello specifico, alla Camera FdI è il primo partito in Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto, Sardegna. Mentre in altre sei (Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia e Sicilia) il primato di voti va al M5s, e in altre due al Pd (Emilia Romagna e Toscana). Infine in Valle d’Aosta all’Autonomie Progrès Fédéralisme. In tutte le regioni, laddove non è il primo partito, Fratelli d’Italia si piazza comunque al secondo posto: fa eccezione solo la Campania, con M5s primo partito e il Pd secondo.

A scrutinio ancora in corso, il Movimento 5 stelle è primo partito a Napoli città: con il 41% dei consensi è davanti alla coalizione di centrodestra al 26,9 ed a quella di centro sinistra, al 21,6. Secondo partito è il Pd con il 14,4, poi Fratelli d’Italia al 13,8. Poi Forza Italia al 9,3, Azione e Italia Viva al 5,5. La Lega di Salvini è sotto il 3, Unione Popolare di de Magistris al 2,7. In Campania 2, che comprende Avellino, Benevento, Caserta e Salerno, primato di partito sempre al Movimento 5 Stelle ma si afferma il centrodestra aggregato con il 38,2 davanti al partito di Conte, al 27,7, terzo il centro sinistra col 22,2. Stessa ‘geografia’ al Senato. In Campania c’erano diversi collegi considerati contendibili. Tutti sono andati a candidati del Movimento 5 Stelle.

In particolare a Napoli, come in occasione del voto di 4 anni e mezzo fa, il picco dei voti è nelle periferie e nei quartieri meno agiati del capoluogo e della sua provincia. Dato particolarmente rappresentativo di questa tendenza è quello del quartiere Scampia, dove a fronte del 43% circa ottenuto in città, il Movimento 5 Stelle raggiunge addirittura il 64% delle preferenze (64,91% alla Camera, 64,09% al Senato). Risultato analogo a Barra (61,04%), San Giovanni a Teduccio (60,34%), Secondigliano (59,16%), Piscinola-Marianella (57,31%), Ponticelli (54,32%). Percentuali alte anche nei quartieri popolari del centro storico, come Mercato (50,82%). Va diversamente nei quartieri più ricchi della città: a Posillipo e a Chiaia il Movimento 5 stelle è addirittura il quarto partito, dietro Fratelli d’Italia, Azione-Italia Viva e Partito democratico, al Vomero il primo partito è il Partito democratico mentre il Movimento 5 Stelle si ferma al 21,08%.

Fratelli d’Italia “sbanca” anche in Veneto, diventando il primo partito, scalzando la Lega, come anticipato dai sondaggi. Ma i suoi voti doppiano e oltre quelli del Carroccio in tutti i collegi. Un risultato che potrebbe prefigurare nuovi scenari, anche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Nel quartier generale del partito di Giorgia Meloni, a Mestre (Venezia), di fronte al trionfo dei numeri si è mantenuto un tono sobrio, di coesione e di sostegno alle altre forze della coalizione di centrodestra. A scrutino concluso Fdi raggiunge al Senato il 32,4% delle preferenze a livello regionale, lasciando la Lega al 16,6%; più staccati ancora Forza Italia (6,6%) e Noi Moderati (2,1%). Va male il centrosinistra. Il Pd è ora il terzo partito in Veneto, con il 14,8% ,mentre il Terzo Polo totalizza l’8,2%. Qui il Movimento 5 Stelle non ripete il buon risultato nazionale, e si ferma al 5%. Dati che trovano conferma anche nei definitivi del maggioritario alla Camera, con Fdi al 32,5%, Lega al 16,2%, Forza Italia al 6,5%, Noi Moderati all’1,7%. Il Pd, alla Camera, ottiene un risultato di poco migliore, il 15,4%,. Il Terzo Polo sfiora il 9%, e si conferma la debacle del M5S, 5,2%. L’alleanza Calenda-Renzi ottiene buone performance in particolare a Treviso, roccaforte della Lega. Un risultato che che probabilmente raccoglie diverse preferenze nel tessuto produttivo ‘delusò dalla crisi del Governo Draghi. Fdi si afferma in ogni caso ovunque, arrivando a essere il primo partito del capoluogo Venezia con il 24,6%, sopravanzando le altre forze della coalizione, compresa Noi Moderati, formazione comprendente la formazione del sindaco Luigi Brugnaro, che raccoglie solo il 3,6%.

Con il 41,57% dei voti al Senato e il 41,67% alla Camera, il centrodestra vince in Puglia come coalizione ma il primo partito è il Movimento 5 stelle. Fdi, Lega, Forza Italia e Noi Moderati vanno verso la vittoria in tutti gli uninominali.

Il centrodestra si conferma coalizione di maggioranza con l’elezione di almeno quattro dei sette parlamentari riservati alla Basilicata. Il Movimento cinque stelle si attesta primo partito con quasi il 25%, il Pd crolla al 15% e il Terzo Polo sfiora il 10%. Negli unici due collegi uninominali lucani, uno per Camera, il centrodestra, che dal 2019 guida la Regione e il Comune di Potenza, ha eletto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati (Forza Italia) per Palazzo Madama, e il deputato uscente Salvatore Caiata (Fratelli d’Italia) per Montecitorio. In attesa dell’assegnazione definitiva dei seggi con il sistema proporzionale, Fratelli d’Italia (che ‘gira’ intorno al 19%) è certa di ottenere almeno un altro parlamentare, l’ex assessore lucano all’ambiente, Gianni Rosa, al Senato. Come nel resto del Mezzogiorno, l’affluenza in Basilicata si è attestata al 58,7%, molto lontana dal dato nazionale del 63,8% e ancor di più dal 71,1% delle Politiche del 2018.

Sardegna

Giorgia Meloni e il centrodestra vincono anche in Sardegna, ma è boom del Movimento 5 Stelle che – a scrutinio quasi ultimato – sfiora il 22% ed è il secondo partito nell’Isola dopo Fratelli d’Italia.

Crolla l’affluenza, al 53,1% (-12%): in pratica un sardo su due non è andato a votare. La coalizione di centrodestra ottiene oltre il 41%, mentre il centrosinistra si ferma al 26,5%.

La coalizione di centrodestra ottiene oltre il 41%, mentre il centrosinistra si ferma al 26,5%. I 5 Stelle sfondano il tetto del 20%, conquistando il 21,7%. Il Terzo polo non raggiunge il 5%, fermandosi a 4,5.

Tra i singoli partiti, FdI conquista il 24%, il M5s il 21,7% mentre il Pd si attesta sul 18,3%. Forza Italia supera l’8% ma scende la Lega (che alle regionali aveva fatto registrare un vero e proprio exploit) con il 6,5%. La Sardegna porterà a Roma 16 parlamentari, nove in meno rispetto ai 25 dell’ultima legislatura. Tra le sfide principali, a Cagliari per la Camera il deputato uscente Ugo Cappellacci (centrodestra), ex presidente della Regione Sardegna, conquista il 38% contro il 29% di Andrea Frailis (centrosinistra), deputato uscente del Pd.

Nel collegio Sassari-Olbia il centrodestra vince con il consigliere regionale della Lega, Dario Giagoni, che ottiene il 41%, mentre la costituzionalista Carla Bassu (centrosinistra) si ferma al 27% e il senatore uscente del M5s Mario Perantoni al 22%. Al Senato, nel nord Sardegna l’ex presidente del Senato Marcello Pera (centrodestra) conquista il 41% mentre deputato uscente Gavino Manca (centrosinistra) ottiene il 27% e Marcello Cherchi per il M5s il 22%.

Nel sud Sardegna sfida tutta al femminile: la coordinatrice regionale di FdI, Antonella Zedda per il centrodestra vince con quasi il 40%, mentre l’ex Rettrice dell’Università di Cagliari Maria Del Zompo (centrosinistra) prende il 27,5%; quasi il 22% per la sindaca di Assemini Sabrina Licheri per i 5 Stelle, sotto il 5% l’ex assessora comunale di Cagliari Claudia Medda (Terzo Polo).

Cresce l’attesa per il dato finale che consentirà, sulla base del riequilibrio nazionale, di completare il quadro dei sedici parlamentari eletti in Sardegna. Sinora c’è certezza solo su tredici nomi. Approderanno al Senato, Marcello Pera (FdI), Antonella Zedda (FdI), Giovannino Satta (FdI), Marco Meloni (Pd) e Sabrina Licheri (M5S). Alla Camera i quattro vincitori dei quattro collegi, e cioè Dario Giagoni (Lega), Barbara Polo (FdI), Gianni Lampis (FdI), Ugo Cappellacci (Forza Italia). Dei sette provenienti dal proporzionale per la Camera, sono sicuri Salvatore Deidda (FdI), Francesco Mura (FdI), Silvio Lai (Pd) e Emiliano Fenu (M5S).

Per alcuni l’elezione è stata anche aiutata dalla buona sorte. Infatti, l’elezione del senatore uscente Ettore Licheri in Toscana e quella di Alessandra Todde a Milano, hanno liberato il posto in Sardegna ai secondi nei listini del M5s sul proporzionale per il Senato e la Camera. A Palazzo Madama, dunque, approderà l’ex sindaca di Assemini, Sabrina Licheri, mentre a Montecitorio andrà il senatore uscente Emiliano Fenu. La tripla candidatura alla Camera della deputata uscente di FdI, Paola Frassinetti (sull’uninominale di Monza, sul proporzionale in Brianza e sul proporzionale in Sardegna dietro Salvatore Deidda) consentirà l’ingresso a Montecitorio di Francesco Mura, consigliere regionale di FdI. Frassinetti è infatti risultata vincitrice a Monza e per legge il seggio scatta prima sull’uninominale. Per la stessa ragione, la coordinatrice regionale di FdI e capolista al proporzionale del Senato Antonella Zedda, libera il posto sul proporzionale al secondo in lista Giovannino Satta perché eletta nel collegio uninominale del Senato sud Sardegna.

Intanto, sono ancora da definire l’appartenenza degli ultimi tre seggi. L’attesa riguarda la capolista a Montecitorio della Lega Lina Lunesu, il capolista di Forza Italia Pietro Pittalis, la seconda in lista del Pd Romina Mura, la capolista dell’Alleanza Sinistra-Verdi Francesca Ghirra, ma c’è anche la possibilità che uno dei seggi scatti a favore della quarta nella lista FdI Manuela Lai, o per la terza nel listino M5s Susanna Cherchi.

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