Dic 19

La Garante regionale: “Da mesi chiedo l’autopsia per il detenuto morto a Massama”.

 

“Il 20 ottobre scorso ho formalmente scritto alla Procura di Oristano per chiedere nell’interesse del carcere in primis, e per chiarire ogni dubbio con la famiglia di Stefano Dal Corso, se non si ritenesse urgente e opportuno disporre l’autopsia.

Alla luce di quanto sta emergendo appare ancora più importante procedere con l’esame autoptico, l’unico scientificamente in grado di stabilire come siano andate le cause del decesso”.

Così, in una nota, la Garante regionale delle persone private della libertà personale in Sardegna, Irene Testa, dopo le rivelazione di un supertestimone secondo il quale Stefano Dal Corso, 42 anni, romano, trovato morto nella sua cella nel carcere di Massima-Oristano, il 12 ottobre del 2022, sarebbe stato ucciso perchè avrebbe sorpreso due agenti penitenziari durante un rapporto sessuale.

L’avvocato che assiste la famiglia, Armida Decina, aveva ottenuto a settembre la riapertura dell’inchiesta, archiviata inizialmente come suicidio. Per otto volte la legale ha chiesto che venisse svolta l’autopsia, ma la Procura di Oristano l’ha sempre negata.

Secondo il racconto del superteste, un agente della polizia penitenziaria, registrato dalla sorella di Stefano e consegnato alla Procura dall’avvocato Decina, il 42enne sarebbe stato picchiato a sangue da cinque agenti, colpito con due manganellate e poi con una sprangata gli avrebbero rotto l’osso del collo per simulare l’impiccagione.

Lavori fermi nel lungomare di Torre Grande. La denuncia arriva dalle opposizioni in consiglio comunale, attraverso un’interpellanza firmata da Massimiliano Daga, Giuseppe Obinu, Maria Obinu, Francesco Federico, Efisio Sanna, Carla Della Volpe, Umberto Marcoli e Francesca Marchi. Nell’interpellanza, inviata al sindaco Massimiliano Sanna, i consiglieri ricordano che il progetto, finanziato con oltre 4,335 milioni di euro con i fondi della programmazione territoriale, era stato aggiudicato a settembre all’impresa Cancellu di Nuoro e prevedeva una durata di dodici mesi. “Rimarcata la rilevanza dell’opera all’interno del più ampio itinerario del territorio vasto dell’Unione dei Comuni del Sinis, e ancor di più per tutto il territorio della Provincia, e considerati gli inevitabili disagi per i residenti e per i fruitori della nostra borgata marina” scrive l’opposizione, “chiediamo di sapere quali motivi non consentono la prosecuzione dei lavori di riqualificazione del lungomare di Torre Grande”. Secondo voci di corridoio il lungomare rischia di fare la fine del mercato di via Mazzini. Come per quell’opera pubblica, le risorse stanziate non sarebbero sufficienti. Sarebbe, infatti, utile conoscere se sia in animo la presentazione di una perizia al progetto ed eventualmente in cosa consisterebbe un’eventuale perizia, per comprendere la correttezza sia della progettazione che della gara di appalto. Non è infatti inusuale di questi tempi l’aggiudicazione di progetti già datati e non più conformi ai costi preventivati. Trasparenza è più che mai indispensabile. (Elia Sanna, Web news Sardegna – Telegram).

Nell’ambito del progetto “Eleonora 620”, in memoria dei 620 anni dalla morte della Giudicessa Eleonora d’Arborea, l’Istar, Istituto Storico Arborense, impegnato da oltre vent’anni nella ricerca e nell’alta divulgazione della storia del Giudicato d’Arborea e del Marchesato di Oristano, propone un ciclo di incontri sulla storia e la cultura della Sardegna medievale rivolti ai docenti delle scuole oristanesi. Le lezioni, che si realizzeranno in modalità mista, in presenza e online, saranno introdotte dal professor Giampaolo Mele dell’Università di Sassari, direttore Scientifico dell’Istar, e saranno tenute da docenti e ricercatori universitari esperti dell’età giudicale. Gli incontri, da calendarizzare tra il mese di gennaio e febbraio 2024, della durata di circa 90 minuti ciascuno, saranno dedicati all’approfondimento di alcuni temi della storia, della storia dell’arte e, più in generale, della cultura medievale sarda, che potranno essere inseriti nella programmazione dell’attività curricolare dei docenti. Per partecipare occorre segnalare una manifestazione di interesse via email alla segreteria Istar segreteriaistar@gmail.com, entro il 30 dicembre 2023.

L’azienda Riso Passiu conquista ancora una volta due bollini di qualità “Top Italian Food” con Carnaroli Classico e Aromatico Gange. Per Gambero Rosso il riso dell’azienda oristanese è tra le migliori produzioni del settore agroalimentare ma,de in Italy. Un altro riconoscimento per due gemme coltivate nelle risaie dell’oristanese e una conferma per l’impresa familiare, 45 anni di storia, 130 ettari di risaie in un territorio, il Campidano di Oristano, che si è rivelato ideale per la produzione di questo cereale. Potranno fregiarsi del bollino di qualità, per il terzo anno di fila, la confezione Carnaroli Classico e, per il secondo anno, l’Aromatico Gange. Il primo è un prodotto certificato, creato con sementi autentiche di Carnaroli. Infatti, la Riso Passiu è l’unica azienda sarda attualmente iscritta all’Albo dei produttori di Carnaroli Classico. È una tipologia di riso che si presta per proposte tradizionali e di alta ristorazione. Il Gange, cento per cento sardo, è il primo riso aromatico nato in Italia, molto apprezzato per la sua intensa fragranza, i suoi chicchi, di un bianco candido, sono affusolati e ricordano il Basmati. Ed è quindi anche ideale per la preparazione di piatti d’ispirazione orientale. Riso Passiu è l’unica azienda che lo coltiva in Sardegna e tra le pochissime nel resto d’Italia. Il premio è stato ritirato da Felice Passiu, titolare dell’omonima azienda, nel corso della presentazione e premiazione del Top Italian Food 2024, a Roma, a palazzo Brancaccio. Al momento della degustazione dei prodotti curata da Gambero Rosso Academy, il riso Passiuè stato proposto in una ricetta al tartufo. “Questo riconoscimento gratifica tutta la squadra e ci incoraggia a fare sempre meglio – ha sottolineato Felice Passiu -, non un punto di arrivo ma un nuovo punto di partenza, con una crescente consapevolezza legata alla qualità che il riso sardo riesce sempre più a esprimere”. Lo scorso anno per l’azienda sarda è arrivato un altro prezioso riconoscimento: il suo riso è stato inserito tra le “100 eccellenze italiane” da Forbes.

Lascia un commento

Your email address will not be published.