Set 01

Regionali 2024, Avs: convocare subito il tavolo del centrosinistra per individuare il candidato.

“Non è più rinviabile la convocazione del tavolo di coalizione per discutere e individuare, il prima possibile, il candidato/a che ci guiderà nella sfida elettorale e nella discussione con i cittadini di un ambizioso progetto di governo che ridia speranza e fiducia ai sardi”.

La sveglia per la coalizione progressista, che si prepara alle regionali del 2024, arriva da Avs, uno dei piccoli gruppi tra le circa venti sigle che hanno partecipato al primo tavolo di Molentargius, il 7 luglio scorso, e mai più riconvocato.

I segretari dei partiti di Europa Verde, Sinistra Sarda, Possibile con i consiglieri regionali del gruppo Alleanza Rosso-Verde Eugenio Lai, Antonio Piu, Diego Loi, Daniele Cocco Maria Laura Orrù e Laura Caddeo lanciano un avviso, alla luce degli appuntamenti che in queste settimane i diversi partiti di centrosinistra stanno organizzando sul territorio e, forse, dalle autocandidature a mezzo stampa, come quella, per esempio, di Renato Soru.

“Riteniamo siano molto positive le tante iniziative proposte dai partiti e dai movimenti che animano l’alleanza del centrosinistra e progressista – scrive in una nota il gruppo  Avs -.

Da queste emerge un’energia che ci deve aiutare nei prossimi passi, indispensabili per offrire ai cittadini e alle cittadine sarde una chiara e limpida alternativa all’attuale maggioranza che sta portando la nostra Isola allo sfascio.

Rinnoviamo la richiesta, già fatta un mese fa alle due forze più rappresentative del tavolo, Pd e Movimento 5 stelle, di coordinare il tavolo e di convocarlo.

È nostra responsabilità quella di offrire un’idea di Sardegna, capace di affrontare le disparità economiche e sociali che sono presenti sul nostro territorio – aggiungono i vertici di Avs -, di valorizzare il ruolo degli enti locali nella pianificazione dello sviluppo e di rispondere ai bisogni che i cittadini manifestano in ambito sanitario e di mobilità interna ed esterna”.

Il gruppo ribadisce la disponibilità “…a una discussione franca e leale, che abbia come priorità quella della tenuta dell’alleanza e della discussione di un percorso che ci porti, in tempi certi, a iniziare il percorso per vincere le regionali nel 2024”.

Passa per soli due voti nell’aula del consiglio regionale l’emendamento sulla riqualificazione degli hotel cinque stelle sul mare. Il correttivo presentato dalla giunta prima della pausa estiva è stato votato a scrutinio segreto, come chiesto dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus. La votazione finale, 25 a 23, svela quattro franchi tiratori nella maggioranza: sui 48 presenti e votanti la minoranza contava infatti su 19 consiglieri. Molte le assenze in una sessione pomeridiana quasi senza dibattito, ad eccezione della norma sui seminterrati. Il nuovo provvedimento sull’urbanistica prevede che “la capacità massima insediabile nelle zone F può essere incrementata fino al 25% per la realizzazione di nuovi alberghi a 5 stelle o superiori, purché localizzati oltre la fascia dei 300 metri dalla linea battigia marina, ridotta a 150 metri per le isole minori”. Invece, per tutte le altre strutture, comprese quelle di lusso, nell’ottica del miglioramento e ammodernamento, si può incrementare “sino ad un massimo del 15% del volume legittimamente realizzato dalla singola struttura” anche all’interno della zona protetta dei 300 metri. Tutto senza l’aumento di posti letto. L’emendamento approvato si applica solo nei comuni che hanno già adeguato il Puc al Ppr e a condizione che l’intervento “sia realizzato in arretramento rispetto all’edificio preesistente e non verso il mare”. Il consiglio regionale è stato aggiornato a martedì 5 settembre per proseguire l’esame del collegato sulle norme relative ai trasporti ed enti locali.

In Sardegna sarà possibile il recupero dei seminterrati a uso residenziale, direzionale e commerciale, a condizione che abbiano un’altezza minima di 2,40 metri. Lo stabilisce l’articolo 21.12 del Collegato alla manovra finanziaria approvato a maggioranza dal Consiglio regionale. La norma, ampiamente contestata dalla minoranza in diversi interventi, riguarda anche i piani pilotis per i quali è ammesso il riuso “solamente se esteso all’intero piano e purchè siano comunque rispettate le superfici minime destinate a parcheggio”. Il provvedimento prevede, però, che il recupero ai fini abitativi di queste tipologie sia “vietato nelle aree dichiarate di pericolosità idraulica e da frana, elevata o molto elevata”. Forti le polemiche che proseguiranno certamente anche fuori dal palazzo di via Roma. A sottolineare “…l’assurdità di consentire alle persone di vivere nei seminterrati ed essere esposti al rischio di eventi tragici come quelli già accaduti in passato”, è stata tra le altre Maria Laura Orrù, consigliera di Avs. “Nel 2023 si dovrebbero fare ragionamenti diversi, anche alla luce dei cambiamenti climatici in corso che non consentono di essere sicuri quali aree siano effettivamente a rischio – ha sostenuto Orrù durante il dibattito -, considerato anche che di solito chi vive in questo tipo di abitazioni spesso sono le fasce più in difficoltà della popolazione”. Per l’opposizione “…la contraddizione della giunta è palese se si considera l’aspetto turistico – ha spiegato Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti -. Da un lato volete far credere di favorire un turismo alto spendente con la riqualificazione degli hotel di lusso sul mare, ma poi, in totale contraddizione, riconoscete l’abitabilità ai seminterrati, quelli che puntualmente ogni estate vengono affittati, spesso in nero ai turisti”. Per Agus quindi, con questa norma si favorisce “…proprio quella forma di turismo straccione che voi dite di non volere”. Ha rincarato la dose Massimo Zedda, che ha elencato gli annunci turistici sui portali in cui si affittano i seminterrati in Sardegna per le vacanze. Ha difeso, invece, il provvedimento Michele Cossa dei Riformatori: “In questa norma non si parla di turismo; l’utilizzo dei seminterrati a uso residenziale ha l’obiettivo di limitare il consumo del suolo e di favorire la messa in opera di interventi tecnologici per il contenimento dei consumi energetici”. Cossa ha ricordato anche il divieto tassativo contenuto nella norma per le aree a rischio idrogeologico elevato. Tra i requisiti per l’abitabilità dettagliati nel testo anche “la superficie delle pareti perimetrali comprese al di sopra della linea di terra” che deve essere “superiore al 50 per cento della superficie totale delle stesse pareti perimetrali” e il limite delle aperture per la ventilazione naturale “non inferiori a 1/8 della superficie utile”, oppure “la previsione di un impianto di ventilazione meccanica per un ricambio d’aria”. Devono poi essere garantiti “adeguati livelli di illuminazione, raggiungibili anche mediante sistemi artificiali”. Oltre ai seminterrati e pilotis la norma riguarda anche porticati e piani rialzati.

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