Dic 01

Riaperto il Pronto Soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano.

Il Pronto Soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano ha ripreso la sua piena operatività a partire da questa notte.

I pazienti Covid ospitati nel servizio di emergenza-urgenza sono stati progressivamente trasferiti negli ospedali Santissima Trinità e Marino di Cagliari, Mater Olbia di Olbia e Mastino di Bosa e, una volta liberati i locali, si è proceduto alla loro sanificazione.

Parallelamente, è stata predisposta una nuova organizzazione interna che permetterà ai pazienti no Covid di accedere alle prestazioni sanitarie in sicurezza anche in caso di iperafflusso di pazienti positivi al virus Sars Cov-2.

“Questo risultato è stato reso possibile grazie all’ampliamento del numero di posti di terapia intensiva e semi-intensiva a livello regionale, alla collaborazione tra presidi ospedalieri e all’enorme lavoro compiuto dai bed manager Ats/Ares e Assl Oristano, che hanno organizzato i trasferimenti tra ospedali. Ancora una volta ringrazio i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari e tutto il personale del Pronto Soccorso che stanno lavorando con grande impegno e dedizione per affrontare l’emergenza sanitaria”, ha dichiarato la direttrice della Assl di Oristano, Maria Valentina Marras.

Intanto, sulle carenze del personale sanitario al S. Martino è intervenuto il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, che stamattina si è recato a Cagliari per parlare con il commissario dell’Ats “…e chiedere l’invio di nuovo personale che possa dare una boccata d’ossigeno a medici e infermieri del nosocomio, fino ad oggi sotto pressione.

Inoltre – ha deto ancora Lutzu – serve un’alternativa per i pazienti Covid nel territorio oltre al reparto dedicato con 10 posti letto e l’hotel Covid. Purtroppo i numeri di oggi sono ancora cinque o sei volte superiori rispetto alla prima ondata. Da parte mia ho fatto un punto di onore il fatto di poter vedere riaperto il Pronto soccorso, ma non è il sindaco di Oristano che decide la politica sanitaria”.

Lutzu ha anche convocato per giovedì 3 dicembre il comitato del distretto sanitario per analizzare la situazione e discutere dell’emergenza sanitaria in generale.

Nell’assestamento di bilancio approvato dal consiglio regionale, è stato approvato un emendamento presentato dal consigliere regionale Emanuele Cera e dalla giunta: prevede un contributo per l’abbattimento dei maggiori costi energetici per il sollevamento dell’acqua, comprensivo del ristoro dei costi già sostenuti a decorrere dal 2017 a tutto il 2020, per un importo pari a 19.700.000,00 euro. “Il relativo programma di intervento – dichiara Cera – consente di assegnare ad Enas le risorse per rimborsare i costi energetici sostenuti dai Consorzi di Bonifica, per l’erogazione, in pressione, dell’acqua irrigua in 170 mila ettari infrastrutturati di territorio regionale, con una rete di quasi 12 mila chilometri di condotte, 110 vasche di accumulo, 106 impianti di sollevamento e 16 idrovore”. Il mancato rimborso delle spese energetiche avrebbe messo a rischio l’operatività e la stabilità finanziaria dei consorzi, con l’impossibilità, tra le altre cose, di garantire alcuni servizi essenziali come quello delle idrovore e con la conseguenza, quindi, di minare la sicurezza dei centri urbani e delle campagne nelle aree alluvionali. Infatti senza l’impianto idrovoro aumenta notevolmente il rischio di allagamenti incontrollati. Il Consorzio di Bonifica dell’oristanese, con questo provvedimento, recupera crediti per 8.694.176,00 euro, che consentiranno all’ente di non doversi esporre finanziariamente nei confronti degli Istituti di Credito. Ulteriore risultato, grazie alla condivisione d’intenti con l’assessore all’Agricoltura, Gabriella Murgia, è stato raggiunto attraverso lo stanziamento di 2 milioni di euro, che vanno a sommarsi ai 4 milioni già previsti con la finanziaria regionale 2020 per la stabilizzazione dei lavoratori precari avventizi dei Consorzi di Bonifica della Sardegna, tra cui numerosi della provincia di Oristano. “Il prossimo obiettivo – conclude Cera – è quello di modificare le Legge regionale 23 maggio 2008, nr. 6 (legge quadro in materia di Consorzi di Bonifica), apportando la seguente modifica: al comma 11 – bis dell’art. 34 dovranno essere cassate le seguenti parole “nei limiti dei posti risultanti dal Piano di organizzazione variabile “(Pov), prevedendo la stabilizzazione di tutti gli aventi diritto e garantendo nel tempo le necessarie risorse ai consorzi”. (Giorgio Mastino, www.ornews.it).

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