Apr 11

Coronavirus: 1.091 casi (33 in Provincia di Oristano) e 73 morti.

Sono 1.091 i casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. In provincia di Oristano sono 33 i casi, e di questi 13 i positivi nella città capoluogo, che si sommano a 4 persone già guarite.

È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 10.120 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 137, di cui 24 in terapia intensiva, mentre 751 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 97 pazienti guariti, più altri 33 guariti clinicamente. Salgono a 73 i decessi.

Sul territorio, dei 1.091 casi positivi complessivamente accertati, 185 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+6 rispetto all’ultimo aggiornamento), 82 (+2) nel Sud Sardegna, 33 (+2) a Oristano, 67 a Nuoro, 724 (+18) a Sassari. Dal 14 marzo sono 24.940 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 1.104 controlli: 250 nell’area di Cagliari, 38 Iglesias, 122 Oristano, 238 Sassari, 168 Tempio, 230 Nuoro, 58 Lanusei. Sono state sanzionate 16 persone (11 a Cagliari, 2 a Sassari, 2 a Nuoro, 1 ad Oristano), per un totale (dal 14 marzo) di 457.

“Nella tragicomica narrazione dei giorni nostri può accadere anche che un soldato venga mandato al fronte privo di armi e poi venga accusato di esserci andato disarmato. Sta accadendo proprio questo. Sulla scorta di linee guida dettate più dallo stato di necessità che dalla scienza, medici, infermieri e operatori sanitari sono stati mandati in prima linea con scarpe di cartone e fionde: le mitiche mascherine chirurgiche monouso da riutilizzare finché non cadono a pezzi e una boccetta di gel per disinfettare le mani”. E’ la denuncia del sindacato medico Anaao Assomed Sardegna. “Qualcuno potrebbe obiettare che non è vero, che gli operatori che si devono occupare di pazienti sospetti positivi per Covid-19 hanno a disposizione tutti i tipi di protezione individuale. Può darsi. Però, quando il nemico è invisibile, quando sai che anche pazienti asintomatici o presintomatici sono altamente infettanti, allora la prima linea è ovunque e tutti i pazienti vanno considerati potenzialmente positivi e fonte di contagio – aggiungono i medici – Il definire eroi i medici e gli operatori sanitari potrebbe significare che le colpe sono altrove. Se si vantano troppo i soldati, ecco che allora le colpe vanno ai generali. Medici e operatori sanitari non possono essersi infettati sul posto di lavoro, ove sono state create tutte le condizioni per operare al massimo della sicurezza – si legge nella nota del sindacato medico – mascherine chirurgiche da usare con parsimonia, e comunque in luogo delle più appropriate FFP2 e FFP3, magari da riutilizzare; percorsi improvvisati diversi da un ospedale all’altro; triage ad opera dei singoli reparti; assenza di chiara separazione fra area Covid e non Covid e tanto altro”.

 

“Considerato l’attuale contesto epidemiologico, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19, e in applicazione delle disposizioni restrittive della libertà di circolazione tuttora in corso di validità, con l’approssimarsi della Santa Pasqua e della Pasquetta, non sarà comunque possibile per la popolazione effettuare i consueti trasferimenti verso le località a richiamo turistico o nelle eventuali seconde case”. E’ quanto si legge in una nota della Questura di Oristano. Tutte le Forze dell’ordine hanno concordato per l’occasione di intensificare i servizi, per far rispettare le misure di contenimento previste per fronteggiare l’emergenza Covid-19. E questo attraverso  “…l’effettuazione di capillari posti di controllo nelle principali arterie della Provincia di Oristano, vigilanze urbane, costiere, in tutte le normali località turistiche e naturalistiche, nonché nelle zone delle “seconde case” normalmente oggetto di afflusso turistico e ricreativo”. Oltre alla Polizia di Stato, la Sezione della Polstrada, Reparto Prevenzione Crimine, Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitaneria di Porto, sarà impegnata anche la Polizia Ferroviaria che vigilerà sul traffico ferroviario. Ai servizi prenderanno parte, inoltre, le Polizie locali dei comuni di Oristano, Cabras, Terralba, Paulilatino e Simaxis, il Corpo Forestale della Regione (per le zone campestri e montane), e gli elicotteri della Polizia di Stato del 7° Reparto Volo di Oristano e del 11° Elinucleo di Elmas dell’Arma dei Carabinieri. Starà proprio agli equipaggi degli elicotteri individuare eventuali flussi anomali stradali e la presenza ingiustificata di persone in particolari località e segnalarli alle pattuglie che controllano il territorio. L’obbiettivo di questi servizi è quello di garantire un monitoraggio globale della provincia di Oristano ed evitare che l’occasione delle festività possa far venir meno il rispetto delle misure in vigore.

Nella gara di solidarietà che, a Oristano, in un momento così delicato ha visto la partecipazione di istituzioni, associazioni di volontariato, cittadini e Forze dell’ordine, c’è da segnare il bel gesto dei Carabinieri del Comando Provinciale di Oristano, che hanno donato 100 uova di Pasqua alla mensa della Caritas diocesana.

Non si ferma la gara di solidarietà di istituzioni, aziende, associazioni, enti e privati cittadini che in questi giorni si stanno mobilitando per dare il proprio contributo alle strutture sanitarie della Assl oristanese e per far sentire la propria solidarietà a chi sta vivendo l’emergenza in prima linea. Circa 300 mascherine sono state donate all’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale San Martino dal sindaco di Oristano Andrea Lutzu e dall’assessore allo Sport Maria Bonaria Zedda. Altrettante ne sono state realizzate dall’Atelier Zedda di Gavoi, che le ha poi regalate al reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio oristanese, mentre il Centro Antiviolenza “Donna Eleonora” di Oristano le ha confezionate per il personale dell’hospice. Attraverso un comunicato la Assl di Oristani ha ringraziato anche l’Ordine dei Medici di Oristano che (oltre alle apparecchiature donate al reparto Covid grazie alla raccolta fondi promossa insieme alla testata online Link Oristano) sta sostenendo il personale del Pronto Soccorso del San Martino, coordinato da Priscilla Ongetta, con l’invio costante di dispositivi di protezione individuale e attrezzature elettromedicali. È di questa mattina, inoltre, la donazione di tute, mascherine e altri dispositivi di protezione individuale acquistati grazie alla raccolta fondi “Un respiro per il San Martino”, nata dalla volontà di un privato cittadino, Cristian Deriu, con la collaborazione di Erica Pau, Ilenia Fanari e Claudia Mameli.La distribuzione dei materiali è partita oggi dall’Unità operativa di Chirurgia e dalla neonata area Covid del San Martino, ma presto sarà estesa anche ad altri reparti. In occasione delle festività pasquali sono state tante le testimonianze di affetto e solidarietà nei confronti degli operatori sanitari: 400 uova di Pasqua sono state donate al San Martino dall’associazione Oftal, mentre 40 scatole di dolciumi sono arrivati dalla ditta Diellezeta di Oristano, con l’obiettivo di dimostrare tutta la vicinanza agli operatori sanitari e ai pazienti in questo difficile momento. Anche la Questura di Oristano ha voluto ringraziare chi in questo momento è impegnato nella lotta al coronavirus, con la donazione di diverse confezioni di uova pasquali. La nota della Assl si è conclusa con il ringraziamento, da parte del direttore della Assl oristanese Mariano Meloni e di tutto il personale, “a tutti coloro che, in ogni modo e con ogni mezzo, stanno supportando le strutture e gli operatori sanitari”.

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