Dic 05

Oristano dichiarata ufficialmente a Bruxelles “Città europea dello Sport”.

La nomina di Oristano come “Città europea dello sport” ha avuto, a Bruxelles, nella sede del parlamento europeo,  il crisma dell’ufficialità.

Sono stati il Commissario europeo per lo sport, l’ungherese Tibor Navracsics, e il presidente di Aces Italia, Francesco Lupatelli, a consegnare al sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, e all’assessore allo Sport, Francesco Pinna, la bandiera che per tutto il 2019 sventolerà all’ombra di Eleonora d’Arborea.

Insieme a Oristano hanno ritirato il vessillo Mantova, Livorno e Vercelli, Città europee dello sport 2019, ma anche tanti altri centri, piccole località o grandi capitali come Lisbona e Sofia, così come Genova e Malaga, che a vario titolo sono state scelte per uno dei riconoscimenti messi in palio dall’associazione europea che si occupa della promozione dei valori sportivi. Alla cerimonia erano presenti i rappresentanti delle istituzioni europee, decine di sindaci provenienti tutta Europa e grandi campioni.

Una presenza ampia e qualificata nel cuore delle istituzioni comunitarie, che ha permesso agli amministratori locali e ai delegati di Aces di chiedere “…un forte impegno da parte dell’UE per sostenere le città e le comunità europee che si sono dimostrate più attente verso lo sport, convinte dell’importanza del suo valore sociale e della diffusione della pratica ad ogni livello”. Un appello accolto dal commissario europeo Navracsics, che ha sottolineato ed esaltato l’impegno delle istituzioni, europee, nazionali e locali, nel sostenere e investire le società, gli atleti e la diffusione della pratica sportiva.

Il sindaco Lutzu, ritirando la bandiera insieme all’assessore Pinna, ha portato il saluto della città. “Oristano – ha detto Lutzu – e una piccola città di una terra meravigliosa come la Sardegna. È un onore essere qui a parlare di sport. Faremo di tutto nel 2019 per dimostrare di aver meritato questo premio, ma già quest’anno abbiamo ospitato grandi manifestazioni internazionali, vedendo all’opera i campioni di varie discipline. Un’attenzione particolare cercheremo di riservarla agli sport paralimpici per l’alto valore sociale delle imprese degli atleti che li praticano”.

Per dare corso alle iniziative programmate dal Comune insieme alle società sportive, il sindaco Lutzu e l’assessore Pinna hanno già avviato contatti è richiesto collaborazione delle massime istituzioni sarde. “Abbiamo già chiesto il sostegno della Fondazione di Sardegna e quello della Regione per sostenere lo sforzo del Comune e dei dirigenti sportivi nell’organizzazione degli eventi – ha osservato l’assessore allo Sport Francesco Pinna -. Intanto accogliamo con orgoglio questo riconoscimento, che giunge proprio nel giorno in cui ci è stato confermato per il 2019 un ulteriore finanziamento di 440 mila euro per una serie di servizi per la cittadella sportiva di Sa Rodia”.

La nomina di Oristano come “Città europea dello Sport” stride fortemente con quanto sta accadendo alla Tharros, la squadra calcistica locale dal glorioso passato che attualmente milita nel campionato di Prima categoria. Dopo che il presidente Prometeo Vacca (sulla cui gestione stendiamo un velo pietoso) aveva lasciato la baracca dopo alcuni tentativi di cedere la società andati a vuoto, restituendo le chiavi al Comune, sindaco e assessore allo Sport avevano nominato come commissario, Bruno Corona, ex dirigente biancorosso di comprovata esperienza, per vedere se c’era qualche possibilità di rimettere in sesto, dal punto di vista aziendale e non solo, le sorti della Tharros. Ma dopo una settimana o poco più il commissario straordinario ha deciso di gettare la spugna. E se una persona con l’esperienza sportiva e manageriale di Bruno Corona ha preso questa decisione, significa che la situazione della Tharros è più disastrosa di quanto fosse lecito ipotizzare. Bruno Corona è in attesa di riferire quanto appreso a sindaco e assessore allo Sport non appena Andrea Lutzu e Francesco Pinna rientreranno da Bruxelles. Quel che è certo è che per la Tharros, ora più che mai, è buio pesto.

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