Dic 05

Secondo il Movimento 5 Stelle il termodinamico a San Quirico non s’ha da fare.

“La Regione deve bloccare l’impianto termodinamico di San Quirico con le stesse motivazioni con le quali si è opposta alla realizzazione dell’impianto solare termodinamico della società Flumini Mannu che si sarebbe dovuto realizzare nei comuni di Villasor e Decimoputzu.

Invece l’assessore regionale all’Industria, Maria Grazia Piras, rilascia dichiarazioni sconcertanti, dicendosi favorevole alla realizzazione in un’area agricola di una cattedrale nel deserto, e questo solo per consentire ad una società privata di risparmiare”.

Lo hanno dichiarato i parlamentari del Movimento 5 Stelle Emiliano Fenu, Luciano Cadeddu e Lucia Scanu. “Per realizzare un impianto che non porterà alcun beneficio ai sardi, si permette il consumo di territorio agricolo e la realizzazione nei fatti di un nuovo termovalorizzatore nel cuore pulsante dell’industria agricola sarda, a pochi chilometri da quello che è il nostro migliore modello di sviluppo agricolo.

Come abbiamo detto più volte, siamo assolutamente a favore della realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ma questi devono essere realizzati in aree industriali dismesse, degradate e da recuperare. Occorre evitare il consumo di suolo agricolo. La Regione deve quindi ascoltare le comunità e bloccare immediatamente il progetto di San Quirico.

E’ sconcertante – hanno detto ancora i tre parlamentari pentastellati – che si voglia andare avanti a tutti i costi nonostante le molteplici criticità emerse nel corso del procedimento autorizzatorio, ignorando la voce delle comunità, degli enti locali e di tutti i comuni guidati da amministrazioni di qualsiasi parte politica. Occorre, dunque, evitare che si crei un impianto industriale con ricadute occupazionali del tutto inconsistenti, e con effetti devastanti sul territorio e, soprattutto, d’immagine su un territorio ad evidente vocazione agricola”.

I tre parlamentari del M5S hanno poi ricordato come l’impianto di San Quirico preveda anche “…la realizzazione di un bruciatore di ben 75 tonnellate di biomassa di legname al giorno, anche se non si comprende ancora bene dove dovrebbe essere reperito il legname e come dovrebbe essere trasportato in loco, mentre è ormai risaputo che il bruciatore, un domani, potrà essere agevolmente convertito anche per bruciare rifiuti.

Confidiamo nel buon senso del Presidente della Regione, che già si era opposto alla realizzazione del progetto dell’impianto solare termodinamico di Flumini Mannu, ma la cui realizzazione è stata definitivamente scongiurata grazie alla recente delibera del Consiglio dei Ministri che ha negato la prosecuzione del procedimento di valutazione di impatto ambientale del progetto. Le criticità evidenziate dalla giunta regionale per quegli impianti sono le stesse che investono anche il progetto di San Quirico. Per questo chiediamo a gran voce: ascoltate le comunità e fermatevi”.

“Gli iscritti sardi al M5S mi hanno dato una grande responsabilità: rappresentare le loro istanze e quelle di tutti coloro che si riconoscono nelle nostre idee alle prossime elezioni regionali”. Sono state queste le prime parole di Francesco Desogus, neo candidato governatore per il M5S. Il 58enne dipendente della Città Metropolitana di Cagliari ha ringraziato chi l’ha votato al ballottaggio delle “regionarie”, che si sono tenute ieri sulla piattaforma Rousseau. Desogus ha ringraziato anche gli altri quattro candidati alla corsa alla presidenza della Regione del M5S (Donato Forcillo, Gianluca Mandas, Anna Sulis e Marcello Cherchi) “…con i quali, assieme ai parlamentari, ai portavoce, a tutti gli attivisti e ai tantissimi sostenitori, inizieremo ora un percorso comune. Adesso, infatti, c’è bisogno di tutti per dare alla Sardegna una vera prospettiva di sviluppo. Accetto con entusiasmo la candidatura – ha detto ancora Desogus -, consapevole dell’impegno che mi attende ma, soprattutto, della necessità di coinvolgere le parti migliori della società sarda in un progetto nuovo. Insieme ce la faremo”. Desogus ha poi fatto un passaggio anche sugli avversari più quotati per contendergli la presidenza della Regione, i candidati del centrodestra Christian Solinas e del centrosinistra Massimo Zedda. “Sono vecchi politici di professione – ha sostenuto Desogus -, e d’altra parte centrodestra e centrosinistra sono facce speculari della stessa vecchia idea di gestione del potere. La Sardegna merita un vero cambiamento, un nuovo modello di sviluppo e una nuova classe dirigente, che non può essere più quella dei vecchi partiti che hanno già spolpato l’Isola con clientele, vitalizi e una gestione poco trasparente del potere”.

La direzione regionale del Pd è stata convocata, nuovamente, dopo quella che si è tenuta recentemente a Tramatza e che i Dem hanno chiamato pomposamente “conferenza programmatica”, per 10 lunedì dicembre, alle 17, nella sede di via Canepa, a Oristano. Tre i punti all’ordine del giorno: 1) l’elezione della commissione regionale per il congresso nazionale; 2) le elezioni suppletive del 20 gennaio; 3) le regionali di febbraio. Elezioni che per il Pd, visto il continuo e irrefrenabile calo di consensi, sembrano del tutto in salita.

5 comments

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    • Mauro on 6 dicembre 2018 at 9:13
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    Desogus ha fatto bene a citare solo Zedda e Solinas. Anche secondo me la lotta sarà ridotta a tre: Desogus, Zedda e Solinas. Gli altri saranno solo dei comprimari.

    • Angelo on 6 dicembre 2018 at 10:52
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    A proposito… si hanno notizie dei 130 Sindaci pro Zedda?

    • Ciro on 6 dicembre 2018 at 12:10
    • Rispondi

    Alle politiche ho votato 5 Stelle, ma ora non sono più molto convinto. Di certo non voterò Pd, ma spero che Desogus e C. si diano una mossa altrimenti, considerato che il Pd non conta nulla, il Centrodestra vincerà in carrozza.

    • drastico on 6 dicembre 2018 at 17:24
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    sono d’accordo con mauro… chissà come sarà contento maninchedda-millepartiti quando vedrà dimezzato alle elezioni regionali il suo minipartito. altro che innantis… a foras!

    • Filippo on 6 dicembre 2018 at 19:31
    • Rispondi

    Dove sono i 130 sindaci pro Zedda? Boh! Spariti!

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