Mag 17

30 ex consiglieri regionali di centrosinistra rinviati a giudizio per peculato.

Trenta ex consiglieri regionali del centrosinistra, accusati di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi destinati ai gruppi nella tredicesima legislatura (2004-2009), sono stati rinviati a giudizio per il 19 ottobre.

Tutti, tranne il sindaco di Alghero, Mario Bruno (a cui sono state contestate spese per 46 mila euro), che ha chiesto e ottenuto di essere processato con rito abbreviato il 18 ottobre.

Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Cagliari, Roberto Cau al termine dell’udienza preliminare, accogliendo le richieste del Pubblico ministero, Marco Cocco.

Si tratta degli allora esponenti di Ds, Progetto Sardegna e Margherita: Chicco Porcu (il Pm gli ha contestato spese per 172 mila euro), Silvio Lai (81 mila), Giacomo Spissu (79 mila), Gavino Manca 52 mila), Antonio Ignazio Calledda (275 mila), Siro Marrocu (174 mila), Giuseppe Cuccu (170 mila), Antonio Biancu (circa 97 mila euro), Nazareno Pacifico (94 mila euro), Alberto Sanna (83 mila euro), Vincenzo Floris (82 mila euro), Giovanni Battista Orrù (80 mila), Angelina Corrias (circa 80 mila euro), Salvatore Mattana (79 mila), Giuseppe Matteo Pirisi (78 mila), Renato Cugini (70 mila), Francesco Sabatini (56 mila), Alessandro Frau (54 mila), Mariuccia Cocco (48 mila), Stefano Pinna (42 mila), Gianluigi Gessa (42 mila), Simonetta Sanna (42 mila), Elia Corda (39 mila), Carmelo Cachia (35 mila), Giommaria Uggias (28 mila), Beniamino Scarpa (25 mila), Giovanni Giagu (23.600 euro), Giovanni Tocco (17 mila) e Tarcisio Agus (4500 euro).

Il Comitato del distretto socio-sanitario di Oristano esprime forte preoccupazione per la situazione dell’Ospedale civile San Martino e, più in generale, per le condizioni del sistema sanitario territoriale. Convocato del presidente del Comitato, il sindaco di Oristano Andrea Lutzu, l’organismo si è riunito nella sala consiliare del comune di Oristano per una valutazione complessiva e per far sentire la voce del territorio su un tema di primaria importanza per i cittadini. “È nostro compito, come sindaci, come rappresentanti del territorio nel distretto sanitario, verificare l’attività e fornire suggerimenti e indirizzi – ha detto il sindaco Lutzu -. Il Comitato del distretto è un organismo nuovo che sta iniziando a muovere i primi passi. Oggi iniziamo un percorso, che non vuole seguire i colori dell’appartenenza politica, ma solo quelli delle esigenze delle popolazioni e del territorio”. Il Comitato, che è composto dai sindaci dei comuni del distretto (dei 24 comuni aderenti 16 hanno risposto all’appello), ha il compito di verificare l’andamento delle attività socio-sanitarie distrettuali, formulare pareri obbligatori rispetto ad esse, ed esprime osservazioni e proposte sull’organizzazione e la gestione dei servizi e delle strutture presenti nel territorio. La riunione ha consentito di sentire dalla voce del direttore della Assl di Oristano Mariano Meloni, del presidente dell’Ordine dei medici Antonio Sulis, e dall’Anao e Cimo rappresentati dall’oncologo Luigi Curreli, le valutazioni sullo stato di salute del sistema sanitario locale e, soprattutto, sulle sue criticità. Per il Direttore della Assl i limiti imposti dal blocco del turn over del personale (superato solo nel 2018), la presenza di graduatorie regionali, la forte attrattività di Cagliari e Sassari, e il fenomeno del lavoro precario e del piano delle stabilizzazioni, così come il passaggio all’azienda unica regionale, sono elementi che incidono sull’attività del sistema sanitario locale, “…ma le condizioni non sono cambiate molto negli ultimi anni e i livelli di assistenza sono grosso modo gli stessi”. Di diverso avviso il presidente dell’Ordine dei Medici, che ha espresso forte preoccupazione per la qualità dei servizi di assistenza: “Siamo in prima linea nel dare assistenza al malato e come Ordine dobbiamo garantire la professione – ha detto Sulis -. Se mancano gli anestesisti non si può garantire l’attività delle sale operatorie, se al Pronto soccorso (con 30 mila accessi all’anno) i tempi di attesa sono di 6-7 ore, e se in 30 anni la condizione delle Guardie mediche non ha fatto passi avanti, non possiamo dare un giudizio positivo. Occorre aprire una vertenza sanità su Oristano”. Medesima preoccupazione da parte di Luigi Curreli dell’Anao che, dopo aver ringraziato il sindaco di Oristano per aver chiamato a raccolta il distretto sanitario per farsi carico dei problemi della sanità, ha manifestato grande sfiducia, a causa delle tante aspettative deluse negli ultimi anni: “Il piano attuativo della riforma del sistema sanitario necessita di risorse – ha detto Curreli ma le risposte che si stanno dando non sono sufficienti e non rispondono alle esigenze dei cittadini. Troppi settori fanno i conti con organici falcidiati in un sistema regionale depotenziato. A Oristano i tempi di attesa per le prestazioni sono troppo lunghi, e troppi dipartimenti che erogano assistenza sono in sofferenza”. Dai sindaci e dagli amministratori di Cabras Cristiano Carrus, di Milis Sergio Vacca, di San Vero Milis Luigi Tedeschi, di Zeddiani Claudio Pinna, di Ollastra Gigi Cianciotto e di Siamanna Gianluca Laconi è arrivato l’apprezzamento per l’azione del presidente del distretto che punta a ridare peso al ruolo dei comuni in un settore importante come quello della Sanità, ma anche la preoccupazione per le difficoltà che lo caratterizzano e l’appello alla Regione e all’Ats a investire sul sistema sanitario locale.

Dai “Memorandum” di Sardegna Soprattutto (www.sardegnasoprattutto.com) a uso e consumo della giunta Pigliaru:
Da Gentiloni a Pigliaru tutti d’accordo per svendere le coste della Sardegna ai potenti petrolieri arabi. Arriveranno a cedere la sovranità? Prima bisognerà sbaraccare il Piano paesaggistico di Renato Soru. Pigliaru ha già cominciato…..«Sardegna – Il milionario del Qatar ha comprato mezza Costa Smeralda e spinge per costruire. Intanto rimanda il via all’ospedale».
Via Qatar si trova a Olbia, fra la zona industriale e il mare. È solo uno degli omaggi alla trasformazione della Gallura in colonia benedetta dal governatore berlusconiano Ugo Cappellacci e oggi ancor di più dal renziano Francesco Pigliaru.
Colonia al punto da poter confezionare una legge urbanistica per tutta l’isola a misura degli interessi immobiliari dell’emirato in Costa Smeralda nelle vesti di salvatore dell’economia isolana. Chissà se ne hanno parlato mercoledì a Doha il premier Paolo Gentiloni e l’emiro del Qatar, Tamin bin Hamad Al-Thani.
Prima la bandiera granata a nove punte ha sventolato sugli hotel dorati di Porto Cervo, poi sul grande ospedale che fu di don Verzé, infine sulla compagnia aerea Meridiana. Quando lo sbarco nell’isola ha passaporto qatariota è tutto un inginocchiarsi. Defunta la Sir di Rovelli e circoscritta la Saras dei Moratti nell’area di Cagliari, l’emirato è oggi la presenza economica estera più forte in Sardegna.
Tutto è avvenuto in cinque anni: il primo colpo fa data al 2012, quando la Qia (Qatar Investment Foundation) compra la Costa Smeralda dall’indebitato finanziere americano Tom Barrack. Il pacchetto comprende quattro resort tra i più prestigiosi al mondo, la Marina, il Pevero golf club e 2.300 ettari di terre ancora vergini. Oggi l’unico proprietario è lui, l’emiro Tamin bin Hamad Al-Thani.
Un solo ostacolo rallenta l’espansione del suo braccio immobiliare “Sardegna Resort”: il Piano paesaggistico regionale (Ppr): dal 2006 obbedisce al Codice del Paesaggio ed è l’unico argine all’avanzata del cemento. Per i qatarioti è un problema: i petroldollari ci sono, ma i progetti si infrangono sulla legge.
Per fortuna c’è il Pd e il suo governo: nel maggio scorso Mario Ferraro, manager di Sardegna Resort e Qatar Holding ha consegnato alla commissione urbanistica regionale una nota in cui si chiede di alleggerire nella prossima legge urbanistica il vincolo di inedificabilità entro i 300 metri dal mare. La politica isolana si piega docilmente e conferma nel disegno di legge il regalo già anticipato ai costruttori col piano casa firmato dall’assessore all’urbanistica Cristiano Erriu: via libera agli aumenti di cubatura per le strutture già esistenti.
Se il contestatissimo disegno di legge supererà lo scoglio del Consiglio regionale e della protesta ambientalista, hotel, resort e seconde case potranno allargarsi di un quarto “anche in deroga agli strumenti urbanistici”. E addio Ppr. Un’inversione di tendenza inspiegabile, a meno di non pensare a uno scambio.
La salvezza dell’ospedale Mater Olbia per il via libera alle nuove cubature: “Un’eccellenza sanitaria che darà lavoro a 600 persone” (Regione dixit) che non guasta mai in campagna elettorale. Clinica sottratta a morte certa ma pagata col sacrificio del paesaggio. Basta unire i punti di questa storia coloniale.
Il Mater è nato come struttura privata del San Raffaele di don Verzé e finito nel crac della Fondazione Monte Tabor. Nell’estate 2014 arriva il fondo dell’emiro che lo rileva per 1,2 miliardi di euro dalle banche creditrici. Un’operazione costruita in anni di relazioni diplomatiche condite dai viaggi a Doha di Mario Monti ed Enrico Letta e che avrà in Matteo Renzi il suo più autorevole sponsor nonché padrino al taglio del nastro (maggio 2015).
Il progetto sembra già approvato nel 2013 quando viene sottoscritta una manifestazione di intenti tra Cappellacci, allora governatore, Rashid Al Naimi, Ad del fondo Qatariota, e Giuseppe Profiti manager del Bambin Gesù (poi rinviato a giudizio in Vaticano per distrazione di fondi nella vicenda dell’attico del cardinale Bertone).
Cinque mesi dopo cambia la Giunta, ma il neo-presidente dem Pigliaru firma un protocollo d’intesa in cui la Regione si impegna, se la Fondazione qatariota comprerà l’ospedale, a “porre in essere tutte le autorizzazioni e accreditamenti”. Poi, nel luglio scorso, il partner del Qatar diventa l’ospedale cattolico Gemelli di Roma. Come dire “Comprate e avrete tutte le porte aperte”.
Appena cinque giorni dopo (21 maggio 2014) arriva l’intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri sottoscritta da Renzi: pieno sostegno all’iniziativa, deroghe per il tetto di spesa regionale e per il numero dei posti letto. Una bella corsia preferenziale, anche se passerà un altro anno prima che possa sbarcare in Sardegna con tutti gli onori per inaugurare il cantiere. Renzi twitta entusiasta: “Oltre un miliardo di investimenti dal Qatar e si sblocca finalmente il Mater Olbia. Prezioso non solo per la Sardegna #lavoltabuona”.
Ma il Mater rimane un’incompiuta e l’inaugurazione slitta: doveva arrivare a marzo 2015, ora pare si arrivi al 2018, ma c’è anche chi teme non aprirà prima del 2020. E mentre le date si rincorrono, la politica lavora per il Qatar.
La cosa importante è non far scappare l’investitore d’oro, e così nell’imponente riforma sanitaria che ridefinisce la rete ospedaliera di tutta l’isola succede che il consiglio regionale voti a maggioranza bipartisan per posticipare al 2020 l’assegnazione dei posti letto per la sanità privata: fate con calma, la Regione e i malati possono aspettare.
“Questa è buona politica, il Mater figlio di tutti, Cappellacci e Pigliaru, rende giustizia a un’intera classe”, festeggia il deputato Pd Giampiero Scanu.
La strada sembra tracciata: più cemento e deroghe, in cambio dei petrodollari in un’isola martoriata dalle crisi industriali. L’ultimo salvataggio riguarda Meridiana, compagnia aerea di Olbia fondata dal principe Karim Aga Khan mezzo secolo fa, da tempo in grave sofferenza con oltre 1600 esuberi. Un mese fa la Qatar Airways ha acquisito il 49% di Meridiana Fly assumendone però il pieno controllo col plauso di politica e sindacati.
La promessa è un nuovo piano industriale e il raddoppio della flotta. Un negoziato durato tre anni col sostegno del governo e il raccordo con l’ambasciatore Qatariota in Italia. Solo l’ultimo segno dell’asse renziano Italia-Qatar con la Sardegna targata Pd principale avamposto. (Mario Girau, il Fatto Quotidiano 3 novembre 2017)

Sabato 19 maggio, alle 10, nei giardini della piazza Aldo Moro, in via Armando Diaz, a Oristano, si scoprirà una targa-ricordo per commemorare Raoul Follereau (1903 – 1977). La cerimonia si svolgerà alla presenza del sindaco di Oristano Andrea Lutzu, del presidente Nazionale dell’Aifo (Associazione italiana amici di Roul Follereau, che si occupa dei diritti degli ultimi. ndr) Antonio Lissoni, dell’assessore comunale Riccardo Meli, e del Coordinamento Aifo Sardegna. Sempre sabato, alle 18, al Teatro San Martino, a 40 anni dalla scomparsa di Raoul Follereau, il gruppo Aifo di Oristano ricorderà il giornalista, filantropo e poeta francese con uno spettacolo di parole e musica.

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