Feb 12

Se muore la sanità pubblica…

“L’argomento maggiormente presente in questa campagna elettorale è, senza ombra di dubbio, la “questione sanitaria”, intendendo con questione la interezza e la complessità delle problematiche che avvolgono il sistema sanitario regionale e la sua profonda crisi”.

E’ quanto ha scritto, in una nota, Bruno Palmas, medico, e co-fondatore di Sinistra Futura (gruppo politico che alle elezioni regionali sostiene Alessandra Todde), che fatto una riflessione su un argomento quanto mai d’attualità.

“Chi ha memoria storica (i meno giovani) ricorderà i tempi in cui ci si curava con le mutue (chi le aveva, e sempre che il costo di quella cura fosse da essa coperto), salvo poi non curarti se il lavoro non lo avevi e quindi eri senza copertura assicurativa.

Milioni di persone – ha proseguito Palmas – non avevano la copertura sanitaria e dovevano arrangiarsi in qualche modo, magari scegliendo se mangiare adeguatamente o curarsi alla meno peggio. Quello che oggi avviene, senza neanche tanto scandalo o scalpore, negli opulenti e democratici Stati Uniti d’America.

Nel 1978, a dicembre, la lungimiranza di una politica che oggi non esiste più e la capacità di unire il cattolicesimo democratico e la sinistra storica del Paese, produssero una delle leggi più civili che l’Italia abbia mai conosciuto: la legge 833, nota anche come Legge di Riforma Sanitaria. Con questa legge di ispirazione costituzionale (art. 32) si considerava la salute del cittadino come diritto individuale e interesse della collettività e, dunque, lo Stato si faceva carico della tutela della salute di tutti i cittadini, poveri e meno poveri, occupati o no, cittadini italiani o stranieri in Italia, disegnando un servizio di Sanità Pubblica, universalistico (e quindi equo) e solidaristico, finanziato dalle tasse di tutti.

Non sfugge a nessuno quanto sia importante che questo servizio pubblico sia per tutti, con la copertura di interventi anche ad alto costo, non sostenibili dal singolo individuo. Pensiamo, ad esempio, al costo vero di un intervento di cardiochirurgia, o al costo della chemioterapia, o ancora e più banalmente al costo di una coronarografia, oggi diffusamente eseguita.

Il fatto poi che gli operatori sanitari, medici e non, dentro questo sistema siano dipendenti pubblici retribuiti dallo stato, ha creato per loro un forte legame di fiducia con i cittadini, costituendo il corpo sociale che sostiene il Servizio Sanitario pubblico.

La pandemia – ha scritto ancora Bruno Palmas – ha dimostrato che questi professionisti, con la loro generosità e abnegazione, hanno salvato la sanità pubblica pur tra mille difficoltà, che ancora purtroppo persistono. Ma non si può pensare che essi possano resistere ancora con organici carenti e turni massacranti, compromettendo anche la propria vita personale.

Per questo il Servizio Sanitario Nazionale ha un grande valore sociale nella vita dei cittadini e la sua profonda crisi attuale rappresenta un vero fattore di rischio per l’aspettativa di uguaglianza di tutti i cittadini rispetto alla sfera dei diritti in generale e di quello della salute per primo.

Oltre la sanità pubblica potrà esserci solo la privatizzazione delle cure e della diagnostica, la scomparsa della prevenzione e della sanità sociale, un affare colossale per il quale le lobby affaristiche del privato finanziario stanno da tempo programmando la invadente sostituzione dei servizi sanitari, con la connivente complicità della politica di destra nazionale e regionale.
Sono questi – ha sostenuto Palmas – i motivi per cui il Servizio Sanitario Nazionale pubblico va difeso con le unghie e con i denti. Questo sistema è oggi sull’orlo del baratro e i cittadini devono capire che il tempo per salvare la sanità pubblica sta finendo.

Non c’è più tempo per le parole. Le soluzioni concrete ci sono.

Noi di Sinistra Futura le abbiamo, le abbiamo dichiarate nel nostro programma ed in quello della coalizione guidata da Alessandra Todde. Su questo terreno non faremo sconti a nessuno, neanche alla nostra parte politica quando avremo vinto queste elezioni.

Noi non possiamo permettere che il Servizio Sanitario Nazionale sia ostaggio della carenza cronica di medici e di professionisti, e per ciò vogliamo cambiare radicalmente l’accesso alla facoltà universitarie per avere organici completi; vogliamo Direttori Generali onesti e capaci, vogliamo strutture adeguate, attrezzature nuove, una sanità moderna, vogliamo una sanità territoriale migliore, una sanità ospedaliera compiuta e organizzata, una prevenzione rinnovata, pensiamo ad un ruolo nuovo e diverso delle comunità locali, siamo disponibili a quanto altro necessario.

Ma per poter perseguire questi obiettivi occorre che le forze politiche democratiche e di sinistra capiscano la gravità della situazione e che mettano in campo le soluzioni più forti per salvare il Servizio Sanitario Nazionale pubblico.

Ma ancora più importante è che si stringa un patto forte di alleanza tra cittadini e operatori sanitari, medici in primo luogo, perché la sanità pubblica è un bene sociale prezioso per tutti e va salvato dall’assalto della speculazione assicurativa privata.

Per la salute dei cittadini. Per la libertà e per la indipendenza professionale degli operatori sanitari.

Sulla salute delle persone – ha concluso Palmas – non può esserci alcun tipo di lucro o di speculazione. La salute delle persone non può essere un affare per qualcuno.

E allora cittadini, medici, operatori sanitari e socio-sanitari devono essere solidamente generosamente uniti per difendere questo bene prezioso, il Servizio Sanitario Nazionale pubblico. Ora e subito. Senza esitazioni”. (Bruno Palmas, co-fondatore di Sinistra Futura).

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