Gen 06

Regionali, Alessandra Todde: “Il centrodestra? Si scannino pure, non mi interessa”.

“ll centrodestra può candidare chiunque, Truzzu, Solinas, Biancaneve e i sette nani, non mi interessa.

Che si scannino pure e si spacchino a piacere, i cittadini sanno che tipo di Sardegna hanno lasciato: tutti si sono resi conti che è il momento di cambiare”.

Così Alessandra Todde, candidata del “campo largo” a guida M5S-Pd alla presidenza della Regione Sardegna, oggi a “L’attimo fuggente”, condotto da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi, sulla Fm di Radio Giornale Radio.

Le posizioni nel centrodestra dopo il vertice fiume che ha tenuto i referenti regionali delle forze dell’attuale maggioranza alla Regione, in un hotel cagliaritano, per oltre nove ore, restano, infatti, cristallizzate.

Il tavolo sardo del centrodestra ha scelto il nome del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, e non si torna indietro, ma Psd’Az e Lega insistono sulla continuità e sulla riconferma di Christian Solinas.

Alessandra Todde non sembra affatto sorpresa da quanto accade nel centrodestra, ma guarda in casa sua  e pensa al recupero nella coalizione che la sostiene dei Progressisti, al momento schierati con Renato Soru.

“Ci sono molti punti di contatto – ha detto Todde -, bisogna smettere di guardare le diversità e iniziare a discutere. Ci sono possibilità concrete che si possa arrivare a un’alleanza. Ma bisogna provare con tutti, anche con Soru, e lo faremo fino all’ultimo minuto utile”.

Per quanto riguarda un’ipotetica alleanza con i sardisti, la candidata del centrosinistra ha risposto che ciò che vuole “…è parlare con i sardi seri e onesti, quelli che stanno soffrendo e vedendo il proprio credo vilipeso e umiliato”.

Il Tricolore compie 227 anni e anche Oristano celebra l’anniversario che ha ispirato la legge che nel 1996 ha dichiarato il 7 gennaio “Giornata nazionale della Bandiera”. “All’ingresso del palazzo Campus-Colonna un’installazione omaggia il vessillo che è l’emblema dei valori condivisi dalla nostra comunità – ha sottolineato il sindaco Massimiliano Sanna -. Non a caso il Parlamento volle questa ricorrenza per onorare il nostro tricolore, la bandiera – come disse il Presidente Ciampi – delle nostre città, delle nostre case e delle forze armate, la bandiera che abbiamo amato e che, fortemente, amiamo”. Il tricolore che sventola nelle sedi delle istituzioni nacque a Reggio Emilia. Ebbe origini militari e il 7 gennaio 1797 fu adottato dalla Repubblica cispadana. Nel 1848 diventò il vessillo del Regno di Sardegna e, a partire dal 1861, del Regno d’Italia. Nel 1947 l’Assemblea Costituente ne definì la foggia, indicandola solennemente nella Costituzione. Nella porta di ingresso del palazzo comunale di Oristano tre vetrofanie riassumono il significato e il messaggio educativo della giornata, citando perciò i simboli della Repubblica: l’inno, l’emblema con stella, ruota dentata, rami di ulivo e quercia, lo stendardo del Capo dello Stato e, innanzitutto, il Tricolore. “Ma insieme all’articolo 12 della Costituzione ci è piaciuto ricordare un passaggio del discorso di fine anno del Presidente Mattarella: contribuire al progresso della Repubblica non può che suscitare orgoglio – ha evidenziato il sindaco Sanna-. Ascoltare, partecipare, cercare quel che unisce sono i valori alla base della nostra convivenza, del senso di cittadinanza e delle conquiste della democrazia che incoraggiano tutte le generazioni. Verde, bianco e rosso sono una bella metafora di tutto ciò, e quanto celebriamo con gioia a Oristano rinnova i legami identitari e le diversità, nell’unità, che ci fanno sentire parte di un’unica Patria”.

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