Set 22

Proteste dei sindaci per l’installazione di tende nei comuni dove ospitare i migranti.

Saranno da 200 a 300 i nuovi arrivi a settimana di migranti nell’Isola, in base al piano di ripartizione nazionale deciso dal governo, più gli sbarchi diretti dal nord Africa, non programmati, a bordo di barchini di fortuna.

La Sardegna si sta attrezzando ma la macchina dell’accoglienza rischia di andare in tilt. La Regione, guidata anche nell’Isola dal centrodestra, ha già fatto sapere a Roma che i numeri previsti sono troppi, proprio per le carenze di strutture. I Cas (39 in tutta la Sardegna, con il più grande a Monastir), infatti, sono saturi. E i bandi delle Prefetture per reperire nuovi alloggi sono andati deserti.

La soluzione? Allestire tensostrutture nei comuni dove ospitare tutte le persone in fuga dai loro paesi e destinate all’Isola, ma i sindaci non ci stanno, anche se le ruspe per spianare il terreno e installare le tende della Protezione civile sono già entrate in azione in alcuni centri.

“Le nostre comunità sono generose e solidali – hanno detto alcuni sindaci –, e sono disponibili a ricevere nuovi arrivi, a patto però di individuare delle strutture idonee. Siamo favorevoli all’integrazione e detestiamo qualsiasi forma di razzismo, ma riteniamo che rispettare la dignità di chi arriva sia altrettanto importante. Le soluzioni temporanee delle tende non ci vanno proprio. Riteniamo che le tensostrutture non siano la soluzione e anzi siano profondamente offensive”.

Per quanto riguardi i Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, in Sardegna c’è un centro a Macomer, aperto nel 2020. Ma anche qui i posti sono insufficienti. La prossima settimana partiranno i lavori di ampliamento, che porteranno da 50 a 100 il numero degli ospiti, con l’adeguamento di 30 celle.

Con 300mila euro di fatturato si è chiusa l’edizione numero 62 della Fiera dell’artigianato di Mogoro, che ha viso, dal 22 luglio al 17 settembre, oltre 11mila visitatori, con l’incasso per i biglietti che ammonta a più di 31mila euro. Anche quest’anno è stato apprezzato il biglietto integrato (Fiera e un sito del Parte Montis) – scelto da circa mille visitatori. Il fatturato per i prodotti venduti è stato di oltre 121mila euro, quasi 25mila euro per i prodotti dell’agroalimentare, poco meno di 12mila per il Bookshop. Pienamente soddisfatto il sindaco di Mogoro, Donato Cau, che sottolinea come l’investimento pubblico per la Fiera, anche quest’anno risulti più che colmato dal fatturato che l’esposizione ha prodotto “Dobbiamo considerare – afferma Cau – anche l’importante vetrina che la Fiera ormai rappresenta, facendo conoscere artigiani e produzioni per acquisti che spesso vengono conclusi anche a mesi di distanza dalla chiusura dell’esposizione. Un effetto moltiplicatore che non possiamo quantificare, ma di cui gli stessi artigiani hanno riscontro diretto”. “Siamo già all’opera per il prossimo anno – aggiunge l’assessore comunale delle Attività produttive, Francesco Serrenti -. Considerate le richieste di partecipazione, che crescono di anno in anno, stiamo valutando un ampliamento degli spazi già dalla prossima edizione, sfruttando anche le aree esterne. La Fiera si è chiusa con ottimi riscontri sia di visitatori che di vendite: la nostra soddisfazione va di pari passo con quella degli artigiani che ancora una volta ci hanno scelto”. Anche gli eventi collaterali, dell’Estate Mogorese, sono stati apprezzati e seguiti. “Abbiamo chiuso con le Giornate del Romanico e le visite alla nostra Chiesa del Carmine – spiega l’assessore della Cultura, Alex Cotogno – con scolaresche e turisti. Anche quest’anno abbiamo fatto conoscere e apprezzare i siti e i monumenti del Parte Montis, e possiamo dire che anche i tour hanno avuto molte adesioni”.

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