Dic 11

Appello per l’omicidio di Manuel Careddu: chiesta la conferma delle pene per i tre imputati.

Nel processo in Corte d’Assise d’Appello per l’omicidio del 18enne Manuel Careddu, la Pg Liliana Ledda ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Christian Fodde, e le condanne a 30 anni per Riccardo Carta, e a 16 anni e 8 mesi per Matteo Sanna, tutti ventenni di Ghilarza.

I tre sono i ragazzi maggiorenni del gruppo, composto da cinque giovani, accusati di aver ucciso Manuel Careddu, a colpi di piccozza e badile, l’11 settembre del 2018 sulle sponde del lago Omodeo. Un omicidio brutale che avrebbe avuto come movente il mancato pagamento di una piccola partita di droghe leggere, per circa 400 euro.

A un anno di distanza dal processo di primo grado, con rito abbreviato, si è aperto a Cagliari l’Appello davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Massimo Poddighe, che ha subito respinto la richiesta di perizia psichiatrica per Fodde avanzata dalla difesa.

Successivamente, la pg Liliana Ledda ha concluso la sua requisitoria, sollecitando la conferma di tutte e tre le condanne per gli imputati. Per lo stesso delitto sono già stati condannati in Appello a 16 anni di reclusione i due minorenni del gruppo.

Christian Fodde (ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio), Carta e Sanna devono rispondere, oltre che di omicidio premeditato pluriaggravato, anche di soppressione e occultamento di cadavere.

Gli imputati erano presenti in aula, così come i genitori della vittima, assistiti dagli avvocati Gianfranco Piscitelli e Luciano Rubattu.

Il processo è stato aggiornato al 20 gennaio, con la parola alle parti civili e ai difensori dei tre maggiorenni, avvocati Aurelio Schintu, Angelo Merlini e Antonello Spada.

Riccardo Carta, condannato a 30 anni in primo grado, è stato l’unico dei tre imputati accusati dell’omicidio di Manuel Careddu, ad aver deciso di parlare davanti alla Corte, ribadendo che lui non sapeva che l’intenzione fosse quella di uccidere Manuel Careddu, ma che gli si volesse solo dare una lezione.

Manuel Careddu sarebbe stato attirato in trappola, per poi essere ucciso a badilate da Christian Fodde, fidanzato della minorenne che aveva il debito con la vittima, e che gli aveva dato appuntamento con la scusa di restituirgli circa 400 euro di una partita di droga leggera acquistata tempo prima.

Ha seguito il processo in assoluto silenzio Fabiana Balardi, mamma di Manuel Careddu, che si è cistituita parte civile con l’avvocato Luciano Rubattu, visibilmente scossa dalla ricostruzione in aula dell’omicidio del figlio. La donna al termine dell’udienza è andata via senza rilasciare dichiarazioni.

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