Apr 06

Che rapporto c’è tra il Comitato scientifico e le case farmaceutiche?

Confesso che forse avevo capito male. Io pensavo che il Comitato tecnico scientifico istituito dalla giunta Solinas avrebbe dato indicazioni alla Regione su come affrontare l’epidemia di Coronavirus in assenza di un numero sufficiente di tamponi e di mascherine;

che avrebbe suggerito protocolli univoci a tutti gli ospedali; che sarebbe entrato nel merito della dislocazione degli ospedali Covid e nell’utilizzo delle strutture sanitarie nel territorio; che ci avrebbe detto come affrontare la drammatica crisi in corso nelle Rsa e nelle case di riposo; che avrebbe, in pratica, spiegato alla Regione come affrontare concretamente questa crisi, subito e alle condizioni date.

E invece no. Evidentemente avevo capito male. Perché ieri, parlando a nome del Comitato, il genetista Francesco Cucca ha presentato il frutto del primo lavoro portato avanti dal quartetto (ricordiamo gli altri componenti: i virologi Stefano Vellae Pietro Cappuccinelli, e il farmacologo Luca Pani), un documento riassumibile in otto punti rivolti ai cittadini e all’amministrazione regionale: non uscite di casa, portate le mascherine, fate i tamponi il più possibile (ma prima agli operatori sanitari), affrontate l’epidemia nel territorio, fate test indiretti, sperimentate nuovi farmaci e informate la gente.

“Queste cose le ho già lette su internet 20 giorni fa… Qualcosa di nuovo? Suvvia, non mi direte il comitato scientifico ha fatto questo lavoretto?” ha commentato nel corso della diretta una cittadina, chiaramente sfuggita alla censura “nordcoreana” che blocca sulla pagina Facebook della Regione le voci dissidenti in tempo reale.

Sta di fatto però che uno degli otto punti annunciati, uno ha delle implicazioni importanti.

Nel mio post dello scorso 31 marzo “Coronavirus in Sardegna, un comitato scientifico opaco e nel segno del conflitto di interessi”, mi chiedevo, tra le altre cose, dov’era l’atto che costituiva il comitato scientifico e quali sarebbero stati esattamente i suoi compiti. Il giorno seguente, il primo aprile, la giunta ha approvato la delibera 17/4 (“Emergenza relativa al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili. Costituzione Comitato Tecnico Scientifico Covid-19 in Regione Sardegna”), una delibera che però, secondo la migliore tradizione di opacità della giunta Solinas, non è ancora consultabile.

Sarebbe interessante capire se in questa delibera ci sono le dichiarazioni dei professori Vella, Cucca, Cappuccinelli e Pani “aventi ad oggetto l’assenza di cause di inconferibilità, incompatibilità e conflitto di interessi”. Riprendo volutamente la formula virgolettata dal documento del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione che lo scorso 31 marzo ha costituito il “Gruppo di lavoro data-driven per l’emergenza Covid-19”, ben sapendo che almeno il professor Vella, coordinatore scientifico del Mater Oblia, si trova in una clamorosa condizione di conflitto di interessi e non dovrebbe far parte del Comitato sardo.

Ma la questione è anche un’altra. Il settimo punto indicato dalla Commissione tecnico scientifica riguarda la “partecipazione a trial clinici”. In parole povere, i quattro scienziati propongono la sperimentazione in Sardegna di farmaci per il trattamento di persone infette. È di fatto l’unico vero punto innovativo tra quelli proposti dalla Commissione, e la cui portata economica (gigantesca) penso non sfugga a nessuno.

Ora sappiamo bene che tutti i ricercatori del mondo (Vella, Pani, Cucca e Cappuccinelli lo sono) hanno a che fare con le case farmaceutiche, che sono le stesse case farmaceutiche a pagare spesso i lavori di ricerca.

Niente di male, per carità. Funziona così. Però sarebbe allo stesso modo opportuno che Vella, Pani, Cucca e Cappuccinelli giocassero a carte scoperte, indicando ai sardi con quali case farmaceutiche hanno intrattenuto (e intrattengono tuttora) proficui rapporti di collaborazione, e magari se hanno anche rapporti con società che vendono tamponi, reagenti, mascherine, ventilatori e attrezzature utilizzate in questa emergenza Covid.

Pensate che la mia sia una domanda inopportuna e anche un po’ maleducata, quasi offensiva nei confronti dei quattro scienziati che, come ha rimarcato più volte il presidente Solinas, si sono messi a disposizione della comunità in maniera del tutto gratuita? Io invece penso che sia solo una richiesta di trasparenza. Dovuta. Necessaria. Imprescindibile.

Serve dai quattro una dichiarazione “avente ad oggetto l’assenza di cause di inconferibilità, incompatibilità e conflitto di interessi”. In attesa, ovviamente, che la Giunta Solinas renda cliccabile la delibera sulla costituzione del Comitato tecnico scientifico. (Vito Biolchini, www.vitobiolchini.it).

Sono 922 i casi di coronavirus registrati in Sardegna (di cui 27 in provincia di Oristano e 12 nella città capoluogo), secondo quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 7.521 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 149, di cui 26 in terapia intensiva, mentre 670 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 36 pazienti guariti, più altri 20 guariti clinicamente. Salgono a 47 i decessi. Sul territorio, dei 922 casi positivi complessivamente accertati, 146 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 74 (+3) nel Sud Sardegna, 27 (+3) a Oristano, 65 a Nuoro, 610 (+9) a Sassari. Per quanto riguarda i controlli, dal 14 marzo sono 19.697 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019. Nella giornata di ieri sono stati effettuati 984 controlli: 248 nell’area di Cagliari, 77 Iglesias, 90 Oristano, 184 Sassari, 83 Tempio, 189 Nuoro, 113 Lanusei. Sono state sanzionate 57 persone (30 a Cagliari, 9 a Sassari, 5 a Nuoro, 5 ad Iglesias, 4 a Oristano, 3 a Tempio, 1 a Lanusei), per un totale (dal 14 marzo) di 345. Inoltre, nello scalo di Porto Torres, sono stati controllate 51 persone sbarcate dal traghetto proveniente da Genova.

I Vigili del fuoco di Oristano stanno contribuendo a garantire, durante l’emergenza epidemiologica, la continuità dell’attività didattica. Dopo la chiusura delle scuole molti alunni non riescono a partecipare alla formazione a distanza per la mancanza dei supporti didattici informatici. I dirigenti scolastici dell’Istituto Tecnico Industriale Othoca, dell’Istituto magistrale Benedetto Croce e dell’Istituto tecnico Mossa hanno provveduto a stilare dei contratti di comodato d’uso gratuito di computer, tablet e portatili con i genitori degli alunni. Il grave momento storico non consente agli alunni di recarsi a ritirare personalmente i fondamentali supporti didattici informatici, senza i quali sarebbe impossibile seguire le attività formative a distanza. I Vigili del fuoco, continuando a garantire il soccorso tecnico urgente alla popolazione, hanno accolto la richiesta dei presidi e oggi hanno iniziato a consegnare a domicilio i personal computers. Le consegne interessano tutto il territorio della provincia, per un totale di oltre 200 famiglie. I Vigili del fuoco con mascherine, guanti, occhiali, suonano alla porta e senza nessun contatto consegnano il pc alla famiglia. Le consegne proseguiranno anche nei prossimi giorni.

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