Mar 29

Controlli antidoping Sartiglia: 5 cavalieri indagati per sostituzione di persona.

Cinque cavalieri della Sartiglia sono indagati per sostituzione di persona durante i controlli antidoping effettuati poco prima della corsa alla stella di domenica 11 febbraio.

Si tratta di Gianluca Russo, Roberto Pau, Giuseppe Frau, Daniele Ferrari e Paolo Rosas. I dettagli sono stati illustrati, in una conferenza stampa,  dal procuratore della Repubblica, Ezio Domenico Basso, e dal questore Giovanni Aliquò.

I controlli, disposti dalla Questura e giudicati eccessivi dai cavalieri, avevano fatto scattare la clamorosa protesta che aveva portato allo sciopero delle pariglie acrobatiche che chiudono la corsa più amata del Carnevale in Sardegna, e non solo, con migliaia di turisti che arrivano dall’Italia e dall’estero per assistere alle spericolate evoluzioni dei cavalieri. Lo sciopero aveva suscitato polemiche e portato poi al rimborso dei biglietti da parte dell’organizzazione.

Successivamente alle verifiche antidoping un cavaliere, Alessandro Cester, era risultato “positivo alla cocaina e suoi metaboliti” ed è poi stato sospeso dal Coni.

I cinque cavalieri che hanno già ricevuto l’avviso di garanzia per ora sono cinque, ma il loro numero, secondo gli inquirenti, potrebbe salire a dieci. Si tratta di  Gianluca Russo, 40 anni; Giuseppe Frau, di 54; Roberto Pau, 38 anni; Daniele Ferrari, di 57; e Paolo Rosas, di 52 anni. Sono quelli che, a detta della Procura, non si sarebbero presentati al controllo, facendosi sostituire da altri cavalieri, che al momento non sono ancora stati identificati.

Nel corso della conferenza stampa, il procuratore della Repubblica Basso ha spiegato che l’accusa contestata ai cinque è supportata da accertamenti svolti sui documenti messi a disposizione dal Nado, l’organismo nazionale del Coni per i controlli antidoping.

Gli esami documentali hanno portato a ritenere che le persone sottoposte al test non siano quelle che erano state chiamate per l’esame. Gli indagati, quindi, sempre secondo gli inquirenti, avrebbero dichiarato il falso nel riferire le proprie generalità e nel sottoscrivere il modulo che certificava l’avvenuta esecuzione del test.

Per cominciare a fare chiarezza la Procura ha già disposto il confronto del Dna dei cinque cavalieri sotto indagine con quello presente nei campioni di urina esaminati.

Da parte sua, il questore Giovanni Aliquò ha ribadito che la decisione di indagare sul mondo della Sartiglia era stata presa nel mese di ottobre del 2017, sulla base di “informazioni univoche e dettagliate” circa la diffusione di sostanze dopanti e stimolanti tra i 120 cavalieri della giostra equestre che da più di 500 anni si svolge nelle strade di Oristano l’ultima domenica e l’ultimo martedì di Carnevale.

In caso di conferma delle accuse, i cavalieri coinvolti, tutti tesserati con il Coni, rischiano pesanti sanzioni anche da parte della giustizia sportiva, in aggiunta all’eventuale condanna penale, e al Daspo, che per loro significherebbe di fatto l’addio alla Sartiglia.

Dal canto loro i cavalieri indagati si dicono più che tranquilli perché, a loro dire, non avrebbero sostituito nessuno.

L’Associazione Cavalieri e poi intervenuta sull’argomento con un lungo comunicato: “Viste le continue notizie divulgate sui giornali e sui social, sentite le numerose illazioni e mezze verità ed opinioni non sempre obiettive ed informate, dopo aver volutamente taciuto, solo per non alimentare ulteriori polemiche, il Consiglio direttivo dell’associazione Cavalieri Sa Sartiglia, si sente in dovere, di esporre le proprie ragioni, solo e per rispetto alla città di Oristano, dei suoi cittadini e degli appassionati della nostra manifestazione storica della Sartiglia. Ci preme sottolineare che tutte le nostre decisioni, prese in occasione dell’ultima Sartiglia, ritenute dall’opinione pubblica o dalle autorità, giuste o sbagliate, secondo le diverse opinioni divulgate in quest’ultimo periodo, solo state da noi adottate esclusivamente con l’intento di salvaguardare i riti, le tradizioni e le usanze che ci sono state tramandate in relazione a questa magnifica giostra equestre, che noi amiamo da quando siamo nati. Il tutto nel tentativo di porre la manifestazione al riparo da influenze esterne che ne snaturassero l’essenza. La protesta, sfociata nella mancata esecuzione delle pariglie della domenica di Carnevale dell’11 febbraio, non è stata decisa nè per capriccio, nè per volersi defilare da eventuali controlli antidoping, come non pochi hanno invece ritenuto malignamente. Infatti, si deve ricordare che i cavalieri si sottopongono ormai da diversi anni, pur se al fatto non è stata data mai alcuna pubblicità, a controlli antidoping, solitamente svolti il sabato precedente la Sartiglia, presso la Asl. Tali controlli vengono svolti su una percentuale di cavalieri estratti a campione; altresì, da diversi anni, durante la manifestazione, vengono eseguiti i controlli con l’alcoltest. Quest’anno, in nome di una non meglio precisata tutela della pubblica sicurezza, ci è stato chiesto un controllo preventivo su tutti i cavalieri da eseguirsi almeno uno o due mesi prima della Sartiglia. Ci siamo quindi chiesti a cosa servisse tale test, posto che i test dovrebbero essere tesi ad accertare lo stato di salute psico-fisica nel momento in cui si svolge la manifestazione e non prima. E come se ad un automobilista che intende fare un viaggio tra un mese a Milano, gli si facessero i test oggi anziché il giorno che si mette alla guida dell’auto. Che senso avrebbe? Ci è stato allora chiesto di allargare il numero dei cavalieri da sottoporre ai test, e la proposta è stata accettata, portando il numero da 12 a 28, tanti erano, infatti, i cavalieri che si sono sottoposti quest’anno ai test del sabato. Ci è anche stato detto che qualche test sarebbe stato eseguito a campione anche durante la manifestazione, ma non ci è stato spiegato che tipo di test fosse, nè quale era la sua durata. Il giorno della Sartiglia ,appena Su Compoidori ha iniziato a designare i cavalieri prescelti per la corsa alla stella, alcuni dei prescelti sono stati chiamati contemporaneamente ad eseguire i test antidoping ed altri all’alcotest. Successivamente su Componidori ha cercato altri gli altri cavalieri per la corsa alla stella, ma questi non erano reperibili perché già chiamati ad eseguire i test; il tutto in un caos generale, dove ormai i cavalieri prestavano più attenzione alla chiamata ai test che alla corsa alla stella. Tutto questo ha creato un grave disturbo al regolare svolgersi della giostra. I cavalieri, che erano reduci da due mesi di un lungo braccio di ferro, si sono sentiti trattati come la peggior specie di delinquenti. Ma la cosa più incredibile è che si è scoperto durante tale concitata fase, che i test venivano eseguiti addirittura da due medici del Nado (che sono quelli preposti dal Coni per i controlli sugli atleti che partecipano a gare internazionali o nazionali, tesserati nelle varie federazioni di appartenenza: atletica, calcio, sport equestri…), non chiamati dagli organizzatori della Sartiglia. Si sono presentati muniti di una busta sigillata a loro inviata, non si sa da chi, contenente un elenco di nomi di cavalieri da sottoporre ai test, non sorteggiati da nessuno, come i 28 del sabato, e soprattutto nominativi non forniti dagli organizzatori della giostra, come prevede la normativa vigente, almeno per le manifestazioni “storiche”. Ma oltre a ciò, diversamente dai test eseguiti il sabato dai 28 cavalieri, che danno un responso immediato sulla positività o meno del cavaliere e sul suo attuale stato psichico, si è scoperto che i test eseguiti dal Nado, sono test che danno i loro risultati dopo venti giorni dal prelievo, quindi venti giorni dopo la Sartiglia, non rilevano se al momento un cavaliere si trova in stato di alterazione da sostanze dopanti, ma rilevano se nelle urine ci sono tracce di tali sostanze, anche risalenti sino ad un mese prima rispetto all’effettuazione del test. Il risultato è stato che il cavaliere “depositava” la sua urina e poi gli veniva riconsegnato il cavallo e permesso di correre senza sapere se lui in quel momento era lucido e capace. Ma allora, ci chiediamo, è questo il modo di tutelare la pubblica incolumità? Crediamo proprio di no. Riteniamo che i test eseguiti durante la Sartiglia (secondo noi illegittimi, perché non richiesti dagli organizzatori, perché la Sartiglia non è una competizione assimilabile a una gara di atletica, nè a una partita di calcio), siano stati del tutto non utili allo scopo ma utili solo ad accertare se qualche cavaliere nella sua vita privata abbia fatto uso di sostanze dopanti sino ad un mese prima della Sartiglia (fatto penalmente irrilevante). Utili sarebbero stati invece i test che danno un responso immediato, come quelli che vengono eseguiti sugli automobilisti al momento in cui vengono fermati alla guida di un auto, che rivelano non tanto tracce di una sostanza assunta qualche settimana prima, che non ha più alcuna capacità di alterare la psiche del soggetto, ma rilevano lo stato attuale di alterazione del soggetto. Inoltre, cosa ancora più importante, si è operato nell’eseguire i test in maniera tale da condizionare il regolare svolgimento della manifestazione, in spregio alla tradizione, ai riti e alla sacralità del ruolo de su Componidori, giustamente risentito per quanto successo. E’ come se durante una partita di calcio di serie A entrassero in campo le forze dell’ordine per prelevare un calciatore, prima che si accinga a tirare un calcio di rigore, per portalo negli spogliatoi a eseguire i test. Se ciò fosse successo davvero durante una partita di calcio, le reazioni sarebbero state ben diverse. Invece oggi ci troviamo ad aver messo alla gogna un ragazzo poco più che maggiorenne, per il quale è in corso un procedimento che dovrà accertare se egli è colpevole di qualcosa o meno, mentre invece tutti lo hanno già condannato senza attendere il processo. In ogni caso, non è provato che egli fosse sotto l’influenza di stupefacenti durante la Sartiglia o se, piuttosto, ne abbia fatto uso qualche settimana prima (che è una cosa ben diversa). Ci troviamo anche di fronte ad una conferenza stampa in piena regola, solo perché sono stati emessi cinque avvisi di garanzia, per fatti ancora da accertare e da verificare, esponendo alla gogna mediatica cinque oneste persone, lavoratori e padri di famiglia, con il solo difetto di amare la Sartiglia e di sacrificare tempo, denaro e la propria incolumità per correre alla Sartiglia. Sono tutti stati sbattuti sulle prime pagine dei quotidiani, con un trattamento che non viene riservato neanche ai peggiori banditi e delinquenti della storia passata e più recente, mentre restano ancora ignoti autori di reati recenti, che stanno creando non poche preoccupazioni ai proprietari delle case che sono state oggetto della “visita” di sconosciuti, o gli autori di fatti gravi, come quelli avvenuti durante le festività Natalizie. Insomma, i motivi della nostra protesta stanno nel fatto che si è alterato il regolare svolgimento della nostra amata Sartiglia, con i cavalieri che si sono sentititi trattati come dei delinquenti, ubriaconi e drogati, sottoposti a dei controlli abnormi e incomprensibili, con delle generalizzazioni offensive e oltraggiose per la dignità di tutti i cavalieri. Ci dispiace solo per gli Oristanesi e per tutti gli appassionati della Sartiglia, ma non avevamo altro modo per manifestare la nostra condizione. Il nostro intento era e resta quello di salvaguardare la Sartiglia e di conservarla come ce l’hanno tramandata, e abbiamo adottato la decisione di non correre alle pariglie di domenica, pur con la morte nel cuore”. (l’Associazione dei Cavalieri della Sartiglia).

Una donna di origine siciliana, Enza Franco, 67 anni, pluripregiudicata, è stata arrestata in flagranza di reato dai Carabinieri della Compagnia di Mogoro e della stazione di Senis, con l’accusa di truffa continuata e aggravata, furto e estorsione. La donna ha, infatti, estorto del denaro ad un 80enne con la promessa di favori sessuali, e pare sia riuscita, in circa due mesi, a farsi consegnare più di cinquemila euro in contanti e pagare soggiorni in albergo, taxi e cene. Il fatto è avvenuto ad Assolo, paese di 450 abitanti ai piedi della Giara di Gesturi. La donna, che aveva fornito una falsa generalità all’80enne, aveva conosciuto la sua vittima durante un viaggio in nave. Dopo essersi aggiornata sulle condizioni economiche dell’anziano lo aveva circuito, estorcendogli del denaro. Ai primi di marzo, secondo quanto hanno raccontato il procuratore della Repubblica, Ezio Domenico Basso, e il comandante della Compagnia di Mogoro, Nadia Gioviale, in una conferenza stampa, la sicliana aveva approfittato dell’ospitalità della vittima per rubargli i gioielli della moglie, morta due anni fa, per un valore commerciale di circa duemila euro. Quando l’ottantenne aveva richiesto indietro i monili, la donna aveva voluto mille euro in cambio. Così, dopo essersi consultato con i figli, l’anziano ha denunciato tutto ai Carabinieri, che hanno fatto scattare la trappola. Nel pomeriggio del 28 marzo, quando la donna è giunta ad Assolo e si è fatta consegnare i soldi del riscatto sono intervenuti i militari che l’hanno arrestata in flagranza di reato. Le indagini proseguono per accertare se la donna abbia commesso altri reti simili nel cagliaritano e nell’oristanese.

La grande novità del bilancio di previsione 2018 del comune di Oristano fa il debutto pubblico. Mercoledì 4 aprile, alle 17, nella sala consiliare del palazzo degli Scolopi, la giunta Lutzu presenta il bilancio partecipato. “È il primo appuntamento di presentazione di questa importante innovazione – hanno affermato il sindaco Andrea Lutzu e l’assessore al Bilancio Massimiliano Sanna -. Passiamo dalle parole ai fatti, da ciò che abbiamo anticipato nei mesi scorsi alle iniziative concrete, coinvolgendo i cittadini nella scelta dei progetti da realizzare. Partiamo con 100 mila euro che potranno essere utilizzati secondo ciò che i cittadini ci vorranno dire, per dimostrare che partecipazione e condivisione per noi non sono solo slogan da campagna elettorale”. “È la dimostrazione pratica che la programmazione può partire dal basso, dal tessuto sociale, dai cittadini che a Oristano per la prima volta potranno partecipare alle scelte dell’amministrazione – ha proseguito l’assessore Sanna -. E per la prima volta il comune diventa davvero un luogo aperto nel quale i cittadini possono dire la loro, contribuendo a progetti utili alla collettività. Insieme all’assemblea pubblica del 4 aprile, avvieremo altre forme di comunicazione e coinvolgimento. A giorni sul sito istituzionale pubblicheremo uno spazio web dedicato a spiegare cosa è il bilancio partecipato e come i cittadini possono partecipare presentando idee e progetti. Contiamo sulla più ampia partecipazione e se i risultati saranno quelli che ci aspettiamo, e i cittadini apprezzeranno, nei prossimi anni continueremo su questa strada”. Per il 2018 la giunta Lutzu ha stanziato 100 mila euro, 20 mila di spesa corrente e 80 mila per investimenti. I 20 mila euro di spesa corrente possono essere destinati all’acquisto di beni (ad esempio libri, materiali per le scuole, generi farmaceutici, giochi per asili e scuole, generi alimentari per persone bisognose) o di servizi (ad esempio organizzazione di eventi culturali, manifestazioni sportive e culturali, servizi scolastici, servizi per la sicurezza, manutenzioni parchi e giardini, nuova segnaletica). Gli 80 mila euro di spese per investimenti potranno essere spesi, tra le altre cose, per arredi parchi da gioco, manutenzione piste ciclabili, impianti sportivi, arredo urbano, manutenzione edifici scolastici, interventi sui beni culturali, acquisto mobili e attrezzature.

Il Ministero dei Beni Culturali ha approvato la proposta d’inserire Su Pallosu nella lista del “Patrimonio Umanità Unesco”, e 10 milioni di euro dell’Unione Europea sono stati stanziati per la ricostruzione delle nuove capanne di Su Pallosu. Presso la sede l’Unione dei Comuni “Costa del Sinis-Terra dei Giganti” è stato presentato il progetto Unesco che ridarà vita all’antico borgo della Marina di San Vero Milis, nell’ambito del percorso della programmazione territoriale. Parte attiva del progetto sarà il Fondo Ambiente Italiano, che aveva approvato l’idea progettuale dell’Associazione culturale Amici di Su Pallosu, dopo la vittoria proprio di Su Pallosu nel “Concorso Luoghi del Cuore 2014”, sottoscritto da 6.626 cittadini. Sarà realizzata una “Casa del territorio” con tre capanne in falasco, a fini culturali-museali, nell’area del camping attualmente abbandonato e in mano ai vandali di Sa Mesa Longa. A Su Pallosu è stata riconosciuta la sua valenza storica e naturale come area archeologica nuragica, la presenta dell’antica tonnara e la rara presenza italiana della specie botanica floristica Eliantemo/Testa di Micio. “Dopo anni di battaglie – ha dichiarato Andrea Atzori, presidente dell’Assocazione culturale Amici di Su Pallosu – questa è la svolta per il turismo nel nostro territorio e nell’intera Sardegna.E’ stato un iter lunghissimo, ma ora la rinascita può cominciare”.

Un’intera famiglia di Seneghe ha rischiato di morire nel sonno per le esalazioni e le fiamme di un incendio divampato durante la notte nella loro abitazione. Il fatto è avvenuto intorno alle 4, in una casa di via Nazionale. Fortunatamente un componente della famiglia si è svegliato e si è accorto del fumo che aveva invaso ormai tutte le stanze e ha dato l’allarme consentendo a tutti i familiari di allontanarsi e mettersi in salvo. Sul posto sono intervenuti le autobotti e l’autoscala dei Vigili del fuoco del distaccamento di Abbasanta e del Comando provinciale di Oristano che hanno lavorato fino all’alba per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza l’abitazione.

Il maltempo, con pioggia, grandine e forti raffiche di vento, ha provocato numerosi disagi in tutto il centro Sardegna, tenendo impegnati, con tantissimi interventi i Vigili del fuoco. In particolare, sul lungomare di Bosa Marina il forte vento ha causato notevoli danni a un gazebo-ristorante, spazzando via la copertura rigida.

Un corto circuito scaturito da una Golf in sosta ha fatto divampare le fiamme che hanno coinvolto altre tre auto parcheggiate una a fianco all’altra, distruggendone tre e procurando seri danni alla quarta auto. Il proprietario della Golf, parcheggiata in via Porcella, a Terralba, ha cercato di accendere l’auto, ma dopo vari tentativi ha desistito e si è allontanato per rientrare a casa. Improvvisamente è partita una fiammata dal vano motore, che ha avvolto la Golf e si è subito si è propagata alle macchine vicine. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Terralba e i Vigili del fuoco di Oristano che hanno spento le fiamme, anche se tre auto erano ormai distrutte.

Un 39enne di Marrubiu, pluripregiudicato, e stato arresto dagli agenti della Squadra Mobile di Oristano per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato poi processato per direttissima e condannato a 8 mesi di reclusione. A insospettire gli agenti era stato il continuo via vai di giovani e giovanissimi nell’abitazione del 39enne. Da qui, la perquisizione domiciliare che ha permesso agli agenti di scoprire e sequestrare 260 grammi di marijuana, alcuni grammi di cocaina, denaro contante, un bilancino di precisione e numerosi involucri di droga pronti per lo spaccio. Il tutto custodito all’interno di un armadio chiuso con un grosso lucchetto.

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