Gen 02

A Oristano audace furto a Capodanno ai danni della gioielleria Olla .

Clamoroso furto, a Oristano, ai danni della gioielleria Olla, nel centro commerciale “Porta Nuova”, senza precedenti per l’audacia con cui è stato portato a termine.

La notte di Capodanno, mentre gli altri festeggiavano c’era anche chi lavorava per portare a termine un colpo, la cui dinamica ha poche analogie, e non solo a Oristano. Un furto, evidentemente, studiato nei minimi particolari e messo a segno non da “pivellini” ma da esperti del settore, e che è stato scoperto solo stamattina alla riapertura del centro commerciale.  Un colpo da professionisti, come lo hanno definito gli investigatori della squadra mobile di Oristano, coordinati dal dirigente, Samuele Cabizzosu, arrivato sul posto insieme ai suoi uomini e alla scientifica per un dettagliato sopralluogo.

Mentre le indagini per scoprire gli autori del colpo sono, chiaramente, ancora in corso, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, i ladri, coperti dai botti, musica, fuochi d’artificio e dal fracasso generale per i festeggiamenti del Capodanno, sono saliti nel parcheggio superiore dell’ultimo piano del centro commerciale. La “banda dei buchi” non ha, però, sfondato la porta dell’ingresso principale, perché evidentemente consapevole che ingressi e vetrate erano collegati con i sistemi d’allarme.

Secondo un piano ben studiato hanno prima bucato (probabilmente con un motopicco) il tetto del negozio di scarpe “Carpatinus” e, una volta dentro il negozio, hanno sfondato il pavimento in un punto prestabilito per poi scendere con una scala all’interno di “Motivi”, un negozio di abbigliamento a fianco a quello di Olla. I ladri hanno poi sfondato una parete e sono entrati nella gioielleria Olla, che era il loro vero obiettivo. Dopo aver fatto razzia di gioielli e altri oggetti preziosi (senza toccare quelli racchiusi nelle vetrine per non far scattare l’allarme), sono scappati, non prima di aver portato via anche la cassaforte della gioielleria e quella del negozio di abbigliamento.La Polizia ha recuperato gli attrezzi usati per sfondare la parete e il tetto e si attende ora di analizzare i video della sorveglianza per capire come la banda ha agito. Ancora non è dato sapere l’ammontare del danno, ma pare sia ben oltre i duecentomila euro.

Tra le pochissime stelle polari capaci di orientare i cittadini in occasione delle elezioni di marzo brilla, luminosa, quella della Costituzione promulgata settanta anni fa e ancora assai più giovane e vitale di qualunque forza politica oggi all’orizzonte. È questo il sentimento di quella cospicua parte del ‘popolo del 4 dicembre’ che oggi si chiede se andare a votare alle politiche, e – se sì – a chi dare il proprio voto.
Cittadini che, prima ancora, si domandano se nella prossima legislatura, breve o lunga che sia, dovranno trovarsi di nuovo a difendere la Costituzione.
Fantapolitica? All’ultima Leopolda Matteo Renzi ha parlato del referendum in questi termini: “Abbiamo perso quella sfida, ma la rifarei domani mattina perché era giusta”. E solo ieri l’astro nascente di Carlo Calenda ha sentenziato sulla necessità di affidare ad una Assemblea Costituente (!) il compito di fare ciò che Boschi e Renzi non sono riusciti a portare a compimento.
Un’iperbole, un modo di dire: o qualcosa di più? Sappiamo bene che l’ idea di cambiare la Costituzione in senso ‘esecutivista’ e tendenzialmente autoritario è vecchia quanto la Costituzione stessa. E se nel prossimo Parlamento non riuscirà a formarsi una maggioranza, si creeranno le condizioni ideali per chi vorrà riprovare ad inalberare la bandiera equivoca della ‘governabilità’, additando nel parlamentarismo della Costituzione la causa di tutti i mali. Se aggiungiamo a questo dato di lunga durata l’intramontabile funzione delle riforme costituzionali come arma di distrazione di massa (utilissima a distogliere l’attenzione collettiva da povertà, disoccupazione, erosione dei diritti, corruzione politica) non si può escludere che un nuovo Nazareno nasca proprio su un nuovo accordo per l’ennesimo stravolgimento della Carta. Cosa possono fare, oggi, quei cittadini del No, per provare a scongiurare una simile eventualità? E cosa possono fare le associazioni come Libertà e Giustizia, che non intendono dare indicazioni di voto, ma vogliono almeno provare a costruire una bussola che serva ad orientarsi?
Possiamo e dobbiamo chiedere ora a tutti i partiti un solenne ed esplicito impegno a non cambiare la Costituzione, nella prossima legislatura. Mi pare già di sentire i motteggi sulla intangibilità della ‘Costituzione più bella del mondo’ (un epiteto stucchevole, coniato da chi, all’ ultimo momento, saltò sul carro del Sì). Ebbene, non è così: nessuno pensa che la Costituzione sia immutabile, e una grandissima parte di coloro che (da sinistra) hanno votato No, concorda, per esempio, sull’urgenza di togliere dall’articolo 81 l’aberrazione del pareggio di bilancio imposto dal governo Monti e votato dal Pd di Bersani (2012).
Ma anche una de-riforma urgente come questa (senza la quale non solo la prima parte, ma anche gli stessi principi fondamentali della Carta, diventano solo una enunciazione poetica) non potrà avvenire nella prossima legislatura: per la stessa ragione per cui si deve chiedere un impegno preventivo a non mettere le mani sul testo costituzionale. Quella ragione è che il prossimo Parlamento sarà eletto con una legge incostituzionale. Naturalmente, dovrà essere la Corte Costituzionale a dire se il fatto che il Rosatellum renda i voti non liberi e non eguali basti o no a renderlo formalmente incostituzionale. Tuttavia, molti insigni costituzionalisti si sono già pronunciati in questo senso (tra loro Gustavo Zagrebelsky, su questo giornale): e l’immoralità e la truffaldinità di questa legge elettorale sono incontestabili. Il fatto che l’attuale Parlamento, illegittimo, abbia approvato una riforma costituzionale è stato definito, dallo stesso Zagrebelsky, un “furto di democrazia”. Ecco, noi chiediamo ai futuri parlamentari di impegnarsi a tenere giù le mani dalla democrazia.
Certo, se anche la Corte dichiarerà il Rosatellum incostituzionale, lo farà scrivendo che il principio di continuità dello Stato impone che il Parlamento illegittimamente eletto rimanga in carica: e “qui soltanto – scriveva Carlo Levi nell’Orologio, 1947-49 – poteva saltare fuori la bella teoria della continuità dello Stato. Un continuità che vuol dire immobilità, o peggio ritorno indietro. Che vuol poi dire semplicemente poter restare sempre seduti sulla medesima seggiola”. Ecco, ai partiti che chiedono il nostro voto noi chiediamo, a nostra volta, questo impegno: l’impegno formale a ricordarsi della propria illegittima elezione attraverso una legge elettorale indegna, e dunque l’impegno – che è poi davvero il minimo – a non votare, e anzi a combattere, qualsiasi tentativo di cambiare la Costituzione.
Ci aspettiamo una risposta chiara, esplicita, pubblica: in primo luogo dal Movimento 5 Stelle e da Liberi e uguali, che hanno manifestato vigorosamente contro il Rosatellum. Ma anche i silenzi saranno assai utili: per capire chi votare, a marzo. Anzi: chi non votare. (Tomaso Montanari , presidente “Libertà e Giustizia”, da “il Fatto Quotidiano”).

5 comments

Vai al modulo dei commenti

    • Adriano S. on 2 gennaio 2018 at 15:55
    • Rispondi

    Per trasformare l’assetto istituzionale e amministrativo italiano servirebbero innanzitutto dei veri progetti, quali oggi la politica postpartitica non solo non può ma neppure vuole ideare e portare avanti. Perché in questo paese il finto riformismo si ispira sempre ad un unico principio: se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.

    • Arrosciu on 2 gennaio 2018 at 18:08
    • Rispondi

    Anche dopo il colpo da film al Centro Commerciale si continuerà a parlare di Oristano città tranquilla dove non succede mai niente. Si dirà che statisticamente questo colpo rientra nella casisitica e altre menate del genere e si proseguirà a far finta di niente. Ciò che è successo al Centro Commerciale ha dell’incredibile, se si pensa che nessuno si è accorto di niente. E i controlli? Dove sono finite le Forze dell’ordine che presidiavano la città? A Oristano durante la notte succede di tutto e quello che è accaduto a Porta Nuova non era sicuramente l’episodio di una fiction ma la tragica realta. La verità è che Oristano non è più una città tranqulla come le Forze dell’ordine vogliono far credere!

    • Giorgio on 3 gennaio 2018 at 11:10
    • Rispondi

    Sul furto da Olla al centro commerciale ne ho lette di cretinate… Tutti si sono trasformati in detective. C’è chi dice che i ladri sono rimasti lì per otto ore, che c’era un palo sul tetto per avvisare quando passava la vigilanza… Hanno scritto addirittura l’orario in cui sono entrati e quello in cui sono usciti. Una serie di creinate una dietro l’altra. Ci mancava solo che scrivessero che a mezzanotte hanno stappato lo spumante e festeggiato e poi siamo a posto! Scrivere seriamente senza sparare cavolate no eh?

    • Web on 4 gennaio 2018 at 10:37
    • Rispondi

    Trai i così detti giornalisti locali c’è la sfida a chi spara più c……!

    • Antonio G. on 4 gennaio 2018 at 12:04
    • Rispondi

    Purtroppo la stampa Oristanese ha perso credibilità e il fatto che molta gente legga i giornali solo al bar lo dimostra.

Rispondi a Adriano S. Annulla risposta

Your email address will not be published.