Mar 27

Consiglio comunale: approvata mozione per la difesa della sanità oristanese.

Il consiglio comunale di Oristano ha approvato una mozione che impegna il sindaco e la giunta a esprimersi a sostegno della salute pubblica, per il suo rafforzamento, sviluppo, finanziamento e radicamento territoriale, e a proseguire le azioni e gli interventi nei confronti dell’amministrazione regionale e di chi governa la sanità.

E questo per rappresentare le esigenze del territorio e delle sue componenti sociali e professionali, per il sostegno della sanità pubblica e dei servizi sanitari, a partire dalla continuità assistenziale territoriale e di medicina generale, e di una riorganizzazione e innovazione dei servizi socio-assistenziali e socio- sanitari. La mozione è stata firmata dai consiglieri della minoranza di centrosinistra.

Carla Della Volpe (Oristano più) ha illustrato i contenuti del documento, evidenziando le criticità dell’ospedale San Martino, causate della carenza di personale che determina una situazione di costante affanno, l’insufficiente numero di medici di base e di pediatri nel territorio provinciale, il servizio di guardia medica che continua a funzionare a singhiozzo, gli Ascot che aprono pochi giorni alla settimana, gli elevati tempi di attesa e la sospensione di moltissime prestazioni, alcune anche legate a patologie gravi, la continuità assistenziale ridotta ai minimi termini che rischia di non assicurare l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza.

“La mozione è a sostegno della salute pubblica ed evidenzia, evidenziando, tra le altre cose, quanto prevede l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che ha tra i suoi obiettivi la salute e il benessere per tutti e per tutte le età – ha detto Carla Della Volpe -. Per raggiungere questo obiettivo occorre una grande forza politica e istituzionale”.

Roberto Pisanu (Oristano al centro) ha sottolineato come a fronte di una gravissima mancanza di medici, i sindaci e la Regione non siano nelle condizioni di risolvere i problemi della sanità.

Per Efisio Sanna (Oristano più) si stanno facendo i conti con una politica sanitaria disastrosa, frutto di decenni di errori commessi dalla politica.

Paolo Angioi (Prospettiva Aristanis) ha sottolineato la complessità del problema: “Tutti possono fare qualcosa per migliorare, ma nessuno può risolvere veramente tutto. Ci vuole una visione d’insieme complessiva che è in mano alla politica”.

Secondo Vincenzo Pecoraro (Udc) “…il colpo di grazia alla sanità, in Sardegna, è stato dato dall’Ats. Un essere fiabesco per alcuni, ma purtroppo reale per i sardi. L’Ats è stata amministrata per produrre utili, tagliando il personale attraverso il mancato reintegro delle cessazioni r trasferimenti. Oggi facciamo i conti con la carenza di personale medico, infermieristico e tecnico. La nota dolente, difficilmente risolvibile, è il ricorso ai medici in affitto: non li vuole nessuno, ma senza di loro avremmo chiuso la sanità pubblica”.

“La pandemia è stata la punta dell’iceberg di una situazione che era già molto grave – ha detto Maria Obinu (Progetto Sardegna) -. In Sardegna la situazione è più grave per la caratteristiche dell’isola, ma il problema della sanità pubblica è nazionale. Si vuole andare verso la sanità privata a discapito di quella pubblica, gli indizi ci sono tutti. Mi aspetto risposte dal nuovo assessore regionale e dai rappresentanti del territorio”.

Per Sergio Locci (Aristanis) “…limitare l’accesso ai corsi di medicina è stato un totale fallimento, spero che i disegni di legge per l’eliminazione delle barriere possano consentire la libera partecipazione dei giovani che ambiscono a diventare medici. Non credo che la nuova Ggiunta regionale possa risolvere tutti problemi, ma potrà mettere mano a numerose criticità, come quella del Centro unico di prenotazione che ha trasformato la Sardegna in un unico grande ospedale”.

Giuliano Uras ha sottolineato come la sanità sia una delle emergenze maggiori in tutta Italia: “È un problema sociale e non solo sanitario. La nuova giunta deve fare tutto il possibile, ma di certo non potrà trovare i 450 medici che mancano in Sardegna”.

Il sindaco Massimiliano Sanna è intervenuto sottolineando l’importanza di una mozione che consente di mantenere alta l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica su un tema fondamentale come quello della sanità. “Purtroppo più di una volta mi sono sentito impotente – ha sostenuto Sanna -, perché come amministratori comunali non abbiamo strumenti a disposizione. Ma nessuno abbia dubbi: le istituzioni, la nostra per prima, e l’opinione pubblica hanno il faro costantemente puntato sui temi della sanità. Per definire una strategia efficace occorre però conoscere i propri interlocutori e in questo momento manca quello principale: la Regione. Appena si insedierà, chiederemo immediatamente un incontro all’assessore alla Sanità”.

Il sindaco Sanna ha ricordato che l’azione continua del Comune, del Distretto sanitario e delle parti sociali, si è tradotta in innumerevoli documenti, incontri, manifestazioni: “Mi limito a ricordare i confronti con l’assessore Doria e con il direttore generale Serusi, le manifestazioni per la difesa della sanità e dei diritti dei cittadini. Ma ci tengo anche a evidenziare l’impegno del direttore generale della Asl, di cui non possiamo sottovalutare l’azione, e anche i risultati ottenuti in un quadro di oggettiva difficoltà, peraltro comune a ogni realtà d’Italia. La mancanza di medici, dovuti a macroscopici errori di programmazione vecchi di decenni, è alla base dell’attuale crisi. La nascita degli Ascot, l’apertura di nuovi reparti in ospedale (come neurologia o neuroriabilitazione), l’avvio di nuovi servizi (come quello recentissimo sui disturbi alimentari) e di nuovi macchinari (la tac) testimoniano però come l’attuale dirigenza stia cercando di trovare soluzione alle criticità. Detto questo non si possono trascurare le innumerevoli difficoltà che non più tardi di due mesi fa, ci hanno portato, insieme ai presidenti dei Distretti sanitari di Ghilarza-Bosa, Ales-Terralba e Oristano, a consegnare un documento al prefetto, Salvatore Angieri, per denunciare le gravi condizioni in cui versa la sanità nel territorio. Il documento prende atto del perdurare della crisi sanitaria che investe il comune capoluogo e i centri periferici, le strutture ospedaliere e i servizi di base”.

Il documento chiede soluzioni per il reclutamento del personale, il potenziamento degli Ascot, il reintegro in chiave volontaria dei medici in pensione, il potenziamento delle guardie mediche e dei reparti ospedalieri e l’attivazione di un tavolo interistituzionale per l’impiego straordinario nel servizio civile dei medici delle forze armate.

Nella seduta di ieri, il consiglio comunale, su proposta dell’assessore al Bilancio Luca Faedda, ha ratificato una delibera della giunta comunale per la variazione urgente al Bilancio di previsione 2024/2026, che prevede l’utilizzo di 150 mila euro per la manutenzione straordinaria del verde pubblico, 80 mila euro per il completamento del primo lotto della Piazza Mannu, 42 mila euro per le vasche di raccolta dei reflui zootecnici dell’impianto sportivo Soe, e 100 mila euro per l’esecuzione dei lavori di bonifica della discarica di “Pauli Mattauri”.

Efisio Sanna (Oristano più) ha annunciato l’abbandono dell’aula da parte dei consiglieri di centrosinistra a causa della scarsa chiarezza della delibera.

Sempre su proposta dell’assessore al Bilancio, Luca Faedda, è stata approvata una delibera per il riconoscimento di debiti fuori bilancio, per la somma di 2 mila 918 euro, derivanti da una sentenza del Tar relativa alla bonifica della discarica di “Pauli Mattauri”.

La Regione Sardegna, anche se provvede con risorse proprie al finanziamento della spesa sanitaria, non può stabilire “una remunerazione in favore degli operatori privati accreditati, oltre i tetti di spesa assegnati e oltre il limite massimo di spesa previsto dalla vigente normativa nazionale sulla riduzione dell’acquisto di volumi di prestazioni sanitarie da privati accreditati per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per l’assistenza ospedaliera, in un’ottica di spending review, con obiettivi di contenimento della spesa pubblica, per tutte le regioni e province autonome”. È con questa motivazione che il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare la legge 1 del 2024 della Sardegna, approvata nell’ultima seduta della legislatura, che contiene disposizioni varie in materia di promozione turistica, sanità e altro. I punti contestati in materia sanitaria, nell’articolo 3 in diversi commi, prevedono infatti che le risorse residue nei bilanci di Ats in liquidazione, circa 3,3 milioni di euro, siano trasferite all’Ares e che l’Ares poi destini in totale 5,8 milioni, a valere sul 2024, agli enti erogatori privati, facendo riferimento alle legge 1 del 2023. “Le risorse non utilizzate di cui al tetto di spesa assegnato per il 2020 per l’assistenza ospedaliera – si legge nella norma richiamata dalla Regione – possono essere redistribuite tra gli erogatori privati accreditati che abbiano prodotto un’attività ospedaliera eccedente il budget assegnato nell’anno 2021 e per incrementare il tetto di spesa dell’assistenza ospedaliera nell’anno 2023”. Tutto ciò “anche oltre i limiti imposti dalle disposizioni di legge nazionali – era la posizione della giunta -, in quanto la Regione provvede con proprie risorse al finanziamento della spesa sanitaria”. Ma per il governo non è vero: la norma sulla riduzione dei volumi di acquisto delle prestazioni dai privati vale per tutte le regioni (anche quelle a statuto speciale) e le province autonome e, soprattutto, “costituisce norma di coordinamento della finanza pubblica di cui all’articolo 117, terzo comma della Costituzione”. Per questo “non prevede la possibilità di deroga, anche se la Regione provvede con proprie risorse al finanziamento della spesa sanitaria – scrive il Cdm nell’impugnazione -, considerato che le disposizioni si applicano al fine di garantire il rispetto degli obblighi comunitari e la realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica”.

Mentre il “campo largo” del centrosinistra prosegue le interlocuzioni per la formazione della giunta, in cui dovrebbe entrare anche il nodo delle candidature alle prossime amministrative, il centrodestra vuole stringere i tempi per le comunali e si è dato appuntamento, per la prima volta dopo le elezioni regionali, venerdì 29 marzo, a Oristano. Un vertice con tutti i coordinatori regionali delle forze che alle consultazioni hanno appoggiato il sindaco di Cagliari uscente, Paolo Truzzu, per la corsa alla presidenza della Regione, e che ora, alla luce dei risultati devono tirare le somme e trovare la quadra, in particolare per i nomi da schierare a Cagliari, Sassari e Alghero. L’ultimo incontro tra i partiti del centrodestra era stato prima del 25 febbraio, quando era arrivata la sofferta designazione ufficiale di Paolo Truzzu come candidato. L’analisi del voto, con il deludente risultato del primo cittadino di FdI a Cagliari, potrebbe portare la coalizione a virare su un’altra forza, come il Psd’Az, con l’assessore regionale del Turismo uscente, Gianni Chessa, che ha ottenuto un buon risultato alle urne, oppure la Lega, in forza del passo indietro fatto per le regionali su Solinas, che potrebbe spingere su Alessandra Zedda, che potrebbe formalizzare il suo passaggio da Forza Italia. E su Cagliari potrebbero puntare anche i Riformatori con il vicesindaco Giorgio Angius.

Anche nel 2024 il Comune di Oristano sarà protagonista del “Patto per la lettura”. La giunta, su proposta dell’assessore alla Cultura, Luca Faedda, ha deliberato l’approvazione del documento che punta a integrare le risorse cittadine per stimolare la lettura. “A Oristano il Patto per la lettura è stato firmato per la prima volta nel 2020 – ha sottolineato il sindaco, Massimiliano Sanna, che per primo, da assessore alla Cultura, in quegli anni incoraggiò la firma del documento da parte di dirigenti scolastici, associazioni culturali, editori, rappresentanti di enti e istituti che a vario titolo si occupano di cultura in città -. L’iniziativa del Comune e della Biblioteca prese le mosse dall’inserimento di Oristano nella graduatoria del programma “Città che legge”, istituito dal Centro per il libro e la lettura (organismo indipendente del Mibac), in accordo con l’Anci, per valorizzare i comuni che si adoperano per la promozione della lettura – ha ricordato Sanna -. Per noi fu un importante riconoscimento delle azioni condotte per la promozione della lettura come diritto fondamentale per tutti i cittadini, e come competenza da diffondere nella comunità per promuovere il benessere e il miglioramento culturale ed economico. Il successo di quell’iniziativa ci porta oggi a ripeterla con convinzione”. “Oggi come allora vogliamo riconoscere l’importanza della lettura e incoraggiare ogni forma di promozione – ha osservato l’assessore alla Cultura, Luca Faedda -. Una città che legge garantisce ai suoi abitanti l’accesso ai libri e alla lettura attraverso biblioteche e librerie, con festival, rassegne o fiere che mobilitano i lettori e incuriosiscono i non lettori, partecipa a iniziative di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie e associazioni e aderisce ai progetti del Centro per il libro e la lettura, si impegna a promuovere la lettura attraverso la collaborazione tra enti, scuole e privati per realizzare pratiche condivise. Il Patto è uno strumento di indirizzo e coordinamento per sostenere la lettura come pratica sociale diffusa, e riconoscere a tutti i cittadini il fondamentale diritto di leggere. In questo modo valorizziamo il lavoro della Biblioteca comunale per la promozione della lettura e della conoscenza, per la socializzazione e il contrasto alle povertà educative. Vogliamo creare una rete territoriale permanente – ha affermato ancora Faedda – che coinvolga le professionalità della filiera culturale (bibliotecari, educatori, insegnanti, librai, case editrici, associazioni culturali, animatori) e ogni altro soggetto pubblico o privato (biblioteche, scuole, università, enti, fondazioni, aziende, lettori) che consideri la lettura una risorsa importante di crescita culturale e civile, un bene comune su cui investire”. Il Patto per la lettura si prefigge di valorizzare l’atto di leggere, sostenendo azioni per ampliare la platea dei lettori abituali e per avvicinare alla lettura anche i non-lettori, moltiplicando le occasioni di contatto con i libri nei diversi luoghi e momenti della vita quotidiana, e creando occasioni di promozione della lettura per tutte le fasce d’età. Si vuole promuovere la lettura per i bambini fin dai primi mesi di vita, un’esperienza importante per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini e per il sostegno alla genitorialità. Altri obiettivi sono la promozione d’incontri con i bambini e i ragazzi delle scuole del primo e secondo ciclo di studi, occasioni di lettura nelle carceri, negli ospedali, nei centri di accoglienza, nelle case di riposo tramite l’attivazione di azioni/progetti specifici. “Proporremo eventi, progetti e laboratori per l’integrazione di persone con differenze dell’apprendimento, disabilità motorie e sensoriali, per favorire il dialogo interculturale e promuovere percorsi di cittadinanza attiva – ha sottolineato Faedda -. Vogliamo sostenere i lettori come divulgatori del piacere di leggere, incentivando la lettura condivisa, ad alta voce e i gruppi di lettura. Per la firma del Patto chiamiamo a raccolta tutti, pubblici e privati, istituzioni culturali, università, imprese, associazioni, comunità e gruppi formali e informali che condividano lo spirito e svolgano promozione della lettura”. L’adesione al Patto è possibile in qualunque momento, attraverso l’invio del modulo, pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Oristano e della Biblioteca comunale, per posta elettronica (protocollo@comune.oristano.it e/o istituzionale@pec.comune.oristano.it), oppure con consegna a mano presso la Biblioteca comunale di Oristano.

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