Apr 12

Oristano: dichiarazione di pubblica utilità per l’ex Hotel Cama.

Via libera all’unanimità dal consiglio comunale di Oristano alla dichiarazione di pubblica utilità dell’ex Hotel Cama di via Vittorio Veneto.

La delibera, approvata su proposta dell’assessore all’Urbanistica, Ivano Cuccu, con 19 voti a favore (mancavano i tre consiglieri del gruppo misto, mentre Sergio Locci non ha partecipato alla discussione e alla votazione per motivi di ordine professionale) riconosce la pubblica utilità e che l’immobile non contrasta con gli interessi urbanistici, con i valori ambientali, e con l’assetto idrogeologico del territorio comunale di Oristano.

Viene, inoltre, dichiarato che la demolizione dell’immobile è incompatibile con la pubblica utilità e, conseguentemente, il Comune può procedere, a titolo gratuito, all’immissione al patrimonio comunale per destinarlo alle politiche di housing sociale e ad esperienze nuove dell’abitare inclusivo, rivolte a particolari fasce di popolazione, a soggetti con redditi medio-bassi o con difficoltà di integrazione, previa autorizzazione da parte della competente autorità giudiziaria.

L’argomento è stato presentato in aula dall’assessore all’Urbanistica, Ivano Cuccu, che ha ripercorso la storia dell’immobile che ha ospitato l’Hotel Cama, realizzato da Carlo Petromilli in virtù di un’autorizzazione del 1979, successivamente acquistato dall’architetto Lochi per realizzarne un complesso residenziale, per il quale con sentenza del Tribunale di Oristano e della Corte d’Appello di Cagliari è stata accertato l’abuso edilizio e decisa la demolizione.

“Dopo le sentenze di primo e secondo grado e del Tar la palla è passata alla Procura generale di Cagliari, che ha chiesto al consiglio comunale di deliberare per decidere se acquisire al patrimonio comunale lo stabile di via Veneto – ha detto l’assessore Cuccu -. L’alternativa è la demolizione, ma sarebbe un errore madornale. Solo attraverso l’acquisizione al patrimonio comunale questa amministrazione potrà intervenire per salvare il bene e tutelare anche le persone che vi risiedono”.

Il presidente della commissione urbanistica, Fulvio Deriu, ha ricordato il voto favorevole della commissione e illustrato i lavori dell’organismo consiliare: “Abbiamo pensato agli effetti sulle persone che hanno acquistato gli appartamenti nell’immobile e abbiamo valutato la dichiarazione di interesse pubblico, e l’unico che riteniamo valido è quello per l’housing sociale”.

Umberto Marcoli (Oristano più) ha rilevato la mancanza di un’analisi dei costi che deriverebbero a carico dell’amministrazione da una eventuale acquisizione, e pur non dichiarandosi contrario a priori all’approvazione della proposta di deliberazione “…in quanto ritengo che sussistano prevalenti interessi pubblici che legittimano la conservazione del bene, non posso approvare la proposta così come formulata perché dalla delibera non si evince che sia stata fatta l’ingiunzione di rimozione o demolizione del fabbricato ai proprietari e al responsabile dell’abuso e perché non si evincono atti relativi all’immissione al patrimonio comunale dell’intero immobile e di tutte le pertinenze di competenza”.

“La dichiarazione del consigliere Marcoli è condivisa dall’intera minoranza di centro-sinistra – ha detto Maria Obinu (PDd) -. La delibera nella sua forma ci lascia insoddisfatti. Sarebbe servita una relazione di carattere economico che evidenziasse i costi a carico dell’ente in caso di acquisizione dello stabile. Sono favorevole alla possibile destinazione d’uso ad housing sociale, anche se potrebbero esserci altre soluzioni, ma la proposta di delibera sembra indirizzare su una scelta per edilizia residenziale pubblica. C’è una forte contraddizione nel testo”.

Nel corso del dibattito l’Ingegner Giuseppe Pinna, dirigente comunale del settore Sviluppo del territorio, ha chiarito che l’immobile è già di proprietà del Comune: “Con la delibera, dichiarando l’interesse pubblico, lo si salva da una demolizione, i cui costi sarebbero a carico del Comune. Le spese dell’abuso sono a carico di chi ha commesso l’abuso, il Comune, infatti, dovrebbe anticipare le somme e poi rivalersi nei suoi confronti”.

“Questa è una brutta vicenda che ci pone di fronte a un’alternativa secca: demolire l’immobile e mettere sulla strada diverse famiglie, oppure acquisirlo e cercare di risolvere un problema nelle forme che saranno consentite – ha detto Antonio Iatalese (Udc) -. L’interesse pubblico è evidente. Le spese di demolizione alla fine ricadrebbero sul Comune che non riuscirebbe a recuperare le somme. Di contro, destinare quello stabile ad housing sociale sarebbe utile alla collettività, riconoscendo un diritto di prelazione ai cittadini che hanno acquistato appartamenti in quell’immobile”.

Giuliano Uras (Sardegna 20venti), rispondendo alla minoranza che chiedeva un supplemento di istruttoria con un nuovo passaggio in commissione, ha ricordato che “…le comunicazioni della Procura sulla demolizione dell’immobile risalgono al 2021. Altro che fretta. Questo argomento è al centro di quest’aula da anni. Non possiamo tirarla ancora per le lunghe. Nell’interesse dei cittadini. Faremo tutto il possibile per risolvere il problema di quei signori vittime di questa situazione. I tanti dubbi di natura giuridica sono chiariti dalle sentenze. Le ipoteche, ad esempio, con l’acquisizione al patrimonio pubblico, decadono”.

Per Gian Michele Guiso (Psd’Az) “…il ruolo di amministratore è comprendere un problema, analizzare una soluzione e portarla a compimento. La nostra discussione deve portare a una soluzione che è quella prevista dalla delibera: mantenere in piedi questo edificio e cercare di dare una speranza a chi su quella casa ha investito i propri risparmi”.

Parere favorevole alla proposta anche da Pino Carboni (FdI) e Luigi Mureddu (Forza Italia) che ha difeso il testo della delibera, che evidenzia una carenza abitativa a Oristano: “La demolizione sarebbe uno spreco. Questo edificio non è alla portata del ceto medio, ma con l’housing sociale che calmiera i prezzi degli affitti potrebbe aiutare chi ne ha bisogno”.

Giuseppe Obinu (Pd) ha evidenziato “…dubbi sull’ingiunzione di demolizione, sul fatto che l’immobile sia già nel patrimonio comunale e sui costi di demolizione. Se gli appartamenti dovessero entrare nel patrimonio comunale dovrebbero essere destinati a soddisfare l’emergenza abitativa come quella delle famiglie di via Rockfeller o come dormitorio”.

Per Roberto Pisanu (Sardegna 20venti) è evidente l’esistenza della pubblica utilità: “La documentazione agli atti è ampiamente esaustiva. Non c’è dunque motivo per non votare questa delibera”.

Efisio Sanna (Oristano più) ha invece ribadito i dubbi: “Molti consiglieri hanno espresso perplessità su questa delibera. I dubbi di oggi, dunque, sono legittimi. Abbiamo chiesto che si aprisse il ragionamento anche ad altri strumenti di edilizia abitativa e non solo all’housing sociale”. Sanna, a nome della minoranza, ha poi presentato tre emendamenti alla proposta di delibera per precisare che dopo l’acquisizione al patrimonio pubblico l’edificio potrà essere destinato alle politiche di housing sociale e ad esperienze nuove dell’abitare inclusivo, rivolte a particolari fasce di popolazione, a soggetti con redditi medio bassi o con difficoltà di integrazione. L’approvazione dei tre emendamenti ha quindi indotto i consiglieri di minoranza a votare a favore dell’approvazione della delibera.

Ventidue misure cautelari per maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenza sessuale, e trentasei casi di “codice rosso”. È uno dei dati più preoccupanti a livello sociale nel consuntivo di un anno presentato, questa mattina, dal questore di Oristano, Giuseppe Giardina, in occasione delle celebrazioni per il 171° anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Su questo fronte è stato determinante il rafforzamento della collaborazione con le associazioni di tutela dei soggetti fragili: il lavoro di prevenzione ha fatto crescere del 50% gli ammonimenti. Gli altri dati parlano di 46 misure cautelari per vari reati, con 11 arresti in flagranza. Sono stati denunciati 58 cittadini stranieri per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza, per un valore complessivo di 230mila euro. Sei persone sono state denunciate per una truffa da oltre 170mila euro, attuata con false dichiarazioni sul possesso di capi ovini e bovini. Sono stati, inoltre, sequestrati 2.500 chilogrammi di sostanze stupefacenti, tra cui oltre 200 grammi di cocaina e 50 grammi di eroina. È stato importante anche il numero degli accertamenti antimafia (1.107) e di controlli sulle persone libere ma sottoposte a misure di vigilanza (275). Sotto il profilo della prevenzione generale, vanno ricordate le oltre 23mila identificazioni operate. Di recente la Squadra mobile ha identificato gli autori dei furti e dei danneggiamenti delle gettoniere dei parcheggi cittadini. In ambito specialistico, la polizia ferroviaria ha identificato 1.400 persone nelle stazioni e a bordo dei treni, durante 234 servizi di scorta. La polizia stradale, con l’impiego di 1400 pattuglie, ha identificato oltre 7.400 persone su 5.500 veicoli, elevando 4.250 contravvenzioni, con 8.800 punti patente decurtati (1.050 per il superamento dei limiti di velocità). Sono stati 137 gli incidenti rilevati, con 50 persone ferite e ben 89 denunce per guida in stato di ebbrezza alcolica e 3 sotto l’influsso di stupefacenti. Allarmante il numero dei veicoli sequestrati perché sprovvisti di assicurazione: 225. Impegnativo anche il lavoro del Gabinetto provinciale della Polizia scientifica, che presto passerà alle dipendenza della struttura regionale. La recente costituzione della sezione della Polizia cibernetica ha trattato oltre 100 notizie di reato contro il patrimonio e la persona. Il Reparto prevenzione e crimine Sardegna ha programmato negli ultimi 12 mesi 3mila autopattuglie con l’impegno di 8mila operatori, effettuando 2.150 posti di controllo, identificando 47mila persone, sequestrando armi e droga e denunciando 40 persone. La divisione amministrativa ha rilasciato quasi tremila passaporti, raddoppiando i numeri precedenti all’anno 2020: un servizio per i cittadini che ha impegnato il personale anche con ripetuti open day, per ridurre i tempi di attesa. Nel settore del porto e detenzione armi, la stessa divisione ha rilasciato 1.080 licenze e 150 prese atto di nuovi porti d’arma, ai quali vanno aggiunte ben 50 revoche di licenze, 11 ritiri cautelari, 14 proposte di divieto di detenzione armi e 70 rottamazioni e ritiri. Tra le attività segnalati anche 13 illeciti amministrativi accertati e tre diffide per comportamenti scorretti di gestori di esercizi pubblici, che hanno comportato la sospensione delle attività. Numerosi anche i procedimenti gestiti dall’ufficio licenze per agenzie di scommesse legali, agenzie di affari e commercio preziosi. La polizia di frontiera ha controllato 145 motonavi e 1.875 marittimi con il rilascio di 513 store pass, 34 visti e 38 timbri Shengen. L’ufficio immigrazione ha rilasciato 565 permessi di soggiorno. Attualmente dimorano in provincia di Oristano 1.722 cittadini stranieri, in maggior parte di nazionalità marocchina, cinese, senegalese e ucraina. I permessi negati sono stati 17, le espulsioni 19, con 10 accompagnamenti in centri di permanenza e rimpatrio in frontiera. Il VII reparto volo di Fenosu ha effettuato numerosissime missioni per le Questure isolane e anche per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione europea. Il Caip di Abbasanta ha svolto 14 corsi, formando 777 operatori per vari livelli di preparazione, dei quali due corsi e 221 allievi agenti, importanti per il mantenimento di livelli di efficienza dell’intera polizia di Stato. Il questore ha ringraziato tutti i dirigenti e i funzionari che operano nella Polizia di Stato, senza i quali sarebbe stato impossibile realizzare tutti i servizi. “E consentitemi di confessare che quello che rende comunque affascinante e unico il servizio nella polizia di Stato – ha concluso Giuseppe Giardina -, e in generale nei Corpi armati dello Stato, è la consapevolezza di proteggere la comunità che ci è stata affidata nella nostra nazione, e di farlo anche nei giorni destinati alla festa, negli orari destinati al riposo e in tutte le condizioni più difficoltose”.  Per l’occasione è stato premiato il personale della Polizia di Stato che si è contraddistinto in importanti operazioni di polizia: Lorenza Ripamonti, Michele Chessa, Samuele Cabizzosu, Roberto Sechi, Guido Fulvio Maiorca, Antonio Fontana, Antonello Muscente, Claudio Concas, Simone Naimoli, Omar Salvatore Saba, Marcello Lochi, Davide Giuliano, Giuseppe Melis, Matteo Rigamonti, Gianluca Picci, Francesco Listo, Riccardo Carta, Paolo Sanna, Claudio Uleri, Giuseppe Perra, Marco Faedda. La cerimonia ufficiale per i 171 anni della Polizia si è svolta nel teatro comunale di Terralba. Dopo i messaggi di saluto del Presidente della Repubblica, del capo della Polizia e del ministro dell’Interno, in apertura il questore di Oristano ha salutato l’arcivescovo di Oristano, monsignor Roberto Carboni, e ha rivolto un caloroso ringraziamento al sindaco di Terralba, Sandro Pili, per aver ospitato la cerimonia. (Elia Sanna, linkoristano.it).

Dopo il prologo al corso di Regalità Individuale, tenuto lo scorso 14 marzo, che ha avuto come protagonista assoluto l’etimologista Roger Emmi, venerdì 21 e, in replica, sabato 22 aprile, nel piccolo Teatro Houdini, in via Molise 2, a Cagliari, si terrà la prima lezione ufficiale dell’Università di Aristan del 2023. E sarà una lezione speciale dal titolo  “Scienza è magia”. Sul palco con Filippo Martinez ci sarà Alfredo Barrago, mago illusionista e mentalista formidabile, e il neuroscienziato di fama mondiale, massimo esperto di droghe, nonché editorialista e docente della nostra Università, Gianluigi Gessa; un geniale, vivacissimo ragazzino di quasi 91 anni, al quale qualche anno fa il Presidente della Repubblica ha consegnato la medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica. “L’Università di Aristan – sottolinea Filippo Martinez – ama attraversare i territori di confine, le sottili linee d’ombra, gli specchi di Alice, e in questo caso andrà a giocare con la scienza e la magia, due categorie che a lungo hanno vissuto una contiguità talmente stretta da non distinguere, in alcuni casi, l’una dall’altra. La distinzione netta fra scienza e magia avvenne solo tra il XVII e il XVIII secolo, in particolare con Isaac Newton, e da allora, pian piano, quella che chiamiamo magia (se non consideriamo i truffatori che speculano sulla credulità altrui) è andata a collocarsi negli ambiti dell’arte: pittura, letteratura, musica, cinema, teatro…”. Ed è proprio in questa dimensione che Gianluigi Gessa racconterà, con la leggerezza e l’humor che gli son propri, le origini e gli effetti dei principali allucinogeni, mentre Alfredo Barrago giocherà con la nostra mente, riproducendo alcuni di questi effetti senza l’aiuto di polveri, erbe, fiale o pastigliette. L’appuntamento, come detto, è per venerdì 21 e, in replica, sabato 22 aprile, alle 20, presso il Teatro Houdini, in via Molise 2, a Cagliari. Il numero per le prenotazioni è 342 8854743.

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