Mar 01

Con la manifestazione del Gremio dei Falegnami si chiude un’edizione monca della Sartglia.

Con la conclusione della giostra equestre organizzata dal Gremio dei Falegnami si è chiusa l’edizione della Sartiglia 2022. Una manifestazione ridotta perché ancora condizionata dall’emergenza sanitaria, senza corsa alla stella, né pariglie, ma ancora capace di suscitare un certo entusiasmo tra la gente.

Dopo la Sartiglia del Gremio di San Giovanni e la Sartigliedda della Pro Loco, oggi è toccato al Gremio di San Giuseppe, con su Componidori Livio Urru e la sua pariglia, composta da su segundu Giuseppe Sedda e da su terzu cumponi Attilio Balduzzi (con maschere di legno. ndr). Tre cavalieri di lungo corso, di grande esperienza e valore, ma mentre Sedda e Balduzzi erano già stati chiamati a guidare la Sartiglia nel corso degli anni, per Urru, originario di Desulo, ma oristanese d’adozione e cavaliere di Sartiglia dal 1986, è stata la prima volta da Capocorsa.

Vestizione in via Solferino, corteo dei cavalieri in via Duomo, incrocio delle spade e benedizione della folla e della città sono stati gli ingredienti anche della Sartiglia dei Falegnami, sotto l’occhio vigile (e commosso) del Majorale en cabo, Antonello Addari.

Come domenica anche oggi una bella giornata di sole e l’affetto di tantissimi oristanesi hanno fatto da sfondo alle fasi della manifestazione. E come domenica, in virtù delle decisioni prese all’unanimità dagli organizzatori (Comune, Fondazione Oristano, Istituzione Sa Sartiglia, Gremio di San Giovanni e Gremio di San Giuseppe e Associazione cavalieri), d’intesa con Prefettura e Questura, si sono potuti proporre solo alcuni dei momenti tradizionali della giostra: la vestizione di Su Componidori Livio Urru, nella sede di via Solferino; il corteo di 105 cavalieri per le vie della città; e davanti alla Cattedrale di Santa Maria l’incrocio delle spade con la benedizione con sa Pippia ‘e Maiu.

L’appuntamento con la corsa alla stella e con le evoluzioni delle pariglie è rinviato al 2023, ma dopo il blocco totale imposto dalla pandemia nel 2021, per gli oristanesi i rituali proposti assumono un significato ancora più grande.

“Un momento di ripartenza per l’intera comunità, beneaugurante per il futuro – ha sottolineato il sindaco e presidente della Fondazione Oristano, Andrea Lutzu -. La vestizione di Livio Urru, la sua trasformazione in Componidori e il successivo passaggio in via Duomo, hanno concluso una Sartiglia comunque storica. I cavalieri sono stati straordinari, ma è giusto ringraziare tutti coloro che si sono spesi per organizzare questa edizione: Gremi, Fondazione, Istituzioni, Forze dell’ordine, personale del Comune e della Polizia Locale”.

Tanti anche oggi gli oristanesi che hanno vissuto la Sartiglia in presenza (senza rispettare le distanze e molti senza mascherine. ndr), e ancora di più quelli che lo hanno fatto attraverso una delle tante dirette, televisive, via web e sui social, o dai uno dei maxi schermi posizionati in città, a cura dell’assessorato comunale alla Cultura e della Fondazione Oristano, con le musiche dei tamburini e dei trombettieri che hanno accompagnato tutti i momenti e i rituali della giornata.

Già dalla mattina il clima di Sartiglia si è assaporato in diversi punti di Oristano città, grazie al banditore che ha annunciato la nuova Sartiglia, mentre il Gremio ha accompagnato Livio Urru in via Solferino per la cerimonia della vestizione affidata alle amorevoli cure delle massaieddas e davanti a un ristrettissimo pubblico.

La vestizione viene sempre vissuta come uno dei momenti più intimi e intensi. Cosa che si è ripetuta anche oggi attraverso i gesti che accompagnano la trasformazione del cavaliere in Componidori.

Dal momento in cui il suo volto è scomparso dietro la maschera, Livio Urru è diventato il protagonista assoluto della breve giornata. Concluso il rituale della vestizione è salito sul suo cavallo e si è messo alla guida del corteo dei cavalieri sino alla via Duomo dove ad attenderlo c’era la gioia della folla.

Nel teatro storico della corsa alla stella, davanti alla Cattedrale di Santa Maria, il corteo ha sfilato con eleganza e compostezza. Livio Urru e Giuseppe Sedda hanno incrociato le spade tre volte sotto la stella, anticipando solo di qualche minuto la benedizione con aa Pippia ‘e maiu e l’arrivederci al 2023, nella speranza che il Covid sia stato domato definitivamente e la vita tornata alla normalità. In modo tale che anche la Sartiglia riprenda a scandire, in tutta normalità, la storia di Oristano.

In conclusione ci permettiamo di ribaidre una nostra modestissima opinione.

Considerato che né il sottoscritto, nè gli organizzatori (Comune, Fondazione Oristano, Istituzione Sa Sartiglia, Gremio di San Giovanni, Gremio di San Giuseppe, Associazione cavalieri), nè Prefettura e Questura sono portatori sani di verità assiomatiche, e visto che anche questa edizione monca della Sartiglia non è servita a scongiurare gli assembramenti e a rispettare l’obbligo di indossare la mascherina, ribadisco quanto sostenuto tempo addietro. Ovvero, che una Sartiglia effettuata con queste modalità non avrebbe comunque scongiurato il pericolo dei contagi. Tanto valeva, quindi, a mio modo di vedere, fare disputare la manifestazione come nel passato, oppure non farla effettuare per nulla.

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