Set 04

Maninchedda risponde alle accuse: “Dialogare non vuol dire fare ammucchiate”.

“Il linguaggio tutto italiano, cioè tutto generato dalle vocazioni al conformismo, alla manipolazione e alla ferocia gruppettara che ha attraversato e attraversa la politica italiana, fa presa spesso sul linguaggio politico sardo.

Nei giorni scorsi alcuni esponenti politici sardi hanno tacciato la nostra proposta di “Convergenza nazionale” con il termine “ammucchiata”. Un termine volgare, orgiastico, e pertanto coerente con la migliore tradizione estremista italiana. Quanto più un programma è pertinente alla realtà e suggestivo, tanto più chi avverte la vita come vocazione allo scontro perpetuo sente il dovere di aggredirlo e volgarizzarlo.

Noi reagiamo e lo riproponiamo libero dalle deformazioni dei settari e dei violenti.
Noi vogliamo unire i Sardi intorno alla coscienza dei loro diritti, dei loro doveri e dei loro interessi. Non ci interessa da quali porti partano; non ci interessa in quali appartenenze politico-culturali si siano iscritti o si iscrivano; ci interessa non da dove si arrivi e da dove si parta; ci interessa la convergenza sulla rotta da prendere da ora in poi. Ci interessa la destinazione. Questo ci ha consentito e ci consente di parlare con tutti, senza perimetri precostituiti sulla Destra e la Sinistra italiane.

Ci si faccia una domanda: è vantaggioso per i Sardi schierarsi ancora una volta su frontiere italiane poco ragionate, come sempre si è fatto nella storia?

Facciamoci qualche domanda. Cappellacci si è prima fidato dei governi Berlusconi e poi ha presentato durissimi ricorsi contro le leggi finanziarie dello Stato sugli accantonamenti. Cappellacci ha concluso i suoi mandati con una consapevolezza maggiore rispetto al principio che non esistono governi amici. Pigliaru e Paci hanno prima firmato un’intesa sugli accantonamenti fondata sulla fiducia nel Governo Renzi, poi, una volta gabbati, hanno presentato durissimi ricorsi presso la Corte Costituzionale contro i governi Renzi e Gentiloni.

Si possono trarre due conclusioni. Primo:  per tutti in Sardegna non esistono più “Governi amici”. Il rapporto con i governi italiani è competitivo. Secondo: la sola forza del mandato elettorale non è sufficiente a battere le prevaricazioni dello Stato italiano. O si produce un governo sardo che abbia dietro una grande capacità di mobilitazione popolare o si è costretti a seguire la strada defatigante dei ricorsi e dei controricorsi.

Faccio un altro esempio: i trasporti. Dalla Giunta Soru alla Giunta Pigliaru passando per Cappellacci, tutti i governi sardi hanno rivendicato poteri di regolazione del mercato oggi fortemente limitati dalle strategie Ue e dai governi italiani. Le differenze sono intercorse sulle strategie tariffarie, ma non sul diritto/dovere dei Sardi di poter decidere su come regolare il settore della mobilità delle persone e delle cose.

Ancora: sulla pressione fiscale ingiusta, indebita e devastante, le forze politiche hanno tutte acquisito una maggiore coscienza della gravità della situazione. La Sardegna non accumula ricchezza da due secoli per una pressione fiscale ingiusta e persecutrice.

Quando i Riformatori costruiscono un orizzonte di partecipazione ampia e senza preclusioni ideologiche sul tema dell’insularità, che cosa stanno cercando di fare se non unire la Sardegna sui propri interessi anziché dividerla prima sulla conta della consistenza delle sue opzioni culturali e politiche? Com’è che progressisti, liberali e conservatori riescono a dialogare nel comitato per l’insularità e debbono obbligatoriamente dividersi nelle elezioni sarde? Non sarebbe dunque meglio unirsi su questi temi che dividersi sui giudizi sulla politica italiana?

Noi facciamo questo: animiamo il dialogo della e sulla Nazione Sarda come prioritario su ogni altro. Certo che siamo preoccupati anche noi di rivedere i saluti romani, ma non vorremmo ritrovarci nel clima degli anni Settanta nei quali, anche in Sardegna, in nome della reazione agli estremisti di Destra si doveva diventare tutti estremisti di Sinistra e mentre avveniva questo censimento coatto dei buoni e dei cattivi nessuno, dico nessuno, dei problemi strutturali di libertà e sviluppo della Sardegna trovava uno straccio di soluzione. E d’altra parte, anche in Italia la battaglia democratica contro l’eversione di Destra e di Sinistra non fu vinta dai settari ma dai democratici che rifiutarono la logica dell’obbligatorietà dello scontro.

E dunque, non di ammucchiata si tratta, ma di coesione della Sardegna, di una sua difesa dalle solite parole d’ordine dietro le quali si cela la trappola di posporre la Sardegna ad altri scopi e ad altri interessi. Si tratta di varare una stagione di ricostruzione e di rifondazione della società sarda, della nazione sarda per noi, che passi per il dato più inatteso per l’Italia: l’unità. (Paolo Maninchedda, segretario PdS, www.sardegnaeliberta.it).

“Dopo molti anni di attesa Torre Grande si sta dotando di due importanti servizi, essenziali per una località turistica. Residenti e turisti da molto tempo chiedevano il posizionamento di uno sportello bancomat e l’apertura di una farmacia. Grazie alla disponibilità e agli investimenti di soggetti privati e alla collaborazione del Comune questi due importanti servizi stanno entrando in esercizio e invece di rallegrarsene c’è chi preferisce lanciarsi in polemiche pretestuose”. Il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, è intervenuto sulla polemica, più preoccupato di quanto si scrive sul web (dimostrando, ancora una volta, di dare troppo credito alla realtà virtuale, che spesso è fonte di una caterva di idiozie), che all’interpellanza dei consiglieri comunali Puddu e Pecoraro . “Da almeno 20 anni – ha detto il sindaco – le giunte comunali che si sono avvicendate si sono impegnate per dotare Torre Grande di questi due servizi. Senza volerci prendere alcun merito, ma senza trascurare che il Comune ha fatto tutto il possibile per agevolarne l’apertura, abbiamo preso atto con soddisfazione del fatto che finalmente a Torre Grande si colmava una grave lacuna. Le polemiche di questi giorni sono dunque sorprendenti. Lo sportello bancomat (al di là della sua denominazione) c’è, funziona e assolve alla sua principale funzione che è quella di erogare contanti come ogni altro sportello Atm presente in Italia. L’azienda che lo ha installato assicura che le commissioni applicate per il prelievo (sia in modalità bancomat, sia in modalità carta di credito) sono quelle che ogni utente ha contrattato con il proprio istituto di credito. La stessa azienda precisa che Euronet non riconosce il circuito “Pago Bancomat”, che é esclusivamente Italiano e non diffuso a livello mondiale. L’accordo con “Pago Bancomat” non é stato stipulato da Euronet e quindi le operazioni su quel circuito non sono abilitate. L’apertura della farmacia ha detto ancora il sindaco -, come giustamente hanno fatto rilevare i consiglieri comunali, non dipende in alcun modo dal Comune, ma esclusivamente da un documento che gli uffici regionali tardano a produrre. Dovrebbe trattarsi di un’attesa destinata a durare ancora per poco tempo. Non ci siamo presi i meriti, come sostiene l’opposizione e ribadisce la stampa, ma se ci invitano a non prenderci i meriti perché dovremmo assumerci la responsabilità, ad esempio dei ritardi? Al di là della provocazione – ha concluso Lutzu -, il Comune ha fatto quanto possibile perché, nel pieno rispetto delle norme, farmacia e sportello bancomat fossero finalmente a disposizione dei cittadini, e oggi stiamo facendo altrettanto per assicurarne l’apertura e le migliori condizioni di utilizzo”. Il Sindaco Lutzu ha risposto anche al consigliere comunale Francesco Federico, precisando che il Comune ha partecipato regolarmente al bando per la sterilizzazione dei cani, come conferma la certificazione della Pec.

Lunedì 10 settembre, alle 19.30, nella la chiesa di San Francesco, a Oristano, si terrà il convegno dal titolo “La società sarda dei secoli XVI-XVIII, riflessa nella struttura e nell’organizzazione dei Gremi e delle Confraternite”. Inserito nel ricco programma dell’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano per il “Settembre Oristanese”, il convegno è organizzato in collaborazione con la Fondazione Sa Sartiglia Onlus e l’associazione Santa Croce, nell’ambito di MuseoOristano, con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione e Beni Culturali della Regione. Il compito di parlare dell’organizzazione del lavoro, della trasmissione dei saperi, delle sacre rappresentazioni della settimana santa al culto dei santi e dei morti, soffermandosi sulle esperienze di Oristano e Sassari, è stato affidato allo studioso Raffaele Cau, che interverrà su “Opere, gremi e confraternite nella chiesa di San Francesco di Oristano”, e allo storico Alessandro Vozzo, che invece proporrà una relazione su “I gremi di Sassari: struttura, organizzazione del lavoro e feste”. Dopo i saluti dell’assessore alla Cultura del Comune di Oristano, Massimiliano Sanna, i lavori saranno coordinati daMaurizio Casu, curatore di MuseoOristano.

Il Comune di Oristano ha messo in pagamento i rimborsi per le spese didattiche sostenute dalle famiglie, destinati agli studenti delle scuole primarie, secondarie di 1° e 2° grado.
In pagamento anche i rimborsi per la fornitura gratuita o semigratuita dei libri di testo destinati agli studenti della scuola secondaria di 1° e 2° grado. Per la riscossione del rimborso i beneficiari devono presentarsi in un’agenzia della Banca Unicredit muniti di un documento di identità. Gli studenti maggiorenni per riscuotere il contributo devono presentarsi personalmente.

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