Mag 23

Il Fatto Quotidiano: “Cagliari, la città delle 4M: Massoneria, Mattone, Medici e Metropolitana”.

Giovedì 24 maggio ritornano su “il Fatto Quotidiano” le pagine di inchieste e reportage dedicate alle nostre città, intitolate “A casa vostra”. Questa volta tocca a Cagliari.

Del capoluogo scrivono Giorgio Meletti e Paola Pintus. È la storia incredibile della nuova metropolitana di superficie che non sembra disegnata per servire gli abitanti, ma i signori del cemento. Che già affilano le armi, per rovinare ancora una città bellissima, ma già tanto martoriata dal mattone.

A dirlo è addirittura lui, Massimo Zedda, il sindaco: “L’unico precedente simile è l’autostrada di Capaci, che doveva sfiorare i terreni dei mafiosi”. Così Zedda ha fulminato la nuova metropolitana di superficie che deve collegare Cagliari con Quartu Sant’Elena. Anziché farla correre dritta tra il viale Marconi e lo stagno di Molentargius, i progettisti dell’Arst (l’azienda di trasporto pubblico della Regione) hanno disegnato un arabesco fatto per lambire le poche aree non ancora edificate tra Monserrato, Selargius e Quartucciu.

Il procuratore della Repubblica, Alessandra Pelagatti, ha sentito le parole del sindaco (“Il più grande progetto di speculazione in corso a Cagliari”) e ha aperto un fascicolo. È un’altra delle storie incredibili di questa terra meravigliosa: come quando si sognava di costruire accanto alla necropoli fenicia di Tuvixeddu. Come quando è nata Quartu Sant’Elena, una città cresciuta a colpi di abusi edilizi. Che poi vengono condonati e costano centinaia di milioni per fornire servizi alle case di chi ha costruito abusivamente.

Cagliari era chiamata la città delle 3M: Massoneria, Mattone e Medici, ma adesso se ne aggiunge una quarta. La Metropolitana, appunto. Mentre la massoneria è in crisi, pur se ha più tesserati del Pd. E il mattone langue in preda alla crisi immobiliare. Meletti e Pintus ci raccontano anche di Rwm, l’industria tedesca che proprio in Sardegna ha deciso di costruire le bombe da vendere ai sauditi, che poi le lanceranno sullo Yemen. In Germania non fa bello realizzarle e allora si è deciso di produrle in Sardegna. E se qualcuno storce il naso, arriva il ricatto dell’occupazione: niente bombe, niente lavoro. Tutti a casa.

Tanti progetti, più o meno condivisibili. I giornalisti raccontano anche del sogno del nuovo stadio che dovrebbe sostituire il glorioso Sant’Elia. Qui, accanto al campo di calcio, dovrebbero nascere musei, centri sportivi e alberghi. Un investimento da 55 milioni. Siamo a cinquant’anni ormai dallo scudetto del grande Cagliari di Manlio Scopigno e di Gigi Riva. E la storia si ripete: chimica e pallone. La squadra una volta sostenuta dai Moratti adesso è nelle mani di Tommaso Giulini. Industriale che fa sognare con il pallone, mentre alcuni impianti industriali sono oggetto di indagini della magistratura.

Ecco Cagliari del 2018, città unica. Che sogna di diventare una delle capitali del Sud Mediterraneo. Smog et circenses. (da “il Fatto Quotidiano”).

Un busto di Giovanni Falcone, e appena sarà pronto anche quello di Paolo Borsellino, nel giardino della Casa circondariale di Massama. Il busto del magistrato ucciso dalla mafia 26 anni fa nella strage di Capaci è stato scoperto, questa mattina, ed è stato il momento culminante della festa per il 201° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia penitenziaria. A sollevare il telo che nascondeva l’opera, realizzata dallo scultore Giuseppe Maccioni, sono stati il direttore dell’Istituto di pena, Pierluigi Farci, e il comandante del Reparto della Polizia penitenziaria, Salvatore Cadeddu. Accanto al busto di Falcone è già pronto il basamento sul quale sarà ricordato un’altra vittima della mafia, Paolo Borsellino, che di Falcone fu collega nel pool antimafia, e che assieme a Falcone nell’estate del 1985 fu trasferito per motivi di sicurezza all’Asinara per preparare l’istruttoria del Maxi processo di Palermo. L’arrivo nell’isola di Falcone e di Borsellino con le rispettive famiglie è stato ricordato dall’allora direttore del carcere dell’Asinara, Francesco Massidda. La decisione di collocare nel giardino del carcere oristanese le statue di Falcone e di Borsellino, resa possibile dalla collaborazione dell’associazione “Il Seme”, non è casuale. La struttura, come ha ricordato il comandante del Corpo di Polizia penitenziaria, ospita infatti un gran numero di personaggi di spicco non solo della Mafia siciliana, ma anche della Ndrangheta, della Camorra e della Sacra Corona Unita. Attualmente nelle celle del carcere di Massama sono rinchiusi infatti ben 175 detenuti di massima sicurezza (di cui 39 ex 41 bis) e altri 48 di media sicurezza.

Si svolgerà giovedì 24 maggio, all’hotel Mistral 2 di Oristano, a partire dalle 8.30, la “Giornata Nazionale del Terapista Occupazionale”. Dopo le celebrazioni dell’anno scorso per il ventennale del profilo professionale, tenutesi a Montecitorio, quest’anno è stata scelta la città di Eleonora per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo della professione nella promozione della salute e benessere bio-psico-sociale delle persone. L’evento, organizzato dall’Aito (Associazione Italiana dei Terapisti Occupazionali), è patrocinato dalla Sito (Società tecnico scientifica italiana di terapia occupazionale), dall’Ats- Assl Oristano e dall’Istituto di riabilitazione Santa Maria Bambina. Destinatari dell’iniziativa sono non solo professionisti sanitari, ma tutta la popolazione, il mondo dell’associazionismo e tutti coloro che sono interessati a conoscere la figura professionale del Terapista Occupazionale. “Lavorare in equipe: un approccio centrato sulla persona” sarà il filo conduttore dell’iniziativa, che ha come responsabile scientifico il presidente Aito, Michele Senatore. Si parlerà di umanizzazione della cura, partecipazione e inclusione, equipe interprofessionale e multidimensionale. Tra i relatori saranno presenti il responsabile dell’Unità operativa di Neuroriabilitazione e riabilitazione ospedaliera dell’ospedale San Martino di Oristano, Andrea Montis, e la terapista occupazionale presso la stessa unità operativa, Chiara Piras. Al tavolo dei relatori anche il direttore sanitario del Santa Maria Bambina, Tomas Dore, e la terapista occupazionale della stessa struttura, Gabriella Casu.  La terapia occupazionale, definita anche ergoterapia, è una disciplina riabilitativa che utilizza la valutazione e il trattamento per sviluppare, recuperare o mantenere le competenze della vita quotidiana e lavorativa delle persone con disabilità cognitive, fisiche, psichiche tramite attività. Si occupa anche dell’individuazione e dell’eliminazione di barriere ambientali per incrementare l’autonomia e l’indipendenza e la partecipazione alle attività quotidiane, lavorative, sociali.

Per dotare di un regolare Piano terapeutico i pazienti diabetici che attualmente ne sono sprovvisti, in quanto quello in loro possesso è stato emesso dalla casa di cura “Madonna del Rimedio” di Oristano (struttura mai autorizzata dalla Regione a emettere tale tipo di documentazione sanitaria), la Ats-Assl Oristano fa sepere in una nota che attiverà un ambulatorio dedicato in via esclusiva al rinnovo dei Piani Terapeutici finora emessi dalla casa di cura. All’ambulatorio, attivo presso il Servizio di Diabetologia dell’ospedale San Martino di Oristano, a partire da martedì 5 giugno, i pazienti potranno acceder esclusivamente su prenotazione telefonica, chiamando il numero 0783.317289 nella giornata di venerdì 25 maggio, dalle 13 alle 14, e, successivamente (a partire da lunedì 28 maggio), dal lunedì al giovedì, sempre dalle ore 13 alle 14. Al momento della prenotazione, sarà comunicata agli utenti la documentazione sanitaria da fornire. In attesa di accedere all’ambulatorio, i pazienti sono invitati a rivolgersi al proprio medico per una presa in carico appropriata. La soluzione della difficile vicendal fine di dotare di un regolare Piano terapeutico i pazienti diabetici che attualmente ne sono sprovvisti, in quanto quello in loro possesso è stato emesso dalla casa di cura ‘Madonna del Rimedio’ di Oristano (struttura mai autorizzata dalla Regione a emettere tale tipo di documentazione sanitaria), la Ats-Assl Oristano attiverà un ambulatorio dedicato in via esclusiva al rinnovo dei Piani Terapeutici finora emessi dalla stessa casa di cura. La soluzione della difficile vicenda è frutto del lavoro della task force messa in piedi dalla Direzione sanitaria Ats e Assl Oristano all’indomani dei risultati dei controlli effettuati dalla direzione Assl Oristano, che aveva riscontrato anomalie nella prescrizione di alcuni farmaci e irregolarità nell’emissione dei piani terapeutici. A consentire tale risultato – si legge ancora nel comunicato – è anche la disponibilità del personale del Servizio di Diabetologia della Assl oristanese, che nelle prossime settimane effettuerà orari di lavoro straordinari pur di garantire il diritto alla salute di tutti i pazienti.

Cambio al vertice dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Oristano, che gestisce le Volanti e il 113. Il nuovo dirigente è Roberto Conti. Fabrizio Biondi è, invece, il nuovo dirigente dell’Ufficio Personale. Roberto Conti, 32 anni, nuorese, laureato in Giurisprudenza, ha conseguito, a Roma, il Master di secondo livello in Scienze della Sicurezza presso l’Università La Sapienza. Assegnato alla Questura di Oristano nel gennaio 2018, aveva diretto finora l’Ufficio Personale e Tecnico Logistico. Fabrizio Biondi, 55 anni, di Perugia, laureato in scienze sociologiche, è in Polizia dal 1983. Dopo aver prestato servizio nel 1° Reparto Celere di Roma, è stato nella Polizia Ferroviaria, nella Squadra Mobile (sezione narcotici) e nella Criminalpol di Firenze, dove ha partecipato alle indagini sul sequestro di Giuseppe Soffiantini e alla cattura di alcuni latitanti. Nel 2005 è stato trasferito presso la Questura di Oristano. Dopo un breve periodo come Coordinatore presso l’Ufficio di Gabinetto, è stato assegnato alla Squadra Mobile, dove svolgeva funzioni di vicedirigente. Ora, come detto, la dirigenza dell’Ufficio Personale.

Un cucciolo di delfino in difficoltà, che si era avvicinato troppo alla costa, nelle acque di “Is Arutas”, in piena Area Marina Protetta del Sinis, è stato salvato dagli uomini della Guardia Costiera con l’aiuto di alcuni operatori del Cnr. Si tratta di un giovane esemplare di Stenella Coeruleoalba, della lunghezza di circa 1.5 metri, che disorientato stava rischiando di rimanere spiaggiato sul litorale. A far scattare l’allarme è stata la segnalazione di un biologo dell’Area Marina Protetta. La Capitaneria di porto di Oristano ha inviato sul posto un gommone con a bordo i referenti scientifici del Cnr-Iamc di Oristano. Il delfino è stato prelevato e poi rilasciato in acque più profonde.

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