Feb 27

Regionali: Vittoria di Alessandra Todde, Truzzu secondo, flop Soru. Oristano roccaforte cdx.

Il testa a testa tra la candidata del centrosinistra, Alessandra Todde, e il candidato del centrodestra, Paolo Truzzu, è proseguito fino a notte inoltrata, poi Alessandra Todde ha annunciato la vittoria.

Se i dati ufficiali lo confermeranno (tra Todde e Truzzu ci sono solo tremila voti di differenza e alcune sezioni da scrutinare), Alessandra Todde sarà la prima presidente donna della Regione  Sardegna.

Una vittoria fortemente voluta, tra lo scetticismo generale (l’incognita era rappresentata dall’esperimento M5S e Pd assieme), con la candidata del “campo largo” del centrosinistra che è stata il vero valore aggiunto, conquistando 3 punti in più della sua colazione. Tra i quattro candidati, Alessandra Todde è apparsa, di gran lunga, la più competente, preparata, affidabile, l’unica capace di cambiare pagina e far svoltare la Sardegna. E i sardi l’hanno premiata.

Per Paolo Truzzu, lo sconfitto del centrodestra (4 punti in meno della coalizione, e con Fdl secondo partito dietro al Pd in Sardegna), che ha conteso la vittoria alla Todde fino alla fine, a nulla è valso lo show deprimente di Giorgia Meloni alla Fiera di Cagliari, con le sue vocine, le sue faccine, le sue battute da avanspettacolo, che non hanno cancellato il fatto  che Truzzu sia tra i sindaci peggiori d’Italia (e il risultato di Cagliari lo conferma ampiamente) e la prosecuzione (imposta da Meloni) di Christian Solinas, il presidente di Regione peggiore del Paese, a capo di una coalizione destrorsa che ha trasformato l’Isola in un cumulo di macerie.

Ma il vero sconfitto di queste elezioni è Renato Soru, il nuovo “unto dal signore” che sperava di venire da Sa Illetta alla Regione a miracolo mostrare e che, invece, alla Regione non metterà piede (e non è riuscito neppure a far perdere Alessandra Todde. ndr), visto il flop della sua “coalizione sarda”, che con Azione da una parte e  Rifondazione comunista e Liberu dall’altra è stata la fotografia della confusione più totale (se avesse presentato un solo partito, avendo superato il 5% Soru ora avrebbe dei rappresentanti in consiglio regionale. ndr). Piccato per non essere stato scelto come candidato dal centrosinistra, il suo ego smisurato l’ha portato ad abbandonare il Pd, di cui era stato cofondatore, e, per esempio, anzichè aiutare la figlia Camilla nella campagna elettore, ha preferito rispolverare Progetto Sardegna che agli occhi dei sardi non rappresenta di certo una novità, ma un passato vecchio, stantio e demodè. Un progetto ottimo per reduci e nostalgici di una politica superata da tempo, ma che non ha nulla di contemporaneo se non la supponenza di chi non si è reso conto che la sua stagione politica è finita da tempo.

“Sono molto contenta e orgogliosa, credo che oggi si possa scrivere una pagina di storia per la Sardegna”. Sono passate più di 24 ore dall’inizio dello spoglio, ma nella mattinata di martedì non si hanno ancora i risultati definitivi del voto per le Regionali in Sardegna, anche se la candidata di Pd-M5s-Avsi, Alessandra Todde, annuncia la vittoria e riceve i complimenti dei partiti nazionali. Con 21 sezioni ancora da scrutinare e appena tremila voti di vantaggio, la candidata del centrosinistra ha rivendicato la vittoria. Per tutta la serata il testa a testa con il rivale, Paolo Truzzu, esponente dei partiti della maggioranza di governo, è stato serrato e con un distacco minimo: un fotofinish che probabilmente non era stato previsto nemmeno dai contendenti e che spiazza soprattutto le forze del centrodestra. Quando sono state scrutinate 1.822 sezioni su 1.844, l’ex viceministra allo Sviluppo economico Todde (M5s), candidata del cosiddetto Campo largo, sopravanza con il 45,3% il sindaco di Cagliari Truzzu (FdI), al 45%. Molto distante da entrambi, all’8,7%, l’ex governatore dem Renato Soru che – appoggiato da una coalizione che comprende +Europa e Azione – rischia l’esclusione dal consiglio regionale. Ipotesi, questa, già archiviata per l’esponente dei Rossomori, formazione sardista di sinistra, Lucia Chessa, al momento con l’1% dei voti validi. L’esito potrebbe diventare ufficiale nella mattinata. Ma il risultato potrebbe essere già da ora indefinito perché in alcuni Comuni – come annuncia il deputato di Fratelli d’Italia Gianni Lampis – verrà chiesto il riconteggio. Lampis in particolare cita i Comuni di Luras (in provincia di Sassari) e Narcao (provincia del Sud Sardegna). (da ilfattoquotidiano.it).

Per quanto riguarda Oristano non c’è stata nessuna sorpresa, visto che la città, tanto per cambiare, si è confermata una roccaforte del centrodestra.

Speciale elezioni Comune di Oristano

Speciale elezioni Regione Sardegna

(dal sito del Comune di Oristano e della Regione Sardegna).

“Chissà dov’è adesso Renato Soru. Chissà dove sono i suoi candidati, i suoi sostenitori. Quelli che per mesi hanno aggredito chiunque osasse anche solo mettere in dubbio la consistenza del suo progetto politico, l’esiguità delle sue liste, l’ambiguità delle sue argomentazioni. Tutti tacciono.
Dove sono ora che, a metà spoglio, il loro leader non si schioda da un miserrimo otto per cento? Cosa diranno, adesso? Chi incolperanno del loro disastro? La stampa nazionale? I blogger? I sondaggi truccati (che poi si sono rivelati perfino generosi…)? Oppure avranno il coraggio di dare la colpa nientemeno che… ai sardi?
Otto per cento. Eppure, fino a pochi giorni fa qualcuno parlava con grande sicumera di liste al venti per cento e di Soru impegnato in un durissimo testa a testa con Truzzu, con la Todde relegata al ruolo di terzo incomodo. E invece, alla fine, la Coalizione Sarda prenderà meno voti di Sardegna Possibile e di Michela Murgia dieci anni fa. Chi lo avrebbe mai detto?
Perché è un mondo fantastico quello in cui Soru ci ha costretto a vivere in queste settimane di campagna elettorale, con i suoi candidati in preda a fenomeni di autosuggestione collettiva e lui, novello Houdini, impegnato nei suoi giochi di prestigio, nei suoi illusionismi, nelle sue manipolazioni di bassa lega (ma vogliamo parlare della campagna a favore del voto disgiunto?).
Questo lo ha saputo fare benissimo. Quello che non ha saputo fare è capire è che la sua carriera politica si era già compiuta, che era già chiusa. In queste settimane ho notato che, se da una parte chi non voleva votare la Todde avanzava argomentazioni politiche (“Non voglio votare una grillina”), chi non voleva Soru avanzava riserve proprio su di lui, non sul suo progetto politico.
È andata malissimo ai partiti dell’autodeterminazione che lo hanno assecondato: il loro opportunismo è stato punito severamente. Ma questo accade non quando si vive in una realtà parallela, immaginaria. Quando si ritiene gli elettori incapaci di intendere e di volere. Quando, in sintesi, non si capisce nulla di politica.
E adesso ci auguriamo che Soru vada avanti con il suo progetto, che costituisca un nuovo partito e che si presenti, come promesso, alle comunali di Cagliari e di Sassari. Fermarsi ora significherebbe soltanto essere scesi in campo per impedire al centrosinistra di vincere. Ma forse anche questo poco nobile intento potrebbe risolversi un fallimento. L’ennesimo della sua carriera politica”. (Vito Biolchini, dal sito vitobiolchini.it).

Con delle sezioni ancora da scrutinare, si inizia comunque a delineare la composizione del nuovo consiglio regionale, con i 60 seggi da assegnare: due vanno al candidato alla presidenza che ha vinto le elezioni, Alessandra Todde, e al candidato arrivato secondo, Paolo Truzzu. Restano, invece, fuori dal consiglio regionale il candidato che si è piazzato al terzo posto, Renato Soru, che non ha superato la soglia di sbarramento del 10%, e Lucia Chessa che con una sola lista non ha superato il 5% e il cui unico scopo era quello di avere, da queste elezioni regionali, un po’ di visibilità.

Il nuovo consiglio regionale potrebbe essere così composto:

Maggioranza

Partito Democratico (11): Piero Comandini, Valter Piscedda, Camilla Soru, Antonio Solinas, Roberto Deriu, Carla Fundoni, Antonio Spano, Salvatore Corrias, Giuseppe Meloni, Alessandro Pilurzu, Gigi Piano.

Movimento 5 Stelle (7): Alessandra Todde, Michele Ciusa, Gianluca Mandas, Roberto Li Gioi (o Vincenzo Bifulco), Alessandro Solinas, Lara Serra, Desirè Manca.

Alleanza Verdi Sardegna (4): Maria Laura Orrù, Antonio Piu, Diego Loi, Giuseppe Dessena.

Progressisti (3): Francesco Agus, Gian Franco Satta, Ivan Pintus.

Sinistra Futura (3): Paola Casula (o Andrea Dettori), Giuseppino Canu, Luca Pizzuto.

Uniti per Todde (3): Giuseppe Frau, Valdo Di Nolfo, Sebastian Cocco.

Orizzonte comune (3): Sandro Porcu, Franco Cuccureddu, Salvatore Cau.

Socialisti (2): Lorenzo Cozzolino, Martino Davide Canu.

Opposizione

Fratelli d’Italia (7): Fausto Piga, Corrado Meloni, Antonello Floris, Franca Masala, Cristina Usai (o Andrea Nieddu), Emanuele Cera, Gigi Rubiu.

Riformatori (3): Umberto Ticca (o Gabriella Mameli), Aldo Salaris, Giuseppe Fasolino.

Forza Italia (3): Ivan Piras, Angelo Cocciu, Giuseppe Talanas.

Sardegna al Centro 2020 Venti (3): Stefano Tunis, Alberto Urpi, Antonello Peru.

Psd’Az (3): Gianni Chessa, Piero Maieli, Alfonso Marras.

Lega (2): Paolo Truzzu ( potrebbe finire anche in quota Psd’Az), Alessandro Sorgia.

Alleanza Sardegna – Partito liberale italiano (2): Stefano Schirru, Franco Mula.

Udc (1): Alice Aroni.

La più votata in assoluto è stata la consigliera regionale uscente del M5S, Desiré Manca, con oltre 8mila preferenze nella circoscrizione di Sassari. Tra i più votati anche il segretario del Pd sardo, Piero Comandini a Cagliari, anche lui consigliere uscente, così come Giuseppe Meloni (Pd) in Gallura, e Antonello Peru di Sardegna al Centro 20Venti a Sassari. Tra gli assessori regionali uscenti passano Gianni Chessa (Psd’Az) a Cagliari, Aldo Salaris (Riformatori) a Sassari, e Giuseppe Fasolino (Riformatori) in Gallura. Buona affermazione anche per Camilla Soru del Pd, figlia di Renato Soru e avversaria del padre in questa competizione elettorale, che entra in consiglio regionale forte di 3.600 voti.

In attesa che lo spoglio venga completato dal Tribunale, il Pd risulta il partito più votato in questa tornata elettorale sarda, con 94.411 voti, pari al 13,8%. I dem hanno vinto la sfida con Fratelli d’Italia, che ha raggiunto il 13,6%, per un totale di 93.122 voti. Nel “campo largo” del centrosinistra, il Movimento 5 Stelle ha conquistato 53.066 voti, pari al 7,8%, terzo partito più votato, mentre l’Alleanza Verdi-Sinistra ha ottenuto 31.856 voti, pari al 4,7%. Oltre ventimila sono stati i voti per i Progressisti (3%), così come per Orizzonte Comune e Sinistra Futura, anche loro al 3%. Buona l’affermazione della lista civica Uniti per Alessandra Todde che ha ottenuto 27.261 voti, pari al 4%. Ha raggiunto l’1,7% il Psi, mentre sotto l’1% si sono piazzati Fortza Paris (0,9%) e Demos (0,7%). Nel centrodestra, dopo FdI, il secondo partito sono i Riformatori Sardi, con il 7,1% (48.423 voti), che si sono piazzati davanti a Forza Italia (6,3% con 43.171 voti), a Sardegna al Centro 20Venti (5,5%, 37.513 voti) e al Psd’Az (5,4%, 36.997). Flop della Lega di Matteo Salvini, che ha incassato solo il 3,7% dei voti (alle Regionali del 2019 aveva l’11,8%) pari a 25.589 voti. Il Carroccio è stato superato anche da Alleanza Sardegna-Pli al 4,1% con quasi 28mila voti. L’Udc è invece al 2,8% (19.056 voti), mentre la Democrazia Cristiana con Rotondi si è fermata allo 0,3%, poco più di 2mila voti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.