Gen 14

Grig: “Il Piano casa appena approvato vuol fare della Sardegna un contenitore di metri cubi”.

“Lo chiamano Piano casa (l’ennesimo), ma non c’entra nulla con l’autentico “piano casa” che negli anni ’50-’60 del secolo scorso fornì davvero una casa a milioni di Italiani dopo le devastanti distruzioni della II guerra mondiale. Questo è solo un piano per la speculazione edilizia”.

Questo il duro attacco dell’associazione ambientalista “Gruppo di Intervento giuridico” che parla di un “…bulimìa cementizia di una politica tanto miope quanto deleteria, che vuol rendere la Sardegna un miserabile contenitore di metri cubi e poco più”.

L’associazione ecologista annuncia di volere avviare “…tutte le necessarie azioni perché la legge regionale scempia-coste finisca davanti alla Corte Costituzionale, come già avvenuto per le leggi regionali sarde concernenti la privatizzazione strisciante delle spiagge mediante permanenza di chioschi e altre strutture balneari, l’ennesima illegittima proroga del cosiddetto Piano casa e l’interpretazione autentica che consentirebbe la riscrittura del Piano paesaggistico regionale”.

“Oltre 37.500 cittadini – aggiunge il Grig – hanno già sottoscritto la petizione per la salvaguardia delle coste sarde, per il mantenimento dei vincoli di inedificabilità costieri, i vincoli di inedificabilità nella fascia dei 300 metri dalla battigia marina, stabiliti dalle normative vigenti e dalla disciplina del Piano paesaggistico regionale.

Altro cemento sulle coste non vuol dire turismo, significa solo degrado ambientale e perdita di attrattiva. Eppure, oltre al pesante degrado della risorsa ambientale, che allontanerebbe parecchi turisti, basterebbe evidenziare in proposito il ridotto tasso di occupazione delle strutture: 22% per le strutture alberghiere e 9,1% per quelle extralberghiere (dati inferiori alla media italiana, ma in linea con quelli delle regioni competitor italiane: Sicilia, Puglia e Calabria). I motivi risiederebbero nella forte stagionalità dei flussi, tipica del turismo marino-balneare”.

Le critiche del Grig sono riferite al Piano casa della giunta sardoleghista, che adesso è legge (fino 31 dicembre del 2023). Così ha deciso il consiglio regionale che ha varato una legge con tante novità, fortemente contestate dall’opposizione che ha sempre definito lo scempio del Piano casa come un attacco all’ambiente, a iniziare dagli incrementi volumetrici fino al 50% oltre i 300 metri dal mare. E’ invece salva la fascia costiera, anche perchè una diversa decisione avrebbe portato all’impugnazione da parte del governo nazionale. Alle strutture sul mare sarà comunque consentito di fare interventi, anche se col sistema della demolizione-costruzione. Tutto quello che si butta giù, può essere realizzato ex novo. Anche per quanto riguarda l’agro, entro i mille metri dal mare potranno edificare solo gli agricoltori professionisti, purché titolari di un ettaro, mentre prima erano necessari tre ettari. Le stesse condizioni valgono per gli hobbisti (sic!), ma fuori dai mille metri. Di fatto con questo Piano casa si dà poi il via libera all’edificazione selvaggia nelle campagne, visto che in zona E, nel precedente Piano casa, potevano costruire solo gli operatori del settore. Tra i vari schieramenti politici ci sono stati duri scontri, così come ci sono ste frizioni anche all’interno della stes sa maggioranza (per quanto riguarda, ad esempio, l’abitabilità dei seminterrati), tanto che il presidente Solinas ha convocato in tutta fretta, ieri notte, un vertice per dirimere le spinose questioni. Un risultato importante l’opposizone l’ha comunque ottenuto, perché nelle zone umide resta il vincolo paesaggistico. Ora perchè il nuovo Pinao casa entri in vigore bisognerà attendere la pubblicazione sul Buras.

Un nuovo gruppo sta per essere costituito in consiglio regionale. Dovrebbe chiamarsi “Forza Sardegna” e dovrebbe ro farne parte due consiglieri di Forza Italia, Emanuele Cera e il presidente della commissione Urbanistica Giuseppe Talanas, – e due dei Riformatori, il vicepresidente del consiglio regionale Giovanni Antonio Satta e il bosano Alfonso Marras. Un’operazione politica legata, per quanto riguarda i Riformatori, anche alla successione dello scomparso Roberto Frongia all’assessorato dei Lavori pubblici. In pole position c’è l’attuale direttore sanitario del Mater Olbia, Franco Meloni, ma questo nominativo non sarebbe gradito a una parte del partito. Da qui la scelta di Satta e Marras di partecipare alla fondazione del nuovo gruppo. Questa nuova situazione dovrebbe avere ripercussioni sugli equilibri in giunta. Dopo la fuoriuscita di Antonello Peru (ora nel gruppo Cambiamo-Udc) si ridurrebbe a due il numero dei consiglieri di Fi (il capogruppo Cocciu e Alessandra Zedda). Troppo pochi per giustificare la presenza di due assessori azzurri in giunta (Zedda al Lavoro e Fasolino alla Programmazione). E di questo si terrà certamente conto in occasione del rimpasto di cui tanto si parla, anche se “Forza Sardegna” nascerebbe come forza politica abbastanza allineata con Forza Italia.

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