Giu 24

La Regione pronta a dare l’ok al progetto di Renato Soru a Funtanazza.

Dopo la presunta bocciatura dell’Ufficio regionale Tutela del paesaggio, che aveva ritenuto improcedibile il progetto presentato dalla società di Rento Soru, a Funtanazza, perchè in contrasto col Ppr, sembra che ora la Regione sia, invece, propensa a dare l’ok per la sua realizzazione.

Quello previsto a Funtanaza, in territorio di Arbus nella Costa Verde, è un albergo in riva al mare al posto di un’ex colonia che ospitava i figli dei minatori. Renato Soru presentò il progetto nel 2008 e ora,  a distanza di 12 anni, la Regione a guida sardoleghista pare abbia lasciato intendere che l’idea dell’ex governatore-europarelementare-segretario regionale del Pd e patron di Tiscali potrebbe diventare realtà.

E questo perchè l’opera sarebbe migliorativa rispetto alla struttura esistente (un rudere a tutti gli effetti) se a parità di volumi si preserva il carattere storico dell’edificio, in linea con i vincoli imposti dal Piano paesaggistico regionale, creato da Gian Valerio Sanna, allora assessore della giunta Soru. Piano osannato dagli ambientalisti e preso ad esempio da tante altre regioni italiane, e tuttora in vigore.

Secondo il progetto presentato dalla società di Soru, l’intera porzione di fronte al mare verrebbe eliminata e spostata sul retro dell’edificio principale, del quale sarebbe poi ridotta l’altezza, mentre la facciata verrebbe realizzata con pareti vetrate (?).

Ci sarebbe, dunque, il parere favorevole, almeno per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici e architettonici. Non sembrano, infatti, esserci elementi di contrasto con il Ppr, un sistema di norme a tutela dell’ambiente costiero introdotto proprio dalla giunta di centrosinsitra di Renato Soru, che l’attuale giunta Solinas sta tentando di modificare in tutti i modi.

Gli unici ostacoli alla riqualificazione della ex colonia sarebbero di natura tecnico-burocratica che, secondo la Regione, dovranno essere superati a livello locale. La Regione si è, quindi, liberata della patata bollente e l’ha passata nelle mani del Comune di Arbus.

“Considerando che il Comune non ha ancora concluso l’iter di adeguamento del Piano urbanistico al Ppr, si invita l’amministrazione a valutare l’eventuale necessità di ulteriori adempimenti amministrativi”, ha sentenziato il Servizio di Tutela del paesaggio. In poche parole, spetterà al Comune accertare che il progetto presentato dalla società “Riva di Scivu srl” sia rispondente alle norme vigenti in materia di Ppr.

Il sindaco di Arbus, Antonello Ecca, è consapevole del problema a monte, e cioè che l’iter di adozione del Puc e l’adeguamento al Ppr non è completato. Ma nei giorni scorsi Ecca aveva dichiarato che per l’adozione definitiva del Piano urbanistico mancava un passaggio: la risposta definitiva della Regione.

A questo punto una domanda sorge spontanea: cos’è accaduto? Cosa c’è dietro? Era falsa la notizia della bocciatura o  si è fatta un’improvvisa marcia indietro lasciando che sia il Comune di Arbus a sbrogliare la spinosa questione? Oppure non è che Solinas abbia assoldato gli stessi deleteri “suggeritori poco occulti” di Salvini per le campagne mediatiche che hanno partorito questa genialata: facciamo uscire  la notizia che il progetto sta per essere bocciato e poi, con un colpo di teatro, gli diamo invece l’ok. Secondo i cervelloni destrorsi da questa operazione  Solinas avrebbe un ritorno di immagine insperato e aprirebbe le porte all’assalto dei cementificatori, pronti a far valere la domanda di rito : “Perchè a Soru sì e a noi no?”.

“Oggi L’Unione Sarda a pag. 9 scrive una grande pagina di indipendenza e di libertà. Ci vuole coraggio a fare ciò che fa, perché un’azienda è sempre esposta alle ritorsioni dell’unico vero potere della Repubblica italiana che può privare della libertà: la magistratura. Ci vogliono coraggio e libertà, e il più antico giornale della Sardegna oggi ha dimostrato di possederne. Il giornale di Sergio Zuncheddu comincia (ed è già molto) ad accendere la luce sugli sms del dottor Luca Palamara (che personalmente sono convinto alla fine del linciaggio sarà condannato al massimo per irsutismo) che riguardano la Sardegna. È solo l’inizio. Mancano ancora i bei nomi di qualche parlamentare che, peraltro, aveva tutto il diritto di chiacchierare con chi voleva, come anche lo aveva il dottor Palamara. Io, però, (uso la prima persona per non fare del male a nessuno e perché dal 2015 vivo una battaglia durissima contro un nemico occulto) non sono interessato al gossip; sono interessato a scoprire come sono stati nominati i procuratori della Sardegna, come si sono comportano rispetto alle loro istanze, se anche loro chiacchierano al telefono, se anche loro chiedono favori, se anche loro militano in partiti interni, che cosa si dicono, che battute fanno, come apparirebbero se le loro conversazioni venissero fatte a pezzettini con malvagità da qualcuno della Polizia Giudiziaria che si avventurasse anche (come la Pg fa sempre con i poveri mortali) a tracciare un loto profilo psicologico per poi affidarlo al pubblico ludibrio. Sono molto interessato a capire come lo scontro sulla Procura di Cagliari si sia legato ad alcune inchieste inabissate. Sono molto interessato a capire perché Oristano, o meglio, le nomine di Oristano sarebbero state un errore. Sono molto interessato a capire (e servirebbero delle belle conferenze stampa, con scudetti, gagliardetti, bicipiti e pettorali esposti, encomi pronti e carriere rapidissime realizzate sulla carne di gente normale venduta alla pubblica opinione come pezzi di malacarne) perché il Csm, dinanzi a ordinanze di altri magistrati che censurano il modus operandi di qualche Procura ha scelto di non considerarle. Sarei curioso di applicare ai magistrati corrispondenti di Palamara lo stesso metodo che applicano loro, per cui il comportamento di uno viene spalmato su tutti i suoi interlocutori. Su forza, lor signori con un po’ di rogna sotto le toghe, scegliete che fare: o accendete la luce o continuate a grattarvi. Ma non negateci una bella conferenza stampa, suvvia”. (Paolo Maninchedda, www.sardegnaeliberta.it).

Martedì 30 giugno, alle 17.30, su YouTube Canale CSCUNLA Oristano, “Fare cultura a Oristano”, incontro con Francesco Obino, direttore della Fondazione Oristano. Il Comune di Oristano ha istituito nel 2006 la Fondazione Sa Sartiglia affidandole come finalità, la realizzazione e valorizzazione della manifestazione Sa Sartiglia e di tutte le attività connesse al suo patrimonio storico-culturale, che è parte del patrimonio storico culturale della città di Oristano. Questo indirizzo è stato ribadito negli anni e ha portato l’amministrazione comunale a scegliere di mantenere la Fondazione Sa Sartiglia come sua partecipata, considerandola “…necessaria per il perseguimento delle finalità istituzionali, come stabilito nello Statuto comunale, inteso come promozione e sviluppo della città di Oristano dal punto di vista culturale ed economico”. A seguito della decisione di affidare la gestione dei propri Beni e Istituti Culturali a una fondazione, il Comune di Oristano ha preferito optare per un maggiore utilizzo della Fondazione Sa Sartiglia, piuttosto che procedere alla costituzione di una nuova fondazione che sarebbe dovuta partire da zero, tenendo anche conto che la fondazione, fin dalla sua costituzione, oltre alla Sartiglia si è occupata della valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, della città di Oristano. In linea con le finalità originarie, si è quindi proceduto al loro ampliamento, alla modifica della sua governance, con nuove modalità di scelta, alla strutturazione dell’attività in settori e alla modifica della denominazione in Fondazione Oristano. Questi elementi permettono oggi di avere una fondazione totalmente rinnovata a servizio della cultura, che partendo dalla città opera intessendo rapporti in ambito regionale, nazionale e internazionale. L’attività della Fondazione si suddivide in tre ambiti di azione che sono coordinati da comitati tecnico-scientifici: Beni e Attività Culturali, Promozione Turistica, Sartiglia. Alla Fondazione è affidata la gestione dell’Antiquarium Arborense – Museo Archeologico e Artistico Giuseppe Pau, della Pinacoteca Comunale Carlo Contini, dell’Archivio Storico comunale, delle torri giudicali e del Centro Internazionale di Ricerche sulle Civiltà Egee. A queste si aggiunge la gestione del Centro di documentazione e studio sulla Sartiglia di Oristano, istituito dalla Fondazione, e della sua area espositiva.

Francesco Obino è nato a Oristano nel 1974. Ha conseguito il Baccellierato in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, e ora sta concludendo un Master in Economia della cultura: politiche, governo e gestione, presso l’Università di Roma Tor Vergata. Dal 2006 è direttore della Fondazione Sa Sartiglia e dal 2019 della Fondazione Oristano. È coautore di diverse pubblicazioni sul Gremio dei Contadini di Oristano e sulla Sartiglia.

Sono 1.361 i casi di positività al Covid-19 complessivamente accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale si registra un nuovo caso nel Sud Sardegna per un cittadino extracomunitario risultato positivo al test. In totale sono stati eseguiti 78.449 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto sette, nessuno in terapia intensiva, mentre otto sono le persone in isolamento domiciliare.Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.195 pazienti guariti (+2 rispetto al precedente aggiornamento), più altri 19 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime, 132 in tutto. Sul territorio, dei 1.361 casi positivi complessivamente accertati, 250 sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 99 (+1) nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 78 a Nuoro, 873 a Sassari.

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