Giu 12

Scoperti in un resort dell’Oristanese 85 contratti di apprendistato irregolari.

Hanno applicato contratti di apprendistato ai dipendenti, senza però eseguire alcuna formazione professionale, anzi, alcuni di loro erano già in possesso della qualifica e non avevano alcuna necessità di formarsi.

È quanto hanno scoperto i funzionari dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Cagliari e Oristano, durante una verifica a carico dell’Ala Birdi di Arborea, noto resort turistico della costa oristanese. Il titolare ha ricevuto nei giorni scorsi un verbale con una sanzione complessiva di 61mila euro e la richiesta di versare contributi all’Inps per 400mila euro

“È stato accertato, infatti, che nella struttura alberghiera sia stato fatto nel tempo un uso gravemente distorto del contratto di apprendistato – hanno spiegato dall’Ispettorato – su un numero di ben 85 lavoratori, per l’impiego dei quali l’azienda ha usufruito di importanti sgravi e agevolazioni di natura contributiva, retributiva e fiscale, senza però erogare agli stessi alcun tipo di formazione professionale, come invece era obbligata a fare in base alla legge”. Alcuni lavoratori, per esempio, non sapevano che tipo di contratto era stato loro applicato, mentre altri avevano già la qualifica per la quale erano stati assunti come apprendisti.

In particolare “…su 40 lavoratori è stato accertato che il resort inseriva in busta paga permessi non retribuiti di cui in realtà i lavoratori non beneficiavano, al solo scopo di abbassare fraudolentemente il monte retribuzioni e il relativo imponibile contributivo – hanno detto ancora ancora gli ispettori -. Per 67 lavoratori è stato accertato lo svolgimento di un orario di lavoro molto superiore a quello dichiarato dall’azienda. Agli pseudo apprendisti era imposto un orario di lavoro superiore alle 10 ore giornaliere, senza che lo stesso fosse regolarmente retribuito. Per 29 lavoratori è stato accertato lo svolgimento di mansioni corrispondenti a una qualifica diversa e superiore da quella per la quale erano stati assunti e venivano retribuiti”. Gli ispettori hanno poi disconosciuto 5 contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che in realtà mascheravano veri e propri rapporti di lavoro subordinato.

In un’altra operazione la Guardia di Finanza di Bosa Marina, ha scoperto quattro lavoratori irregolari, di cui tre completamente in nero. I controlli hanno interessato bar, saloni di parrucchiere, esercizi di vendita e imprese edili. In tre casi sono stati individuati dipendenti che prestavano la loro opera in assenza di regolare contratto e, quindi, senza alcuna tutela previdenziale e contro gli infortuni. In particolare è stato individuato il titolare di una impresa edile che non pagando i contributi previdenziali ai propri operai poteva praticare prezzi più bassi rispetto alle imprese in regola e battere quindi la concorrenza. Oltre al pagamento di sanzioni fino a 10mila euro, gli imprenditori individuati dalla Guardia di Finanza dovranno anche regolarizzare i lavoratori in nero e pagare anche i contributi non versati.

“Riteniamo opportuno comunicare alla Città di Oristano che l’11 giugno si è tenuto un incontro tra l’Associazione Culturale Cavalieri di Oristano per la Sartiglia e la Fondazione Sartiglia, i Gremi e il Comune di Oristano. La nostra speranza era che l’esito di quest’incontro fosse la nascita di un dialogo per una proficua collaborazione con l’Amministrazione Comunale, i Gremi e gli Enti preposti all’organizzazione della manifestazione, al fine di rendere ancora più bella e affascinante la Sartiglia”. Inizia così un comunicato, a firma di Ignazio Nonnis, presidente dell’Associazione Cavalieri, diramato dopo la rottura del tavolo che avrebbe dovuto smussare le polemiche e cercare un’intesa tra Cavalieri e Fondazione Sa Sartiglia. Così non è stato. I cavalieri hanno, infatti, abbandonato il tavolo e spiegato le loro ragioni nella nota. “Presupposto imprescindibile perchè nasca una concreta collaborazione – è scritto nel comunicato – è ripristinare il vecchio art. 6 del regolamento Sartiglia, stilato dalla Fondazione, in cui si riconosce all’Associazione Cavalieri la prerogativa di fornire i nominativi dei 120 cavalieri partecipanti alla Sartiglia. Per dovere di cronaca è necessario precisare che l’art. 6 è stato radicalmente modificato nel mese di maggio dalla stessa Fondazione, senza il consenso dell’Associazione Cavalieri, non riconoscendo più la stessa Associazione come unico referente per l’individuazione dei cavalieri partecipanti alla Sartiglia. L’Associazione – ha proseguito Nonnis – è nata nel 1981 con lo scopo di rappresentare i cavalieri e valorizzare il loro impegno e amore per la nobile giostra; oggi vantiamo 160 iscritti che chiaramente non concepiscono la Sartiglia senza l’Associazione. Purtroppo dal confronto è emerso che oggi la Fondazione non è disposta a riconoscere l’associazione Cavalieri come unico interlocutore, nonostante i 40 anni di storia, e nonostante soltanto con i sacrifici economici richiesti proprio all’Associazione Cavalieri la Fondazione è ancora in piedi. Riteniamo questa presa di posizione un’offesa e una assoluta mancanza di rispetto verso i 160 iscritti. Consapevoli della responsabilità, degli oneri e degli obblighi che comporta essere un cavaliere della Sartiglia, l’Associazione si impegna a garantire la massima serietà, correttezza e rispetto delle regole dei suoi associati, ma non è disposta a mediare sul suo ruolo cruciale nell’organizzazione della Sartiglia. Chiediamo udienza presso tutte le istituzione preposte – si legge ancora nella nota -, con la volontà di instaurare un dialogo costante che ci permetta di confrontarci per trovare una soluzione che ci porti a una collaborazione costruttiva e univoca. I cavalieri della Sartiglia devono necessariamente essere rappresentati da un’Associazione, così come tramandatoci dalla generazione di cavalieri che nel lontano 1980 fondò la prima Associazione. Oggi, nella piena continuità, dopo un periodo di difficoltà e memori del passato, con grande determinazione e voglia di riscatto, risorgiamo”.  Poi, in chiusura di comunicato, la stoccata finale. “La Sartiglia di Oristano siamo noi, non è un coro da stadio, è un mantra a cui crediamo intimamente. Perchè siamo noi che ci svegliamo all’alba per accudire i cavalli, siamo noi che chiediamo alle nostre mogli di cucire il nastro delle rosette fino a notte fonda, siamo noi che addobbiamo a festa le scuderie, siamo noi che accogliamo gli oristanesi e i turisti a casa nostra, siamo noi che portiamo in trionfo su Compoidori, siamo noi che scendiamo in sa seu de Santa Maria a galoppo sfrenato, siamo noi che, senza senno, ci mettiamo in piedi sulle selle in via Mazzini, siamo noi la Sartiglia di Oristano. Siat a tottus notoriu. In fede, Il Presidente dell’Associazione Culturale Cavalieri per la Sartiglia, Ignazio Nonnis”.

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