Ott 13

Covid: Gimbe, casi quasi raddoppiati in una settimana. L’incidenza più alta nell’Oristanese.

Nella prima settimana di ottobre, dal 5 all’11, continua a peggiorare la situazione epidemiologica legata al Covid.

L’incidenza sui contagi per 100.000 abitanti passano da 306 a 398 e si evidenzia un aumento dei nuovi casi del 40,8% rispetto alla settimana precedente, quando l’incremento era stato del 18,4%.

E’ quanto rileva la Fondazione Gimbe nel suo consueto monitoraggio. L’incremento maggiore dei casi nel Sassarese con un + 75,4% rispetto alla rilevazione della settimana a cavallo tra settembre e ottobre, anche se l’incidenza più alta non è quella della provincia del nord Sardegna (286 per 100mila abitanti), ma quella registrata a Oristano 320 per 100mila abitanti (+19,7% rispetto alla settimana precedente). Seguono Nuoro 316 (+37,4%), la la città metropolitana di Cagliari 312 (+36%) e il Sud Sardegna 211 (+20,6%).

Sotto media nazionale i posti letto occupati da pazienti positivi in area medica, ma si passa dal 3,8% al 6% mentre sono sopra media nazionale i posti letto in terapia intensiva (2,5%, mentre nella settimana precedente si era arrivati allo 0,5%).

Sul fronte della campagna vaccinale la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino è pari al 10,5% (media Italia 10,2%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari al 1,5%.

La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino è pari a 12,5% (media Italia 11%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni guarita da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell’immediato, pari al 5,3% e il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 13,7% (media Italia 18,7%).

Tra i bambini (fascia 5-11) hanno completato il ciclo vaccinale il41,7% (media Italia 35,2%) a cui aggiungere un ulteriore 4,5% (media Italia 3,3%) solo con prima dose.

Per quanta riguarda i contagi Covid registrati nelle ultime 24 ore in Sardegna ci sono state 751 positività, mentre non c’è stato nessun nuovo decesso.

Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 3.248 tamponi, con un tasso di positività che passa dal 22,3% al 23,1%.

Cala, dopo diversi giorni in crescita, il numero dei pazienti ricoverati in area medica che sono 88 (- 10), mentre in terapia intensiva sono 4 (+ 1). Aumenta, invece, il numero dei sardi in quarantena: 6.734 sono i casi di isolamento domiciliare (247 in più rispetto a ieri).

Dei 751 casi odierni, 77 sono riferiti alla provincia di Oristano, 205 all’Area Metropolitana di Cagliari, 237 alla provincia di Sassari, 113 a quella di Nuoro, e 119 al Sud Sardegna.

A Oristano si sono registrati 14 nuovi contagi e 16 guarigioni dal Covid.

Il totale dei casi rilevati fino a questo momento nella città di Eleonora è di 11.197, i pazienti guariti sono 10.977, i casi attualmente positivi 150, e i morti 64.

Si terrà domani, venerdì 14 ottobre, alle 17, nella sala conferenze dell’Hospitalis Sancti Antoni, a Oristano, l’assemblea pubblica sui problemi della sanità in città e nel territorio. La riunione è organizzata dal Comune di Oristano per raccogliere istanze, proposte e dee per realizzare una piattaforma programmatica per la sanità oristanese. Per il sindaco Massimiliano Sanna “…si tratta di una nuova tappa nel percorso tracciato da questa amministrazione per affrontare la crisi della sanità. Lavoriamo per creare una rete di collaborazione che favorisca la soluzione dei problemi. Sarà un momento di riflessione e di confronto pubblico, aperto a chiunque voglia offrire il suo contributo al dibattito sulla sanità. L’obiettivo è costituire una base programmatica sulla quale confrontarci con chi governa la sanità ad ogni livello”. L’assemblea si terrà dalle 17 alle 20. Per favorire la più ampia partecipazione e consentire di intervenire a chi lo vorrà, è stato previsto di limitare la durata degli interventi a 5 minuti. È consigliabile prenotare l’intervento tramite una mail da inviare all’indirizzo staff.sindaco@comune.oristano.it .

Sono stati assegnati oggi, nella sede di Ares Sardegna, 60 incarichi di titolarità per altrettanti medici di medicina generale che andranno a coprire, fra gli altri, gli ambiti di Oristano e Santa Giusta, Baratili San Pietro e Riola Sardo, Ghilarza, Bosa, Abbasanta, San Nicolò d’Arcidano, Norbello, Arborea e Terralba. Nel saluto ai futuri medici di medicina generale, Annamaria Tomasella, direttore generale di Ares Sardegna, ha commentato: “C’è un messaggio che vorrei lanciare a tutti voi che sicuramente sapete che ci sono molti territori in difficoltà per la carenza di medici. L’appello che vi faccio è di avere coraggio ad accettare sedi più disagiate, cogliendo l’occasione di andare in posti meno facili dal punto di vista logistico. Parlo per esperienza diretta: ogni volta che si fuoriesce dalla comodità si fanno esperienze vere, che lasciano il segno. Le cose accadono fuori dalla comfort zone. La Sardegna è bella ovunque, anche in quegli angoli dove ci sono sedi più lontane, perché ovunque si vada l’Isola regala emozioni, profumi, sapori di intensità impareggiabile. L’augurio è che possiate fare una bellissima esperienza”.

“Apprendere che una persona privata della libertà si è tolta la vita nella Casa di Reclusione di Oristano-Massama non può passare sotto silenzio, non solo perché si aggiunge a un lungo drammatico elenco, ma perché è un ennesimo tragico monito alle Istituzioni”. Lo afferma Maria Grazia Caligaris, dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, informando dell’ennesimo suicidio dietro le sbarre e ricordando che “…la condizione detentiva, implica sempre un profondo sentimento di solitudine che le istituzioni sono chiamate a colmare con iniziative adeguate. In questi ultimi anni anche a causa della pandemia la realtà dell’esecuzione penale dentro gli Istituti Penitenziaria – osserva Caligaris – è stata cancellata. Le forti limitazioni all’accesso dei familiari, solo in parte colmate con i colloqui telefonici e/o con videochiamate e la difficoltà a incontrare i volontari hanno allontanato dall’immaginario collettivo un mondo, peraltro quasi sempre lontano dalla vita quotidiana delle Istituzioni. Gli unici argomenti di rilievo hanno riguardato il sovraffollamento, la carenza di personale o l’aumento dietro le sbarre di persone con gravi disturbi psichici o affette da diverse patologie. In realtà però agli allarmi non sono seguite iniziative in grado di incidere sulla qualità della vita dei detenuti e dei loro familiari. Esaurita la fase più critica della pandemia, le carceri – rileva ancora l’esponente di Sdr – non sono state prese in considerazione nella loro problematicità che abbraccia l’intero sistema. L’iniziativa assunta dal Capo de Dipartimento di aumentare il numero delle telefonate dei detenuti, benché sia importante, non basta. Occorrono interventi e investimenti che restituiscano alla vita dentro le celle il ruolo che la Costituzione e l’Ordinamento gli assegna. La chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari senza strutture alternative, non solo Rems ma almeno anche quelle, ha provocato una situazione di precari equilibri dentro le carceri che, con un personale sanitario non adeguato, sta riducendo la realtà penitenziaria a luogo di sofferenza”.

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