Ott 12

Sanità: mobilitazione regionale a Cagliari promossa dai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Mobilitazione regionale sulla sanità, sabato 22 ottobre, promossa dai sindacati Cgil, Cisl e Uil, con parola d’ordine “CuriAmo la Sardegna, per risolvere davvero tutte le emergenze, e programmare salute e welfare di qualità per tutti i sardi”.

La manifestazione di terrà a Cagliari, con partenza alle ore 10 in piazza Garibaldi e arrivo in piazza del Carmine.

“Vogliamo una sanità universale e di qualità, meno centralizzata e diffusa nel territorio. Con l’emergenza Covid – si legge in una nota diffusa dai sindacati – il sistema sanitario regionale, che già manifestava notevoli criticità, è andato definitivamente in crisi.

In Sardegna non c’è un’organizzazione adeguata dei servizi, siamo in assenza di una programmazione socio-sanitaria nel territorio, dilaga il caos gestionale che ha riguardato tutte le strutture, con la forte carenza di operatori sanitari.

Messa da parte la Asl unica, siamo lontani dalla realizzazione degli obiettivi dichiarati nel nuovo modello. Mancano le strutture intermedie di cura e prevenzione: non c’è alcuna rete, soprattutto a sostegno della popolazione più fragile e bisognosa, manca una programmazione e attenzione ai bisogni, dall’assistenza primaria dei medici di famiglia, sino a quella ospedaliera.

E ancora, tantissime aree subiscono l’assenza del livello minimo di cure, assistenza, prevenzione, carenze di medici generici, guardie mediche o pediatri. I reparti degli ospedali e i pronto soccorso sono allo stremo. Il risultato è che ai cittadini sardi viene negato il diritto alla salute: liste d’attesa infinite, interventi anche urgentissimi rimandati, servizi pubblici inaccessibili. Chi può pagare, può curarsi, magari anche fuori dalla Sardegna, gli altri no. I sardi pagano anche questo dramma, dentro la crisi sociale ed economica.

Per queste ragioni – sostengono Cgil Cisl e Uil nella nota – occorre gestire nell’immediato l’emergenza attuale e avviare subito la programmazione del sistema sanitario regionale. Cgil, Cisl e Uil sono mobilitate per rivendicare un modello di governance che metta al centro l’integrazione delle reti sanitarie territoriali; investimenti e potenziamenti dei servizi; risposte immediate per le patologie più esposte dei fragili e del disagio, non più tollerabili; rafforzamento delle strutture di tutti i livelli e degli organici; un piano di stabilizzazione del precariato e utilizzo delle graduatorie in essere; verifica dell’intesa istituzionale 2005, che ha posto in carico i costi della sanità al solo bilancio regionale; avvio delle nuove Aziende sanitarie con modifiche della riforma, per attuare un modello radicato nel territorio; confronto su atti aziendali; rilancio delle politiche socio-assistenziali, della non autosufficienza, risposte immediate per anziani e fragili; qualità e diffusione delle prestazioni sul territorio, e stop alle liste d’attesa, più specialistica, più prevenzione; verifica del piano di edilizia sanitaria e sviluppo delle nuove strutture sul territorio, rispetto al piano della Regione, con attuazione e utilizzo dei fondi Pnrr e di tutte le risorse disponibili”.

In Sardegna i nuovi casi confermati di positività al Covid sono 750 (di cui 658 diagnosticati con tampone antigenico). Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 3.356 tamponi.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 3 (-2), quelli ricoverati in area medica 98 (+2), mentre sono 6.487 i casi di isolamento domiciliare (258 in più rispetto a ieri).

Si registra anche il decesso di un uomo di 90 anni, residente nella provincia di Oristano.

Dei 750 casi odierni, 50 sono riferiti alla provincia di Oristano, 191 all’Area Metropolitana di Cagliari, 272 alla provincia di Sassari, 117 a quella di Nuoro e 120 al Sud Sardegna.

Nelle ultime 24 ore, a Oristano, si sono registrati 12 nuovi contagi e 13 guarigioni dal Covid.

Il totale dei casi rilevati fino a questo momento in città  sale a 11.183, i pazienti guariti sono 10.960, i  casi attualmente positivi 153, e i decessi 64.

A distanza di tre anni dalle proteste per il riconoscimento di un equo prezzo del latte, i pastori sardi ritornano in piazza con una grande manifestazione a Cagliari. L’appuntamento è per giovedì 20 ottobre, ma le modalità della protesta (che probabilmente arriverà davanti al consiglio regionale, massima espressione politica dell’Isola) devono essere ancora definite nel dettaglio. Il via libera, per alzata di mano, è arrivato da un’affollata assemblea che ha anche chiesto le dimissioni immediate dell’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia. Una riunione svoltasi questa mattina, a Tramatza, nello stesso luogo scelto dai pastori nel 2019 per redigere la piattaforma rivendicativa, con tanto di griglia per il prezzo del latte, portata poi ai tavoli ministeriali con gli industriali. Stavolta però i margini di guadagno della produzione, a fronte di un prezzo che comunque si mantiene su buoni livelli (saldo di circa 1,40 euro al litro), vengono vanificati dai rincari delle materie prime, energia e carburanti. Poi c’è il capitolo degli aiuti al settore agropastorale, con la nuova Politica agricola comune (Pac) 2023-2027, con l’esclusione del comparto ovicaprino dall’ecoschema 1 livello 2, ma anche la mancata convergenza dei pagamenti diretti; a questo si aggiungono la beffa sulle risorse del Psr dove la Sardegna percepirà 115 milioni di euro in meno rispetto alla precedente programmazione, e la quasi totale esclusione dell’ovicaprino per il quale sono stati destinati solo 11 milioni di euro per l’intero comparto (poco più di 1 euro a capo) per i fondi della crisi derivante dalla guerra tra Ucraina e Russia.

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