Nov 25

Covid: cura dalla protezione degli ormoni femminili. Uno studio di Graziano Pinna.

Negli ormoni femminili una probabile cura contro il Covid, efficace sopratutto nella fase iniziale di malattia. Lo rivela uno studio curato dal professor Graziano Pinna, ricercatore oristanese impegnato nella University of Illinois a Chicago e pubblicato sulla rivista “Trends in Endocrinology and Metabolism”.

Una sperimentazione clinica basata sulla terapia ormonale sostitutiva (simile a quelle prescritte contro i sintomi della menopausa) è già in corso allo Stony Brook University Hospital, New York su pazienti donne dai 55 anni in su e uomini dai 18 anni, affetti dal Covid ai quali viene applicato un apposito cerotto medicato contenente estrogeno da testare per 7 giorni e confrontare con le terapie standard. Un altro studio condotto al Cedars Sinai Medical Center di Los Angeles, studia l’efficacia del progesterone somministrato a uomini dai 18 anni in su e affetti da Covid.

Lo studio “Genere e Covid-19: ruolo protettivo degli steroidi riproduttivi”, di Graziano Pinna, professore associato in psichiatria e esperto sulla salute della donna, analizza ricerche già esistenti per esaminare le ragioni per cui la gravità e la mortalità dei sintomi del Covid-19 sono più frequenti negli uomini che nelle donne e in persone anziane e si conclude con l’ipotesi che gli steroidi riproduttivi femminili svolgono un ruolo protettivo nei confronti di questa malattia.

Gli steroidi riproduttivi femminili, infatti, gli estrogeni e il progesterone e il suo metabolita fisiologicamente attivo, l’allopregnanolone, svolgono funzioni antinfiammatorie, rimodellano la competenza delle cellule immunitarie, stimolano la produzione di anticorpi, promuovono la riparazione delle cellule epiteliali respiratorie e inibiscono il recettore Ace2, la porta di accesso utilizzata dal nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) per infettare l’organismo. Da qui la conclusione che questi ormoni possano proteggere dai sintomi del Covid-19, secondo l’analisi del ricercatore oristanese.

Graziano Pinna si è interessato al ruolo degli steroidi riproduttivi nella patologia Covid-19 sin dallo scorso mese di marzo, quando i primi casi clinici hanno mostrato che diverse donne in gravidanza, positive per Covid-19 ma asintomatiche, manifestavano immediatamente dopo il parto sintomi intensificati o abbastanza gravi da richiedere terapia intensiva. Da qui l’intuizione del professor Pinna che ha spiegato come  “…gli ormoni che aiutano a sostenere la gravidanza, come il progesterone, arrivano a valori 100 volte più alti nel terzo trimestre di gravidanza e calano rapidamente in coincidenza del parto. L’ evoluzione della malattia è coincisa con il rapido calo di estradiolo, progesterone e allopregnanolone. Ormoni che hanno importanti funzioni antinfiammatorie e sono coinvolti nel ripristino del sistema immunitario. Una correlazione davvero sorprendente che suggerisce come il rapido calo dei valori di questi ormoni sia alla base dello sviluppo dei sintomi anche gravi del Covid fra le donne che avevano partorito”.

Secondo i recenti dati del Center for Disease Control and Prevention (Cdc), negli Stati Uniti ben 38.071 donne in gravidanza hanno contratto il Covid-19, con un numero di decessi pari allo 0,13%. Per le donne non gravide il bilancio delle vittime è invece del 2,0%.

“Le donne in gravidanza hanno 15 volte meno probabilità di morire di Covid rispetto ad altre donne – ha detto Pinna -. C’è una differenza tra la gravità dei sintomi e il ricovero in terapia intensiva anche tra uomini e donne con Covid-19, infatti le donne sono più resistenti. Si pensava che gli ormoni femminili proteggessero le donne anche da questa malattia, ma era difficile accertarne il motivo. L’osservazione dell’evoluzione della malattia nelle donne in gravidanza fornisce un background scientifico significativo, non solo sul motivo per cui le donne sono più protette degli uomini, ma anche perché le persone anziane sono meno protette delle giovani: con l’età diminuiscono infatti i valori degli ormoni sessuali”.

Lo studio del professor Graziano Pinna affronta anche il ruolo degli ormoni riproduttivi nella produzione di anticorpi, nella riparazione delle cellule polmonari dopo l’infezione da virus e nella “tempesta di citochine” – una risposta immunitaria esagerata in cui il corpo inizia ad attaccare le proprie cellule e tessuti piuttosto che semplicemente combattere il virus.

“Progesterone e allopregnanolone- ha sostenuto Graziano Pinna – possono infatti bloccare l’eccessiva reazione del sistema infiammatorio, reprimendolo ed evitando la sovraespressione delle citochine proinfiammatorie. Il progesterone promuove la rigenerazione delle cellule epiteliali respiratorie dopo il danno creato dal virus nei polmoni evitando lo sviluppo di infezioni secondarie dovute ai batteri che costituiscono la maggior causa di morte dell’influenza. L’estrogeno stimola la produzione di anticorpi e inibisce il recettore Ace2, la porta di accesso per il nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) per infettare l’organismo. Gli ormoni riproduttivi possono garantire la protezione dai sintomi del Covid attraverso la somministrazione di combinazioni orali di contraccettivi ormonali o il trattamento con terapia ormonale sostitutiva contro l’ipoestrogenismo, utilizzato nelle donne in postmenopausa”.

Anche l’alimentazione può svolgere un ruolo importante, se le diete sono arricchite con fitoestrogeni – “estrogeni” di origine vegetale (presenti in alimenti come soia, lenticchie, avena). I fitoestrogeni hanno infatti la capacità di legarsi direttamente ai recettori degli estrogeni umani o possono essere convertiti in estradiolo dal microbioma, il genoma collettivo dei microbi (composto da batteri, batteriofagi, funghi, protozoi e virus) che vivono nell’intestino.

“La nutrizione è molto importante e non se n’è parlato abbastanza – ha concluso Pinna -. È importante anche perché è qualcosa di cui possiamo prenderci cura ogni giorno per rafforzare il sistema immunitario, insieme all’esercizio fisico, in modo da rendere il nostro corpo più forte contro il Covid. E anche contro questa malattia vanno assolutamente evitati il fumo e i cibi grassi”.

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