Mag 21

Il Comune di Oristano è tra i più rapidi nella liquidazione dei benefici alle famiglie.

Sul “bonus famiglia” il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, sbugiarda l’Unione sarda  affermando che “…  il Comune di Oristano è tra i più rapidi ed efficienti nella liquidazione dei benefici alle famiglie”.

Sul “bonus famiglia” – afferma  il sindaco –  non c’è mai stato alcun blocco. L’esame della pratiche prosegue incessantemente dal 20 aprile e il Comune di Oristano è stato tra i primi comuni dell’isola ad attivarsi e a pagare i benefici previsti dalla misura regionale”.

Replicando all’articolo “pinocchio” apparso oggi sull’Unione Sarda, il sindaco evidenzia che “…non solo il Comune è stato rapido nell’attuazione delle misure decise in ambito regionale, ma ha anche anticipato risorse proprie per circa 120 mila euro per soddisfare le aspettative delle famiglie oristanesi”.

Il sindaco Lutzu ricorda che “…il bando relativo alla legge regionale n.12 del 2020 è stato pubblicato e reso noto il 17 aprile 2020. Il Comune ha immediatamente proceduto a redigere e pubblicare il bando rivolto ai cittadini il 20 aprile, appena 3 giorni dopo la pubblicazione del bando regionale. Da quel momento un gruppo di lavoro costituito da un dirigente e 20 dipendenti di vari settori lavora ininterrottamente all’esame delle domande presentate dai cittadini. Il riferimento al fatto che siano i servizi sociali a occuparsi di questa misura è del tutto inappropriato e inesatto.

La Regione – dice ancora il sindaco Lutzu – ha erogato al Comune 599 mila 149,34 euro. Non è dunque vero che il Comune ha in cassa un milione 198 mila, dispone solamente del 50% circa delle somme assegnate, ma non materialmente erogate dalla Regione. A oggi sono pervenute in Comune 1.653 domande – prosegue il sindaco -. Gli uffici ne hanno istruito 1334 (quelle ancora da istruire sono circa 320 e non 987 come erroneamente riportato nell’articolo) e liquidato 703, per un ammontare complessivo di 716 mila 719 euro, superando di gran lunga la disponibilità economica derivante dalla quota regionale assegnata. Proprio per far fronte alle evidenti difficoltà delle famiglie, particolarmente gravi in questo periodo di emergenza sanitaria, al fine di proseguire la liquidazione e la concessione dei benefici e dare risposte immediate ai cittadini, piuttosto che bloccare la liquidazione delle domande e il pagamento del bonus, in attesa che la Regione eroghi la seconda tranche del finanziamento, abbiamo dunque anticipato con risorse comunali circa 120 mila euro”.

Delle 1.653 domande presentate, 300 sono risultate irregolari o incomplete e di queste 30 respinte per mancanza di requisiti. “Un così alto numero di istanze irregolari o incomplete ha ovviamente allungato i tempi delle istruttorie, ma questo è evidente che non dipende dal lavoro degli uffici – aggiunge ancora Lutzu -. Il Comune non si è mai bloccato e una volta attivato il procedimento ha proseguito in modo intenso e dinamico ad analizzare le domande pervenute e a pagare i bonus andando anche oltre (ma garantendo comunque la liquidazione) le risorse erogate dalla Regione con la prima tranche del finanziamento.

A questo proposito auspico che la Regione eroghi quanto prima la seconda tranche”. Il Sindaco Lutzu conclude ricordando che la giunta ha messo le misure per l’emergenza da Coronavirus in cima alle priorità “…proprio perché riteniamo essenziale procedere a dare risposte ai cittadini nei tempi più celeri permessi dalla tipologia del procedimento, per il bonus famiglia abbiamo messo in campo un gruppo di lavoro costituito da un dirigente e 20 dipendenti di vari settori che lavorano incessantemente dal 20 aprile”.

Le problematiche del sistema scolastico cittadino, causate dall’emergenza sanitaria da Covid-19, sono state al centro di un vertice in videoconferenza convocato dall’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Oristano Massimiliano Sanna. In vista della ripresa delle attività, all’inizio del prossimo anno scolastico, insieme all’assessore Sanna alla videoconferenza hanno partecipato i dirigenti scolastici dei quattro istituti comprensivi cittadini, quello del Centro provinciale di istruzione per gli adulti, dirigenti comunali e responsabili delle sicurezza degli istituti. “Il Ministero dell’istruzione non si è ancora espresso sulle misure da adottare in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico, ma tutti i dirigenti scolastici hanno convenuto che uno dei problemi più rilevanti che le scuole si troveranno ad affrontare sarà quello degli spazi – ha osservato l’assessore Sanna -. Se, come sembra, il Ministero dovesse decidere di ridurre il numero di studenti per classe, per garantire il rispetto delle distanze tra gli studenti, occorreranno molte più aule e dovremo fare i conti con il problema degli spazi. Questo comporterà la riorganizzazione completa delle scuole e richiederà anche un potenziamento degli organici (insegnanti e Ata). Le scuole inoltre dovranno far fronte a maggiori oneri per l’igienizzazione e la sanificazione degli ambienti”. Tra i problemi emersi durante l’assemblea quello della possibile attribuzione ai datori di lavoro, che in questo caso sarebbero i dirigenti scolastici, della responsabilità per eventuali contagi contratti nell’ambiente di lavoro. Uno dei temi in discussione anche la notizia di una possibile rimodulazione del calendario scolastico per posticipare l’inizio delle lezioni. Sul problema degli spazi i dirigenti hanno rilevato che nell’ultimo anno scolastico tutte le aule degli istituti cittadini sono state occupate dalle classi a causa della chiusura della scuola di Sa Rodia. “Con la riapertura dell’istituto di via Cairoli sarà possibile recuperare numerose aule e liberare gli spazi occupati nelle scuole di via Bellini e via Solferino – ha sottolineato l’assessore Sanna -. In questo modo, in queste tre scuole, ci sarà maggiore disponibilità di quegli spazi che potrebbero essere necessari in base alle probabili indicazioni ministeriali. Il problema resterebbe invece per tutte le altre scuole: dalle primarie Sacro Cuore e Sa Rodia quelle dell’infanzia e alle secondarie superiori di primo grado. Alcune scuole potrebbero svolgere delle attività negli spazi all’aperto, ma rimane comunque la necessità di individuare altri spazi al chiuso. Sarà necessario un piano di riorganizzazione che tenga conto delle esigenze dei singoli istituti, ma in primo luogo serve che il Ministero detti quanto prima regole ed indirizzi”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.