Apr 03

Riabilitazione e Sport: un’opportunità per i pazienti per rimettersi in gioco.

Dopo un complesso lavoro di preparazione, cominciato due anni fa, sta partendo in questi giorni, al Centro di Riabilitazione Santa Maria Bambina di Oristano, il progetto “Riabilitazione-Sport”, finanziato dal Comitato italiano paralimpico nazionale e voluto dai dirigenti del Centro e del Cip Sardegna.

Grazie a una convenzione, appena firmata, i pazienti del Centro potranno scegliere la pratica sportiva a loro più congeniale tra tiro a segno, scherma, tiro con l’arco, pesistica e tennistavolo. “Per i nostri assistiti sarà un’opportunità in più per non sentirsi pazienti e per rimettersi in gioco, e noi ci mettiamo tutta la nostra professionalità, il nostro impegno e il nostro cuore”, ha spiegato il direttore sanitario del Centro, Tomas Dore, presentando il progetto.

La stessa opportunità sarà offerta anche a pazienti di altre strutture dell’isola. L’obiettivo, confermato anche dal presidente del Centro, don Gianfranco Murru, e dalla neo presidente del Cip Sardegna, Cristina Sanna, è quello di far diventare il Santa Maria Bambina un punto di riferimento per tutta la Sardegna, come lo è già, del resto, per tutte le attività di recupero motorio.

I corsi cominceranno entro il mese di aprile, e gli allievi, come hanno spiegato il vicepresidente del Comitato, Paolo Poddighe, e il referente del progetto, Stefano Cau, saranno seguiti settimanalmente da istruttori specializzati provenienti dalle cinque federazioni coinvolte, e utilizzeranno le attrezzature sportive messe a disposizione dal Comitato. Cristina Sanna, che ha praticato l’atletica ad alto livello, comunque non ha dubbi: “Chi seguirà i corsi, non dovrà necessariamente diventare campione paralimpico, ma spero che gli interessati non solo facciano registrare miglioramenti nel loro stato di salute, ma che alla lunga decidano di praticare anche a livello agonistico la disciplina a loro più confacente.

Ottavo giorno di sciopero della fame per lo chef sardo, Paolo Palumbo, malato di Sla. La clamorosa protesta, viene seguita nei social sulle pagine dello stesso 21enne di Oristano, e non solo. E proprio da Facebook, Palumbo ha lanciato il grido d’aiuto di tutti i malati di Sla allo Stato: “Garantiteci l’accesso in America o Israele alla sperimentazione di Brainstorm”. Si tratta di una terapia a base di cellule staminali mesenchimali che agiscono sul sistema nervoso centrale e che è ormai alla fase 3 della sperimentazione negli Stati Uniti e in Israele. Per poter finanziare la sperimentazione in Italia, secondo Palumbo, che ha postato un video su Fb, servono circa cinque milioni di euro, mentre il costo per un singolo malato di Sla italiano che volesse curarsi negli Usa o in Israele si aggira sui 500 mila euro, salvo esborsi aggiuntivi in caso di complicanze. Da qui l’appello, rilanciato anche dal fratello di Paolo, Rosario, al governo e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel frattempo si sono mobilitate anche le istituzioni sarde. Il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, si è rivolto rivolge direttamente al premier, Giuseppe Conte, e al ministro della Salute, Giulia Grillo, “… perché diano, finalmente, una risposta chiara alle richieste di Paolo. Otto giorni di sciopero della fame sono un’eternità – ha scritto Deiana -, per questo motivo chiediamo alle istituzioni statali un gesto di attenzione rispetto a una richiesta che apre alla speranza di una regressione rispetto a una patologia implacabile come la Sla”. “La vicenda che vede vittima-protagonista Paolo Palumbo non può lasciare indifferenti – ha incalzato Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme -, e richiede un intervento immediato di un organismo istituzionale che sappia ascoltare e parlare con voce ferma e determinata su quale strada percorrere per raggiungere l’obiettivo”.

Domenica 7 aprile, a partire dalle 9, gli Orti urbani di Torangius, a Oristano, ospiteranno una giornata ecologia dedicata all’ambiente e alla socializzazione. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Oristano, è promossa dal gruppo Scout Oristano, e ha lo scopo di rafforzare le reti di relazioni tra i cittadini tramite la coltivazione e il mantenimento dell’Orto con obiettivi a carattere sia sociale e sia ecologico. “La giornata servirà per ripulire e organizzare gli spazi dell’Orto Urbano di Torangius, in via Anglona, ma soprattutto per rilanciare le finalità del progetto “Orti urbani” – hanno spiegato gli assessori ai Servizi sociali e all’Ambiente del Comune di Oristano, Francesca Loi e Gianfranco Licheri -. Sarà una giornata all’insegna dell’ecologia e dell’incontro con le famiglie, gli anziani e le associazioni. Inoltre, hanno aderito alla manifestazione la Consulta giovanile di Oristano, il Masci, la cooperativa Il Sole, l’Oscvic e la Cooperativa Il Seme. “Il progetto Orti urbani, nato alcuni anni fa con la passata amministrazione, ha una grande valenza sociale, che questa amministrazione ha condiviso e valorizzato – ha detto il sindaco Andrea Lutzu -. Per questo motivo la giornata servirà per dare nuova linfa vitale al progetto “Orti urbani” e sarà l’occasione per prendere parte attiva nella cura degli orti, grazie alla campagna di pulizia degli spazi comuni, che vedrà unire le forze contro il degrado cittadino”. “Lo spirito degli orti urbani si basa su una filosofia di rispetto della natura e degli altri, di condivisione e di responsabilità diretta da parte dei cittadini chiamati a gestire e curare gli spazi urbani, sottraendoli all’incuria e all’abbandono –hanno aggiunto gli assessori Loi e Licheri -. La manifestazione è aperta, oltre che agli ortolani assegnatari, a tutti i cittadini che vorranno aderire. Chiunque sia interessato a partecipare è invitato a portare una pietanza, al fine di poter fare un pranzo di condivisione con i partecipanti all’iniziativa”.

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