Giu 08

Due sacerdoti allontanati dall’Arcivescovo di Oristano.

L’ex parroco di Marrubiu, don Antonello Cattide, non potrà più dire messa e celebrare i sacramenti nel territorio della Diocesi di Oristano.

Glielo ha ordinato l’arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, imponendogli anche di prendersi “…un tempo di riflessione fuori dalla Diocesi, in attesa del chiarimento definitivo della sua posizione”.

Don Cattide era stato condannato dal Giudice di pace di Oristano per diffamazione a mille euro di multa, e poi, nel marzo di quest’anno, aveva  patteggiato presso il Tribunale di Oristano una pena di sette mesi e dieci giorni di reclusione, ancora per il reato di diffamazione, ma stavolta aggravata a mezzo stampa, nei confronti del sindaco e di alcuni amministratori di Marrubiu.

Dovrà lasciare il ministero nella Diocesi di Oristano anche don Aniceto Mba Abeng, il sacerdote della diocesi di Bata, nella Guinea equatoriale, che era giunto a Oristano, operando in diverse parrocchie della provincia, dalla Diocesi di Foligno.

A far scattare il provvedimento, dopo il trasferimento da Neoneli a Tonara, è stata la scoperta da parte della Curia “…del suo comportamento incompatibile con la vita e la missione del sacerdote”.

I due provvedimenti sono stati resi noti dalla stessa Curia “…per informare correttamente, con comprensibile sofferenza, la comunità diocesana”.

Per quanto riguarda don Cattide, la nota della Cancelleria arcivescovile ricorda che, nel corso della sua permanenza a Marrubiu, aveva adottato un figlio che viveva con lui nella casa parrocchiale e che, negli ultimi anni, aveva sviluppato un rapporto conflittuale col sindaco e altri amministratori, culminato poi nella condanna per diffamazione, rendendo molto difficile lo svolgimento del suo mandato nella comunità parrocchiale”.

Investire in appartamenti non è un reato, ma se in quei locali si esercita la prostituzione la cosa potrebbe assumere tutto un altro aspetto. Con questa accusa, la Procura della Repubblica di Oristano ha messo i sigilli ad alcune case in via Lanusei, Aristana e Vinea Regum. Case di proprietà di un ex agente della Polizia penitenziaria, Giovannino Sanna, ora pensionato che, a quanto è dato sapere, pare abbia affittato gli appartamenti a delle ragazze nigeriane (complessivamente sembra siano una trentina. ndr) che, secondo la Procura, vi esercitavano la prostituzione. A sentire i vicini, la cosa pare andasse avanti da tempo, visto il continuo via vai di uomini di tutte le età in quelle abitazioni, sia di giorno che di notte. Per il momento sembra che nei confronti di Giovannino Sanna (che avrebbe abbia dichiarato di essere all’oscuro di quanto avvenisse negli appartamenti) non sia stata formulata alcuna accusa, anche perchè sulla vicenda (le cui indagini vanno avanti da mesi) la Procura mantiene il più stretto riserbo. La questione è, infatti, venuta fuori solo dopo l’apposizione dei sigilli sulle porte delle abitazioni da parte degli agenti della Polizia giudiziaria. Cosa, questa, che è stata accolta con indubbia soddisfazione dai residenti di quelle vie dove signorine compiacenti pare esercitassero il meretricio. Come sempre accade in questi casi, la curiosità attorno alla vicenda è tanta, ma per saperne di più bisognerà attendere ulteriori sviluppi.

Diciamo subito che non abbiamo mai creduto a riconoscimenti tipo la “Bandiera blu” perchè, a nostro modestissimo avviso, tutto potranno sostenere gli irriducibili supporters di Torregrandre (che la spiaggia sia pulita, che non ci sia amianto, che possa vantare un’infinità di servizi, e altre simili meraviglie), ma neanche il cervello più fantasioso avrebbe potuto immaginare che la marina oristanese potesse fregiarsi di un qualsiasi titolo per l’educazione ambientale. Le correnti di pensiero degli oristanesi su questo stratosferico riconoscimento sono due: una del tipo “…non ci credo ma mi adeguo”, e l’altra a cui della bandiera blu “…non gliene può fregar di meno”. Eppure, strano a dirsi, ma la “bandierina blu” sventolerà a Torregrande anche quest’anno. Secondo una nota dell’amministrazione comunale di Oristano, la località marina oristanese, infatti, “…è stata premiata per l’ottavo anno consecutivo dalla giuria internazionale del Fee, la Fondazione internazionale per l’educazione ambientale. Dopo essere stata ritirata a Roma nei giorni scorsi, in occasione della “Giornata mondiale degli oceani”, celebrata con una serie di iniziative che hanno visto protagonisti gli studenti delle scuole oristanesi, la Bandiera blu è stata issata nel giardino antistante la Torre spagnola nel corso di una cerimonia pubblica”. Insieme al sindaco, Andrea Lutzu, erano presenti anche l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Licheri, e il Comandante della Capitaneria di porto, Erminio Di Nardo. “La Bandiera blu – si legge ancora nella nota – viene assegnata sulla base di una rigida selezione (sic!) che tiene conto del rispetto di una serie di requisiti ambientali e di dotazione di servizi, tra i quali il salvamento a mare e la raccolta differenziata dei rifiuti che il comune di Oristano assicura puntualmente”.

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