Ott 13

Maninchedda (PdS): “Principi, non liti. Su Agenzia Entrate e accantonamenti abbiamo ragione e non molliamo”.

“Anche oggi bisogna fare lo sforzo quotidiano di trovare le notizie che riguardano il Partito dei Sardi sotto la coltre di intepretazioni maliziose, di giudizi affrettati, di retropensieri complottisti che gran parte della stampa sarda ha messo in campo per raccontare i fatti di ieri.

Pensate che Videolina è riuscita in un capolavoro: ha fatto un servizio sulle parole dette dall’opposizione sul comunicato del nostro Gruppo consiliare, senza aver dedicato prima un servizio al nostro Gruppo e senza neanche aver riassunto il documento o averlo illustrato. Il metodo del programma “Per la strada” diviene quello del Tg più seguito della Sardegna. Rassegniamoci. Poi abbiamo L’Unione che parla di ‘lite’ in maggioranza; un lettore medio pensa a un bisticcio da strada. Poi abbiamo La Nuova che parla di rasoiate che partirebbero da questo blog, che da tempo non si occupa di politica regionale proprio per non incorrere in queste valutazioni arbitrarie.

Ho ripreso a insegnare, mi occupo di politica nazionale sarda, giro la Sardegna accompagnato, come tanti altri, dal silenzio dei media, e psicologicamente e culturalmente vivo meglio di prima. Figuratevi se ho voglia di ingaglioffirmi nelle alchimie quotidiane che accompagnano quasi inevitabilmente gli atti di governo. Non rispondo agli insulti quotidiani di alcuni, non rispondo alle chiamate dei giornalisti perché devo tutelare la mia ipertensione, non mi manca il colloquio con altri, ho ritrovato la gente che studia e produce e con loro passo giornate molto interessanti.

Noi del Partito dei Sardi non dobbiamo fare niente di diverso da ciò che già stiamo facendo: costruiamo un programma di governo, facciamo e divulghiamo cultura, costruiamo ponti e grandi alleanze, ci radichiamo nell’organizzazione, non insultiamo nessuno. Siamo pacifici ma non inerti. Per fare questo, non possiamo più affidarci alla mediazione dei media, che mediano sempre più se stessi più che i fatti. La verità è verità.

Ecco dunque il testo originale e integrale del documento del gruppo consiliare, che dice cose vere e giuste.

È verissimo che la nostra Agenzia delle Entrate, impugnata dal Governo, non è mai stata politicamente difesa di fronte al Governo italiano. Non ricordo un incontro, una sollecitazione, una lettera per indurre il Governo a ritirare un ricorso ingiusto, immotivato, capzioso e ciò è tanto più rilevante se si tiene conto che su altre leggi regionali la politica sarda è riuscita a dissuadere il Governo dall’impugnazione. Gentiloni non sa neanche che pende il giudizio della Corte Costituzionale sull’Agenzia delle Entrate.

L’Agenzia è un punto programmatico sottoposto e approvato dagli elettori sul quale non si è sviluppata alcuna politica difensiva ma solo una burocratica e distratta attività di difesa in giudizio. Viceversa, su temi non avallati dall’elettorato, vedi gli accantonamenti, si è agito come se si fosse titolari di un mandato pieno, mai accordato dall’elettorato e tanto meno da tutte le forze politiche, ma solo ratificato a esito definito. Il Gruppo consiliare ha giustamente ricordato tutto questo e lo ha posto in capo al Presidente della Giunta come è naturale che sia.

Secondo punto del documento: gli accantonamenti. È verissimo che i contenuti e le modalità di conduzione delle trattative  non sono stati generati dal sistema delle istituzioni sarde, semmai sono stati definiti e si sono svolte con le istituzioni chiamate a ratifica.
Il Consiglio regionale non si informa dopo gli incontri, si coinvolge prima degli incontri, in modo da stare di fronte al Governo italiano con una forza adeguata e con una capacità vera di mobilitazione.

Noi abbiamo un’idea dello Stato Sardo unitario, strutturato a rete e non verticista. Prima si unisce il popolo e le istituzioni intorno a una strategia, dopo la si declina in un negoziato. E certamente se fossimo stati coinvolti non avremmo dato il nostro assenso a un accordo che preveda il saldo e stralcio ai valori della metà delle cifre accantonate. Noi non daremo mai un assenso su una strategia che si ponga in continuità con la logica questuante dell’autonomismo meno riuscito.

Se si legge la sentenza 154/2017 della Corte Costituzionale si capisce che non ci sono in gioco solo i valori finanziari, ma anche valori istituzionali, politici e simbolici del peso e del ruolo delle istituzioni sarde, su cui spesso Franciscu Sedda richiama e censura la disattenzione del sistema politico sardo. Nel mondo della comunicazione i simboli sono molto importanti; se si consolidano in negativo, lasciano un’eredità pesantissima al futuro.

Noi difendiamo l’idea di un futuro diverso, per questo il Gruppo consiliare ha fatto bene a tenere il punto, a richiamare tutti alle proprie responsabilità e a esigere un cambio di rotta profondo, che rispetti i mandati elettorali e le istituzioni sarde“. (Paolo Maninchedda, presidente Partito dei Sardi, www.sardegnaeliberta.it).

Un rapporto diretto con le istituzioni europee per far fare il salto di qualità alla Sartiglia e, più in generale, per sostenere il sistema culturale oristanese. È l’impegno assunto, questa mattina, dal sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, e dal vicepresidente della Commissione Cultura al Parlamento europeo, Stefano Maullu, che si sono incontrati a palazzo Campus Colonna. L’incontro si concretizzerà all’inizio del 2018 con una serie di incontri ufficiali a Bruxelles con il commissario dell’Unione europea e con il presidente della Commissione cultura dell’Europarlamento. All’incontro erano presenti anche il presidente e il direttore della Fondazione Sa Sartiglia, Angelo Bresciani e Francesco Obino, e gli assessori comunali Massimiliano Sanna e Pupa Tarantini. “Vogliamo dare continuità a un impegno già assunto nei mesi scorsi, in occasione della prima visita a Oristano per la Sartiglia 2017”, ha detto l’onorevole Maulu che, per sostenere la candidatura della Sartiglia all’Unesco, quale bene del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, ha invitato ufficialmente il sindaco Lutzu a Bruxelles. “Oristano è una città con un importante patrimonio culturale da valorizzare – ha osservato il sindaco Lutzu -. La presenza dell’onorevole Maullu è essenziale per sostenere i nostri sforzi in questa direzione. La candidatura all’Unesco della Sartiglia e la creazione di una rete europea delle giostre equestri all’anello, che coinvolga Italia, Spagna e Croazia con la Sartiglia, la Sortilla e l’Alka sono i primi obiettivi sui quali lavorare.  Ma è evidente l’importanza di dare nuovo impulso alla soluzione dei problemi relativi alle gravi carenze strutturali del patrimonio culturale cittadino: dal teatro (la cui riapertura rimane una delle priorità) all’acquisizione della Reggia Giudicale attraverso un serio progetto di gestione e fruizione pubblica. L’impegno delle istituzioni europee è fondamentale per sostenere le nostre azioni di politica culturale, le stesse che ci hanno portato a presentare la candidatura di Oristano a Capitale della cultura, ma anche per la valorizzazione dell’antica tradizione ceramica legata ai figoli, che può trovare nuovi sbocchi se inserita in un contesto di valorizzazione internazionale”. “La creazione di una rete delle giostre equestri all’anello che coinvolga Italia, Spagna e Croazia è essenziale per dare maggiore forza alla candidatura al patrimonio immateriale dell’Unesco – ha sottolineato Stefano Maullu -. Il lavoro di rete è la base per la riuscita, e in questi mesi, a Bruxelles, un gruppo di giovani stagisti sardi laureati ha già iniziato a lavorare su questi temi”. La candidatura della Sartiglia all’Unesco, che ha creato una lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, formata da quelle pratiche ed espressioni che testimoniano nel miglior modo la diversità del patrimonio culturale immateriale nel mondo, è uno degli obiettivi strategici della Fondazione Sa Sartiglia e del Comune di Oristano che da anni stanno lavorando al raggiungimento di questo ambizioso traguardo.

Ci sono anche uno studente fuori corso di 30 anni di Oristano e un disoccupato di 46 anni di Sassari tra gli indagati nella maxi operazione condotta dalla Polizia postale di Bolzano e coordinata dalla Procura di Trento che ha smantellato una rete di pedofili che si aggirava sul web utilizzando una piattaforma Voip criptata. I due, secondo quanto accertato dagli investigatori, avrebbero intrattenuto lunghe conversazioni con un 38enne altoatesino, scambiando con lui immagini e video pedopornografici. Proprio a seguito dell’arresto del 38enne, e al sequestro del materiale nei suoi computer, sono emersi i nomi dei due sardi e quelli di altri 40 indagati. Nel mese scorso, le abitazioni dei due sono state perquisite dagli agenti della Polpost di Cagliari e sono stati sequestrati computer, telefonini e materiale informatico in cui erano stati salvati i files pedopornografici. I due sardi devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla produzione e diffusione di materiale pedopornografico.

A Bosa, due persone arrestate e una terza fermata, la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti. Indagine lampo dei Carabinieri della compagnia di Macomer sull’irruzione nella villetta di un commerciante di Bosa, Domenico Luciano, proprietario del bar “La caffetteria”, in corso Vittorio Emanuele. La moglie di Luciano, che era sola in casa (l’abitazione è a sei chilometri dal paese, in località Abbamala), ha sentito i cani abbaiare si è accorta della presenza di alcuni individui. Spaventata, si è chiusa in bagno, e ha iniziato a urlare disperatamente, chiedendo aiuto. Le grida hanno attirato l’attenzione di un passante che ha chiamato i Carabinieri e fatto fallire il piano dei rapinatori. E’ quindi scattata una massiccia caccia all’uomo, e poche ore dopo i militari della compagnia di Macomer, al comando del capitano Giuseppe Pischedda, hanno individuato i probabili responsabili: due giovani sono stati arrestati, mentre per un terzo complice sono in corso approfondimenti investigativi. Le indagini, coordinate dalla Procura di Oristano, procedono nel più stretto riserbo. Si cerca, infatti, di capire quale fosse il reale progetto dei malviventi. L’ipotesi più accreditata è quella di una irruzione a scopo di rapina, visto che non ci sarebbero elementi per sospettare un tentativo di sequestro di persona. La famiglia Luciano è benestante ma neanche lontanamente da far pensare a un rapimento. I due arrestati non sarebbero di Bosa, e una volta fermati non avrebbero saputo dire ai militari il motivo per cui si trovavano nella zona. All’operazione che si è conclusa rapidamente, oltre ai Carabinieri di Macomer e Bosa, hanno preso parte anche i Cacciatori di Sardegna, coadiuvati da un elicottero

Ha percorso una decina di ettari l’incendio, molto probabilmente di natura dolosa, divampato nella tarda serata di ieri nei canneti a ridosso dello stagno di Pauli Maiori, tra Santa Giusta e Palmas Arborea. L’allarme è scattato intorno alle 20, quando era già buio. Sul posto sono intervenute diverse squadre dei Vigili del fuoco del Comando provinciale di Oristano, che hanno avuto qualche difficoltà a raggiungere il fronte delle fiamme e  hanno dovuto lavorato fino alla mezzanotte per spegnere il rogo e bonificare l’area interessata dall’incendio. Quella di Pauli Maiori è una zona umida tutelata dalla Convenzione di Ramsar già dagli anni 70 e poi classificata anche come Sito di interesse comunitario (Sic) e Zona di protezione speciale (Zps) e più volte in passato e stata teatro di incendi di natura dolosa.

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.