Set 16

Oristano Capitale “outsider” della Cultura.

C’è anche un outsider tra le 46 città candidate per diventare Capitale italiana della Cultura 2020: Oristano, con la sua storia millenaria legata al Giudicato di Arborea e, in particolare, alla figura di Eleonora che ebbe il merito di aggiornare la Carta de Logu.

Outsider solo perché l’amministrazione guidata dal sindaco, Andrea Lutzu,si è insediata meno di tre mesi fa e ha avuto poco tempo per lavorare sul bando del ministero della Cultura. Ad ogni modo, le scadenze sono state rispettate, compresa quella di oggi a mezzogiorno che prevedeva la conferma dell’adesione.

Oristano ha, infatti, depositato il dossier di candidatura con il programma delle attività culturali previste, la struttura incaricata del progetto, una valutazione di sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa, gli obiettivi e gli indicatori che verranno utilizzati per la misurazione del loro conseguimento.

“Ci abbiamo lavorato alacremente e con grande impegno – ha spiegato il sindaco Lutzu -. La decisione di partecipare era stata presa da chi ci ha preceduto e noi abbiamo scelto di cogliere l’occasione. Del resto, se anche non si vincesse resta il lavoro fatto, che è sempre una grande opportunità per programmare le attività culturali della città. Detto questo, chiaramente partecipiamo per ottenere il massimo risultato”.

Sul contenuto del dossier presentato, che sarà valutato da una giuria di sette esperti nel settore delle arti e della valorizzazione territoriale e turistica, non è possibile entrare troppo nel dettaglio. “Si tratta – ha detto l’assessore alla Cultura, Massimiliano Sanna – di un programma che coinvolge chi fa cultura nel territorio a livello pubblico e privato, anche nei comuni limitrofi, perché l’idea è quella di lavorare come ambito territoriale. In realtà, abbiamo aperto un tavolo di idee su tutto ciò che abbiamo intenzione di fare per il 2020″.

Oristano dovrà vedersela, tra le altre partecipanti, con un’altra città sarda, Nuoro, che ha approntato una piattaforma web dedicata alla raccolta di idee e progetti, e ha già svolto incontri pubblici nel mese di agosto.

“Come sempre accade per i grandi cambiamenti fu tra i giovani che si accese una diffusa tensione ideale, spingendo molti di loro ad arruolarsi nell´esercito sardo/piemontese per combattere le guerre di indipendenza della nuova patria italiana, mentre cresceva nel popolo l´attenzione e la stima per gli eroi di quella epopea. Efisio Tola, ufficiale sassarese di fede mazziniana, e Gaspare Domenico Mura Cossu di Ula Tirso (l´ufficiale raffigurato nella copertina de libro), sono solo alcuni dei tanti giovani sardi che abbracciarono la causa risorgimentale per inseguire il sogno di una patria di uguali, più grande e più giusta, tanto generosamente quanto ingenuamente disposti a rinunciare per sempre alla statualità del Regno di Sardegna per realizzare una “fusione perfetta” con le altre regioni di terraferma, così da completare il processo ormai avviato dell´unità d´Italia. Ignoravano però che i Re ragionano da padroni e non pagano mai i debiti d´onore!”. E’ questa l’estrema sintesi del terzo volume della collana “La Città dei Giudici” (1720-1918) dello scrittore oristanese Franco Cuccu, edito da Carlo Delfino, presentato a Oristano nella sala dei quattro Evangelisti (sede istituzionale del consiglio comunale) nel palazzo degli Scolopi.

Dopo i saluti del sindaco di Oristano Andrea Lutzu e il breve intervento dell’editore Carlo Delfino, davanti a un pubblico numeroso, Carlo Pettinau, autore della prefazione, e lo storico Maurizio Casu hanno commentato il viaggio nel tempo che il libro racconta sui popoli dell’Arborea e della valle del Tirso fino ai primi del Novecento. “Un viaggio – ha scritto Franco Cuccu nell’introduzione – che si apre con la descrizione dei cambiamenti subiti dall’antica capitale giudicale nel periodo della dominazione spagnola, e non solo sul piano urbanistico. Con i Piemontesi, infatti, Oristano avrebbe assunto una posizione marginale nello schema istituzionale sardo, saltuariamente coinvolta dalle generali vicende dell’isola, ma talvolta sfiorata, nella sua grigia quotidianità, da alcuni eventi di grande rilevanza e di assoluto interesse per la storia della nostra terra”. Durante la presentazione del libro, Casu e Pettinau hanno lasciato spazio alle splendide voci di Silvia Orrù e Pino Porcu per la lettura di alcuni brani. A chiudere la serata l’autore, Franco Cuccu, che non ha escluso un prossimo quarto libro su “la Città dei Giudici”, dal 1918 ai nostri giorni.

Nell’ambito delle manifestazioni del “Settembre Oristanese”, un importante appuntamento è previsto per domenica 17 settembre, alle 18, nell’auditorium dell’Hospitalis Sancti Antoni, a Oristano. In collaborazione con l’omonima associazione culturale, il documentario “Oristano nascosta”, con immagini di alcuni scorci inediti di Oristano, accompagnerà la presentazione alla città da parte dell’associazione culturale. Nel corso della serata interverranno esperti e studiosi della storia di Oristano. L’associazione “Oristano nascosta” prosegue con impegno la ricerca delle testimonianze storiche, celate dal tempo e dagli uomini, della Oristano del passato – ha detto il presidente Marco Piras – ed è stata pioniera nella ricerca, nella catalogazione e nello studio di importanti testimonianze storico/architettoniche, in particolar modo dei cunicoli e delle cisterne sotteranee della Oristano medievale, il tutto con l’importante supervisione dello storico oristanese Maurizio Casu, socio e cofondatore dell’associazione”. Il gruppo di lavoro, composto da Marco Piras, Maurizio Casu, Gianni Pippia e Antonello Manca, mosso da un amore profondo verso la città e il suo glorioso passato, dedicano molto del loro tempo libero per restituire, almeno in parte, agli oristanesi e non solo, testimonianze architettoniche e storiche, che furono parte fondamentale, dell’antica capitale del Giudicato d’Arborea. “Oristano nascosta”, oltre ad annunciare formalmente la propria costituzione legale presenterà al pubblico, come detto, il nuovo documento video delle ultime scoperte, realizzato con la preziosa collaborazione tecnico/scientifica dello speleo club oristanese.

Alla presenza del comandante generale, Giorgio Toschi e delle maggiori autorità militari, civili e religiose, è stata inaugurata, a Oristano, la nuova caserma della Guardia di Finanza, intitolata al finanziere di Gonnostramatza, Renzo Atzei, medaglia d’argento al valore militare, caduto eroicamente a Quota Maidan, il 21 aprile del 1945, combattendo nelle file delle Brigate partigiane contro i tedeschi. Madrina della cerimonia, la sorella del militare Lidia Atzei, che ha tagliato il nastro tricolore. Subito dopo l’arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, ha benedetto la nuova caserma. L’edificio si sviluppa su cinque piani, per una superficie complessiva di oltre settemila metri quadri, in un’area della zona industriale, a ridosso del quartiere di San Nicola. La disponibilità della nuova caserma dopo una lunga attesa, come hanno spiegato oggi il generale Toschi (che ha ringraziato il Comune di Oristano per la collaborazione fornita in questi anni) e il comandante regionale, Bruno Bartoloni, consentirà da una parte l’abbattimento delle spese di affitto per la vecchia sede di proprietà privata, e dall’altra il rafforzamento del dispositivo di controllo del territorio e una più efficace azione di contrasto della illegalità economica e finanziaria e dell’evasione fiscale.

Settembre a Milano, ottobre a Roma. L’Accademia Casa Puddu di Roberto Petza da quel di Siddi sbarca, ancora una volta, nella penisola come ambasciatrice della cucina sarda. Per due mesi, attraverso il marchio “Sa Scolla”, pizzeria e ristorante di campagna, con sede a Baradili, gestirà i ristoranti Eataly delle più importanti città italiane. La brigata, coordinata dallo chef stellato, Roberto Petza, e guidata sul posto dallo chef Emanuele Senis, passato sulla strada dell’alta ristorazione da promessa a conferma, vedrà alternarsi 5 addetti di staff nel ristorante di Milano e 8 in quello di Roma, usciti dai corsi dell’Accademia. “L’obiettivo è quello di costruire un gruppo di lavoro, formato da docenti e allievi, per valorizzare anche fuori dalla Sardegna i prodotti e la cucina del territorio – ha spiegato il direttore Gianfranco Massa – essere chiamati per collaborazioni di questo livello rappresenta un riconoscimento importante sia per noi che per i nostri ragazzi, perché significa che il progetto che stiamo portando avanti è apprezzato in Italia e all’estero”. L’accordo è nato dall’apprezzamento del patron di Eataly, Oscar Farinetti, dopo aver visto all’opera l’Accademia nei mesi di Expo. “Dopo il corso e le prime esperienze a Baradili, per i nostri cuochi inizia un percorso che li porterà a confrontarsi con nuove realtà – ha sottolineato lo chef Roberto Petza –. In entrambi i ristoranti andremo a presentare le nostre materie prime e i nostri prodotti, proponendo alcune ricette della tradizione, rivisitate in chiave innovativa, come la crema di patate con cozze ed elicriso, la terrina di maialino con composta di pere, la fregua alle delizie del mare e basilico, la guancia di bue rosso e patate, il gelato allo zafferano con gatò di mandorle e miele. Una bella sfida per tutti”. Periodo molto intenso quello che vede protagonisti Roberto Petza e Gianfranco Massa, impegnati nelle selezioni per il prossimo corso di alta formazione per chef, che partirà a novembre; nella conclusione del progetto “Taste to Taste”, tra Cagliari, Siddi, Baradali e New York; e gli appuntamenti di “Stelle in Marmilla”, che da agosto vedono i grandi chef stellati fare tappa nei piccoli paesini, per raccontare le proprie storie di vita e professionali.

La prima edizione del Campionato italiano assoluto Fisw Surfing di Sup Race e Paddleboard ha laureato i suoi campioni. Nella due giorni di Torregrande, che ha visto la partecipazione di quasi 100 atleti divisi nelle varie categorie, si sono sfidati tutti i più forti specialisti di questa disciplina, compresi quelli della Nazionale italiana. Il programma prevedeva sia lo svolgimento della Technical Race e della Sprint, che della Long Distance, maratona di 13 km da San Giovanni di Sinis a Torregrande. Per gli Amatori e per i Prone, distanza ridotta (8 km), con partenza dall’area archeologica di Tharros. A vincere il titolo di Campione italiano di Stand Up Paddle, sommando i risultati delle tre specialità che si sono svolte in questi due giorni, è stato Leonard Nika. L’atleta di punta della Nazionale italiana si è aggiudicato le prove di Long Distance e Sprint, e si è piazzato terzo nella Technical Race. Sul secondo gradino del podio Paolo Marconi, grazie al piazzamento d’onore ottenuto in tutte e tre le prove. Terzo Claudio Nika, in grado di imporsi nella Technical Race ma terzo nella Sprint e nella Long Distance. Il titolo femminile è andato a Caterina Stenta. Dopo una partenza beffarda, che le ha visto cedere il primato nella Technical Race alla compagna di Nazionale, Chiara Nordio, la neo campionessa è riuscita a recuperare lo svantaggio nella classifica generale grazie al primo posto nella Sprint e nella Long Distance. Medaglia d’argento per Chiara Nordio (prima nella Technical, terza nella Sprint, e seconda nella Long Distance) e bronzo per la giovanissima Laura Dal Pont (terza nella Technical, seconda nella Sprint e solo sesta nella Long Distance. Capitolo a parte per gli atleti di Prone. A Torregrande sono in acqua Nicolò Di Tullio (oro agli Europei Lifesaving), Cornelia Rigatti (che con il recente sesto e settimo posto ai Isa World Sup and Paddleboard Championship è stata la miglior italiana in gara), e Alberto Costa, un autentico veterano di questa disciplina.

A San Vero Milis, la Fisw Surfing (Settore surf della Federazione italiana Sci nautico e Wakeboard) ha presentato i “Fisw Surf Games”, Campionato Italiano assoluto di surf, in programma dal 16 ottobre al 26 novembre, a Capo Mannu. “Questa prima edizione rappresenta l’occasione per fare il punto della situazione sullo stato del Surf in Italia, le prospettive future e i nuovi scenari che si potranno aprire grazie alle giovanissime leve, con l’obiettivo di raggiungere traguardi a livello internazionale – ha dichiarato Mirco Babini, direttore sportivo della Fisw Surfing -. La Federazione ha fortemente creduto nella scelta di Capo Mannu come location per ospitare questa prima edizione dei Fisw Surf Games. Da un lato per il profondo legame che c’è tra territorio, storia e pratica del surf. Dall’altro, ovviamente, per la varietà di spot e l’esposizione geografica”.

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.