Il reddito di cittadinanza deve essere rafforzato, perché “è necessario un sostegno più efficace per combattere la povertà e promuovere l’occupazione”.
Mentre in Italia Giorgia Meloni ha attaccato la misura di sostegno alle persone indigenti per tutta la campagna elettorale, promettendo il suo smantellamento da parte del futuro governo di centrodestra, dall’Europa arriva un’indicazione che va esattamente in senso opposto. Oggi la Commissione invita gli Stati membri a modernizzare i loro regimi di reddito minimo, presentando la sua proposta di una raccomandazione del Consiglio per avere in ciascun Stato membro un reddito di cittadinanza adeguato, che garantisca l’inclusione, sollevando le persone dalla povertà e promuovendo al contempo l’integrazione nel mercato del lavoro di coloro che possono lavorare. Perché? Delle adeguate misure di sostegno al reddito, spiega la Commissione, svolgono “un ruolo chiave durante le recessioni economiche, quando possono mitigare l’impatto sui redditi delle famiglie, prevenire un aumento della povertà e dell’esclusione sociale, promuovendo al contempo una ripresa sostenibile e inclusiva. Reti di sicurezza sociale robuste sono anche essenziali per realizzare il pieno potenziale delle transizioni verde e digitale, attraverso l’attivazione e l’aiuto alle persone ad apprendere nuove competenze in modo da trovare lavoro più facilmente”.
Mentre in Italia il reddito di cittadinanza viene osteggiato, a Bruxelles viene considerato lo strumento principale per raggiungere l’obiettivo di ridurre di almeno 15 milioni di persone, entro il 2030, il numero di quelle a rischio povertà. Introdotto nel 2019 dal governo Conte 1, secondo gli ultimi dati Istat il RdC “ha evitato a un milione di individui (circa 500mila famiglie) di trovarsi in condizione di povertà assoluta”. La Commissione nell’illustrare la sua proposta sottolinea l’importanza di questa misura “durante i lockdown legati alla pandemia di Covid-19″. Ma anche oggi: “Un reddito minimo adeguato è estremamente rilevante nell’attuale contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, poiché le misure di reddito possono essere mirate a favorire in modo specifico i gruppi vulnerabili“. “In un momento in cui molte persone lottano per sbarcare il lunario – spiega il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis – quest’autunno sarà importante che gli Stati membri modernizzino i propri ammortizzatori sociali con un approccio di inclusione attiva per aiutare i più bisognosi. È così che possiamo combattere la povertà e l’esclusione sociale e aiutare più persone a trovare lavoro durante questo periodo difficile”.
La proposta elaborata a Bruxelles offre una guida agli Stati membri su come garantire che i loro “redditi di cittadinanza” siano efficaci nella lotta alla povertà e nella promozione dell’inclusione attiva nella società e nei mercati del lavoro. “Sebbene in tutti gli Stati membri esista un reddito minimo, la sua adeguatezza, portata ed efficacia nel sostenere le persone varia in modo significativo”, sottolinea infatti la Commissione. Che quindi raccomanda di adeguare il sussidio entro il 2030 (pur salvaguardando la sostenibilità delle finanze pubbliche). Inoltre, migliorare la copertura e la fruizione degli aiuti. Ad esempio, nell’Unione europea circa un disoccupato su 5 a rischio di povertà non è idoneo a ricevere alcun sostegno al reddito e stime comprese tra il 30% e il 50% circa della popolazione ammissibile non cerca il sostegno al reddito di cui avrebbe diritto. Bruxelles raccomanda anche un miglioramento delle misure per l’ingresso nel mercato del lavoro. Il Rdc “dovrebbero aiutare le persone a trovare un lavoro e a mantenerlo, ad esempio attraverso l’istruzione e la formazione inclusiva“. Ma dovrebbe essere anche possibile combinare la fruizione del sussidio con lavori di breve durata. Allo stesso modo, vanno migliorati anche gli altri servizi che dovrebbero accompagnare il reddito: assistenza, formazione e istruzione. Infine, il sostegno dovrebbe essere fornito su base individuale, non solo per nucleo familiare.
“Oggi più di una persona su cinque nell’Ue è a rischio di povertà ed esclusione sociale“, sottolinea il commissario per l’Occupazione e i diritti sociali, Nicolas Schmit. I regimi di reddito minimo “esistono in tutti gli Stati membri, ma l’analisi mostra che non sono sempre adeguati, non raggiungono tutti i bisognosi o non motivano le persone a tornare sul mercato del lavoro. In un contesto caratterizzato dall’aumento del costo della vita e dall’incertezza, dobbiamo garantire che le nostre reti di sicurezza siano all’altezza del compito”. “Dovremmo prestare particolare attenzione a reinserire i giovani nel mondo del lavoro anche attraverso il sostegno al reddito, in modo che non rimangano intrappolati in un circolo vizioso di esclusione”, conclude Schmit. La proposta della Commissione di raccomandazione del Consiglio su un reddito minimo adeguato sarà discussa dagli Stati membri in vista dell’adozione da parte del Consiglio. Una volta adottati, gli Stati membri dovrebbero riferire alla Commissione ogni tre anni sui progressi compiuti nell’attuazione. La Commissione monitorerà inoltre i progressi nell’attuazione della presente raccomandazione nel contesto del semestre europeo.
Commenti recenti