Mag 30

Alla Regione nel 2023 risorse non spese per 530 milioni dal governo di centrodestra.

Sale la quota di risorse stanziate e non impegnate dalla Regione nel 2023: se il 2022 si era chiuso con un avanzo di amministrazione pari a 171 milioni, nel 2023 la quota è arrivata a quasi 531 milioni, con un incremento di circa 360 milioni di euro.

Sono questi i risultati del rendiconto finanziario della Regione, approvato nella seduta di oggi dalla giunta Todde, su proposta dell’assessore al Bilancio, Giuseppe Meloni.

“Si tratta di risorse che risultano stanziate, destinate, ma non impegnate, quindi non utilizzabili – ha spiegato l’assessore -; questo dimostra, ancora una volta, la scarsa capacità di spesa che ha avuto la precedente giunta di centrodestra”.

Nel dettaglio l’esercizio 2023 di rendiconto si è chiuso con un avanzo di amministrazione complessivo disponibile di 530.999.581,16 euro, che deriva da un risultato della gestione pari a 3.801.114.960 euro, composto da una parte accantonata (1.281.964.427 euro), una parte vincolata (1.957.841.675 euro) e una parte destinata (30.309.275 euro).

Queste risorse non potranno, però, essere spese nell’immediato: con i tempi stretti per l’approvazione del rendiconto, che deve essere trasmesso alla Corte dei Conti per la parifica, potranno essere utilizzate solo alla fine dell’anno, dopo l’assestamento e la successiva variazione necessaria per la spesa.

“Ora l’obiettivo è recuperare il gap dei tempi – ha detto Meloni – e ci impegniamo sin da ora a non portarle avanti come avanzo, così per i prossimi esercizi potremo essere in linea con la spesa”.

Si è aperta questa mattina, davanti al Gup di Cagliari, Roberto Cau, l’udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di 21 indagati, nell’ambito dell’inchiesta su alcune nomine della Regione SardA risalenti al 2020 e che la Procura ritiene illegittime. Tra i 21 indagati, accusati a vario titolo di corruzione, abuso d’ufficio e induzione indebita, turbativa d’asta e falso, spiccano l’ex governatore Christian Solinas, l’allora assessora dell’Industria Anita Pili, l’ex vicepresidente della giunta Alessandra Zedda, ora candidata sindaca di Cagliari con il centrodestra, l’ex consigliere regionale del Psd’Az Nanni Lancioni, il già responsabile di Ats e Aspal Massimo Temussi, attuale direttore generale delle politiche attive del ministero del Lavoro, e il presidente di Confindustria Sardegna Maurizio De Pascale. Sotto la lente del Pm, Andrea Vacca, le nomine del 2020 al vertice dell’Aspal e quelle alla direzione del Servizio attività estrattive e recupero ambientale dell’assessorato dell’Industria. Secondo la Procura, il nome del successore di Temussi all’Aspal venne condizionato a partire dalla formazione della commissione esaminatrice che sarebbe stata pilotata da Solinas e Lancioni per assegnare la guida dell’Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro a Maika Aversano in modo non lecito. Altra nomina contestata è quella del direttore del Servizio attività estrattive. L’ipotesi accusatoria è che la selezione sia stata, anche in questo caso, pilotata all’inizio a favore di un funzionario, Nicola Giuliani, grazie all’intermediazione di alcuni imprenditori del settore dei minerali industriali, del segretario generale di Confindustria Marco Santoru e del presidente Maurizio De Pascale, che avrebbe fatto il suo nome all’assessora Pili. Alla fine si puntò su un altro candidato, Gianfranco Porcu, che risulterà vincitore. E questo, stando ai riscontri della Procura, grazie ad anticipazioni sulla prova orale fornite dalla stessa Pili al suocero dell’aspirante dirigente, l’ex consigliere ed ex assessore regionale Pasquale Onida. Poi è stato il Tar ad annullare tutto e dichiarare un altro vincitore.

Rafforzare il sistema di prevenzione di comportamenti illeciti, con l’avvio di una più attenta attività di controllo riguardante, in particolare, il corretto versamento dell’imposta di soggiorno da parte delle strutture ricettive. E’ l’obiettivo dell’accordo firmato oggi da Comune di Cabras e Guardia di finanza, un protocollo d’intesa a garanzia della legalità nell’ambito economico e finanziario. A firmare l’accordo, alla vigilia dell’imminente stagione turistica, il sindaco Andrea Abis e il colonnello Giancarlo Sulsenti del Comando provinciale della Guardia di finanza. Oltre a rafforzare il sistema di prevenzione di illeciti, si intende anche tutelare la spesa pubblica conseguente all’erogazione, da parte del Comune, di misure di sostegno ai propri cittadini e alle imprese. “La necessità della sottoscrizione dell’accordo con la Guardia di Finanza – ha spiegato il sindaco di Cabras – nacque all’indomani della costituzione della tassa di soggiorno comunale, nel 2022, quando Cabras fece questo passo importante nella regolamentazione della presenza e ricettività turistica, con l’obiettivo di investire sempre più risorse per lo sviluppo del comparto rispetto alle ristrettezze del bilancio comunale. In questi due anni – ha proseguito Abis – abbiamo monitorato la situazione, così da comprendere l’andamento dei flussi ed evidenziare le potenzialità di un’entrata che potrà giocare un ruolo sempre più significativo negli equilibri delle spese destinate al turismo e al decoro urbano”. Se nel 2022 le entrate non superavano i 50mila euro, il 2023 ha portato nelle casse comunali circa 150mila euro, e si ritiene che ci siano ulteriori margini di crescita che potranno essere recuperati attraverso una corretta azione di contrasto agli affitti in nero. Ufficialmente Cabras offre circa 2.500 posti letto, suddivisi tra immobili per locazione breve, camping, case vacanza, agriturismi, Bed & Breakfast, alberghi e affittacamere, ma le verifiche effettuate individuano una fetta di attività sommersa che l’amministrazione comunale intende ridurre in maniera drastica.  “La collaborazione tra le parti – ha affermato il colonnello Sulsenti – si concretizzerà nella valorizzazione delle informazioni messe a disposizione dall’ente, approfondendole con le risultanze delle banche dati già in nostro possesso, con quelle derivanti dalle ordinarie attività di controllo economico svolte dalle pattuglie sul territorio, nonché con ogni altra informazione acquisita sulle fonti aperte, tra le quali la rete internet, che nell’economia moderna costituisce la principale piattaforma di incontro tra domanda e offerta”.

 

 

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