Nov 25

Giornata contro la violenza alle donne, inaugurata a Oristano la “panchina bianca”.

 

Violenza, informazione e formazione, lavoro, autonomia e libertà. Il 25 novembre, a Oristano, è stato dedicato al confronto e all’approfondimento di tematiche strettamente legate alla violenza alle donne.

Nella “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”, nella sala degli Evangelisti, a palazzo degli Scolopi, il Comune di Oristano ha riunito tante energie e numerosi contributi per un ampio esame di un fenomeno che ormai è diventato un’emergenza sociale.

Su iniziativa degli assessorati ai Servizi sociali e alle Attività produttive del Comune di Oristano, di Giulia giornaliste, dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna e dell’Istituto d’istruzione superiore De Castro-Contini, si è dato corso a uno stimolante dibattito, che ha avuto il suo apice nell’inaugurazione della “panchina bianca”, quale simbolo della libertà dell’informazione, il cui significato si somma a quelli tradizionali della giornata, la scarpetta rossa e la panchina rossa.

“Ringrazio i dirigenti, i docenti, le studentesse e gli studenti che sono qui e che manifestano grande impegno e spirito critico – ha detto il sindaco di Oristano Massimiliano Sanna -. Il loro lavoro è un segno di attenzione e di sensibilità per queste tematiche. Conoscere e creare significa costruire la civiltà del futuro, dimostrando un senso di cittadinanza formidabile, fondato sul rispetto delle parità e dell’equità, e quindi della nostra Costituzione.

Con identico calore ringrazio Giulia giornaliste e l’Ordine dei giornalisti, che hanno aderito alla nostra proposta, costruendola e patrocinandola con entusiasmo, e le istituzioni accademiche, educative, sindacali e dell’impresa, che si adoperano per valorizzare il talento, prevenire e abbattere le discriminazioni sessiste, e tutti coloro che con interventi orali, artistici, multimediali o musicali oggi evidenziano l’importanza della libertà attraverso informazione, linguaggio, formazione e resilienza.

Diciamo basta alla paura, basta all’ingiustizia e impegniamoci a costruire una comunità in cui tutti possano sentirsi al sicuro e rispettati – ha concluso il sindaco Sanna -. No alla violenza, viva il rispetto”.

 “Il Comune ha voluto organizzare una giornata di sensibilizzazione sul tema della violenza abbinandola al tema della libertà di stampa e di informazione, perché molte volte la violenza nega la libertà di parola e di pensiero – ha sottolineato l’assessore ai servizi sociali Carmen Murru -.  La violenza non è solo quella fisica. Non a caso sono stati invitati gli studenti di diversi istituti per diffondere il messaggio tra le giovani generazioni e renderle protagoniste di una nuova cultura, così come oggi dimostrano gli studenti e le studentesse della 5^ B che presenta il progetto EvViva”.

Il punto di partenza del dibattito lo ha offerto Susi Ronchi presentando il libro “Un giorno all’improvviso”, curato ed edito da Giulia giornaliste Sardegna, di cui ha sottolineato l’impegno a favore della parità e dei diritti della persona, per una riflessione sui temi dedicati a violenza, diversità e discriminazioni. Volume di memoria e testimonianza sulla capacità di reazione delle donne durante il Covid e il lockdown, attraverso sedici interviste a donne della società contemporanea ne racconta la reazione.

Simona Scioni, che ha moderato i lavori, Daniela Pinna ed Elisabetta Gola si sono soffermate sul ruolo della formazione e dell’informazione professionale, dell’uso di un linguaggio più attento alle vittime, al rispetto delle individualità soprattutto in tempi di globalizzazione e socializzazione dei media: “Una buona informazione, corretta ed equilibrata, rispettosa delle diversità, liberata dai pregiudizi, educata al rispetto delle parti e delle vittime di violenza, in particolare, deve mantenere saldo il principio di servizio alla comunità”.

Delle insidie, discriminazioni, esclusioni e ingiustizie negli ambiti lavorativi hanno parlato i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, e Confartigianato, Francesca Nurra, Federica Tilocca, Maria Francesca Ticca e Marco Franceschi, mentre gli studenti e le studentesse della quinta B dell’Istituto di istruzione superiore De Castro-Contini, Liceo Artistico, hanno presentato il progetto “evViva” sulla violenza alle donne.

“In una giornata nella quale i simboli sono preziosi per lanciare messaggi semplici ed efficaci – ha detto il sindaco Sanna, inaugurando la “panchina bianca” dedicata alla libertà di stampa -, il Comune, l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna e Giulia giornaliste Sardegna, uniscono  le scarpette rosse, che da sempre caratterizzano la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, al bianco dell’Informazione inaugurando, nel chiostro del palazzo degli Scolopi, una panchina bianca dedicata alla libertà dell’informazione e al rispetto dell’articolo 21 della Costituzione Italiana”.

A chiudere i lavori, in piazza Eleonora, lo showcase dedicato alle arti artigiane storiche di Oristano: la ceramica e la pelle, con le espressioni artistiche di Gian Mario Sanna e Roberta Rassu.

Per l’assessore alle Attività produttive, Rossana Fozzi, “…l’artigianato, che è scuola e fa scuola, non è solo una espressione delle tradizioni, ma incarna un carattere vitale dell’identità cittadina. Con questo spirito nacque il simbolo della scarpetta rossa, emblema capace di affrontare e diffondere, come prima e più di prima, l’orrore del sopruso e della violenza contro le donne, in nome dell’arte e della bellezza. Lo spirito artigiano è infatti un modo di concepire l’esistenza, un modello di progresso e di inclusione sociale, di passione e di memoria.

“A pelle si sentono cose, a cui le parole non sanno dare nome” è il motto sublime che ho scelto per questa giornata: l’ho preso a prestito dalla poetessa Alda Merini, donna caparbia, come le ragazze che sono qui, capace di infrangere schematismi e conformismo, il vuoto emotivo che sconvolge l’esistenza delle vittime e delle famiglie”.

E’ stata inaugurata nella Caserma Lampis, sede del Comando provinciale dei Carabinieri di Oristano, la “stanza tutta per sé”, realizzata nell’ambito della collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri e Soroptimist Italia, iniziata nel 2015, con l’allestimento all’interno delle caserme di locali idonei all’ascolto protetto di donne che hanno subito violenza, e di altre vittime vulnerabili. L’accordo prevede, inoltre, che i Carabinieri e Soroptimist si impegnino a promuovere iniziative didattiche e formative per favorire la condivisione delle esperienze e lo scambio delle migliori pratiche nella tutela delle donne vittime di violenza. La stanza nella Caserma Lampis accoglie chi ha bisogno di aiuto e serve per ascoltare e fornire un supporto, utile per iniziare a superare le violenze subite. Un ambiente dedicato favorisce, infatti, questo processo, oltre a dare, in tempi probabilmente più rapidi, impulso alle indagini  da parte dell’Arma dei Carabinieri, da anni in prima linea per contrastare la violenza di genere. Ogni militare è consapevole di quanto sia delicata la fase dell’interazione con la vittima e di quanto sia stato difficile e doloroso il percorso che l’ha convita a rivolgersi ai Carabinieri per denunciare  chi le ha fatto violenza. E’ fondamentale, quindi, che ogni donna che vive uno stato di vulnerabilità si senta accolta e protetta e sia consapevole di trovarsi in un contesto sicuro. Tutti fattori questi che contribuiscono ad instaurare un rapporto di fiducia tra la vittima di violenza e l’operatore. Per contrastare più efficacemente i reati relativi alla “violenza di genere e nei confronti delle vittime vulnerabili”, l’Arma dei Carabinieri ha istituito anche la “sezione atti persecutori”, con il compito di svolgere attività di studio e di ricerca, elaborare valutazioni sui fattori di rischio in favore dei reparti territoriali, e sviluppare programmi di formazione del personale. La stanza dedicata all’ascolto delle vittime è un ambiente protetto, accogliente e tecnologicamente attrezzato per sostenere la donna e altre vittime vulnerabili nel delicato momento della denuncia di violenza. Grazie alla sua particolare conformazione la stanza sarà utilizzata per avvicinare chi ne ha necessità al personale dell’Arma appositamente formato. Il locale  è stato tinteggiato di un colore tenue e arredato in modo da mitigare lo stato di disagio delle vittime, per infondere il giusto senso di accoglienza e ascolto, con una particolare attenzione ai più piccoli, attraverso l’allestimento di uno spazio giochi, con libri e giocattoli. La “stanza tutta per se” è quindi uno strumento  che faciliterà l’interazione con le vittime della violenza, garantendo ad ogni donna che vive uno stato di particolare vulnerabilità un ambiente confortevole completamente dedicato a lei ed alla sua difficile situazione.

 Nella classifica di “Ecosistema urbano 2023”, realizzato da Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia e il Sole 24 ore, sulle performance ambientali dei comuni italiani, Oristano è al 22° posto in Italia tra le città capoluogo. Cagliari risulta, invece, al primo posto in Sardegna e sedicesima a livello nazionale. Nuoro è 39esima. Ultima delle città sarde Sassari in 80esima posizione. I parametri che determinano la graduatoria delle performance ambientali sono 19, e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale. “Quest’anno, la trentesima edizione del rapporto sulle performance ambientali delle città ci ha riservato una notizia estremamente positiva per la Sardegna – ha spiegato Legambiente in una nota -; i risultati, infatti, evidenziano un netto miglioramento, consentendoci di analizzare le città sarde come autentici cantieri della transizione ecologica”. Cagliari è tra le migliori città italiane per la bassa presenza di ozono nell’aria, insieme a Nuoro. Bene il capoluogo anche per l’offerta del trasporto pubblico per quanto riguarda le città medie. Sassari si distingue, invece, per la bassa presenza di polveri sottili, sia pm 10, sia pm 2,5. Oristano tra i migliori centri italiani per le rinnovabili. Secondo il rapporto, però, Sassari è tra le peggiori città per la presenza di ozono, male Oristano e Nuoro per le polveri sottili. Il capoluogo barbaricino non eccelle per la presenza di alberi, mentre Sassari è giù nella classifica delle isole pedonali. Nuoro tra le peggiori città anche per le energie rinnovabili. In generale, per quanto riguarda l’aria, buona la valutazione per Sassari, Cagliari prende la sufficienza, mentre l’insufficienza va a Nuoro e Oristano.

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