Set 19

Covid: al via le prenotazioni dei nuovi vaccini bivalenti. Nuovo caso di Febbre del Nilo.

Anche a Oristano è possibile, da oggi, lunedì 19 settembre, prenotare attraverso la piattaforma di Poste italiane i vaccini bivalenti, sviluppati per contrastare sia il ceppo originario del virus Sars CoV-2, sia la variante Omicron.

I nuovi vaccini saranno somministrati a partire da giovedì 22 settembre nell’ambulatorio vaccinale di Oristano (via Carducci 35), aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13, e il martedì e il giovedì, dalle 15 alle 18.

La somministrazione della nuova formulazione è raccomandata a tutti i soggetti di età pari o superiore ai 60 anni, a quelli dai 12 anni in su con elevata fragilità o in attesa di ricevere la prima dose di richiamo (terza dose), agli operatori sanitari e al personale e agli ospiti delle strutture residenziali per anziani.

Il vaccino può essere somministrato solo se sono trascorsi almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo (terza dose) o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test positivo).

Ad eccezione delle donne in gravidanza, per le quali non è necessario prenotare, per le altre categorie a cui è raccomandato il vaccino bivalente l’accesso alle vaccinazioni sarà effettuato esclusivamente previa prenotazione attraverso la piattaforma di Poste italiane, tramite: il portale prenotazioni.vaccinicovid.gov.it; sportelli automatici Atm Postamat; numero verde 800 00 99 66 (attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20); portalettere.

Per gli operatori sanitari e le strutture per anziani si procederà con le consuete modalità di vaccinazione in loco.

Con la riapertura delle scuole, il Servizio di Igiene pubblica della Asl di Oristano ricorda che i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni possono effettuare la prima dose del vaccino anti-Covid pediatrico, se non ancora vaccinati, o sottoporsi alla seconda dose, se non hanno completato il ciclo vaccinale perché hanno contratto il Covid, a condizione che siano trascorsi almeno 120 giorni dalla data del test positivo. Anche per la fascia di età pediatrica, non è necessaria la prenotazione.

Sono due i nuovi decessi (due uomini di 80 e 85 anni, residenti nell’Oristanese) in Sardegna, dove si registrano 222 (+22) ulteriori casi di positività al Covid, di cui 191 diagnosticati con tampone antigenico.

Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 1.020 tamponi per un tasso di positività che passa dall’11,3% al 21,7%. Restano sette i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva, mentre crescono di 7 quelli in area medica che ora sono 74. Riprende, invece, a calare il numero delle quarantene, visto che sono 4.343 i casi di isolamento domiciliare (406 in meno rispetto a ieri).

Dei 222 casi odierni, 41 sono riferiti alla provincia di Oristano, 30 all’Area Metropolitana di Cagliari, 29 alla provincia di Sassari, 61 a quella di Nuoro e 61 Sud Sardegna.

Nelle ultime 24 ore, a Oristano, si sono registrati 12 nuovi contagi e 17 guarigioni dal Covid.

Il totale dei casi rilevati fino a questo momento in città è di 10.847, i pazienti guariti sono 10.679, i casi attualmente positivi 98, e i decessi 64.

Nuovo caso di Febbre del Nilo nell’Oristanese. Stavolta il contagio, secondo la comunicazione del dipartimento di prevenzione della Asl, è stato segnalato a Riola Sardo. Si tratta di una donna che si trova ricoverata nel reparto di Medicina all’ospedale San Martino di Oristano per alcuni sintomi di natura neurologica. E’ questo il quinto caso di West Nile Virus in Sardegna, dopo i quattro già confermati dal monitoraggio dell’Iss lo scorso 15 settembre. Il sindaco di Riola Sardo, Lorenzo Pinna, ha emesso un’ordinanza dove è scritto “…di evitare l’abbandono definitivo o temporaneo negli spazi aperti pubblici e privati, compresi terrazzi, balconi e lastrici solari, di contenitori di qualsiasi natura e dimensione nei quali possa raccogliersi acqua piovana e di evitare qualsiasi raccolta d’acqua stagnante anche temporanea”. Intanto, il Comune ha proceduto alla disinfestazione contro le zanzare con una ditta specializzata.

A proposito della febbre del Nilo, queste le indicazioni su come riconoscerla e come difendersi.

La febbre del Nilo (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv). Un virus della famiglia dei Flaviviridae, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale. Per la febbre West Nile non esiste un vaccino. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste, soprattutto, nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente: usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; usando delle zanzariere alle finestre; svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante; cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali; tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate. Per la febbre West Nile non esiste una terapia specifica. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Sono stati 44 gli interventi in spiaggia da parte delle “Sentinelle del Sinis”, che sono riuscite a sventare 13 furti di sabbia, mentre sono 144 i secchi di sabbia riempiti per riportare sull’arenile i granelli rimasti nelle docce dislocate sul litorale con 720 i chili di sabbia. Non solo, le Sentinelle hanno anche ripulito la costa dai rifiuti presenti, eliminando 350 chili di spazzatura e ben 100 mila mozziconi di sigaretta, riempiendo bottiglioni per un totale di 65 litri. E’ il bilancio del progetto “Sinis Sentinels”, avviato il 18 giugno dal Comune di Cabras e l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis Isola di Mal di Ventre e conclusosi il 15 settembre. Ormai consolidato negli anni, il programma di volontariato nel 2022 è cresciuto e ha potuto beneficiare della collaborazione di Legambiente, che ha inserito la meta del Sinis all’interno del ventaglio di offerte dei campi a tema naturalistico per la stagione estiva. Sono stati 85 i volontari che hanno deciso di trascorrere una settimana nel Sinis, al lavoro per la salvaguardia ambientale. Sei erano sardi, mentre gli altri provenivano da altre regioni d’Italia, tre erano spagnoli e uno svizzero. Secondo il sindaco di Cabras, Andrea Abis, “…un progetto denso di significato pedagogico, in quanto forma le sentinelle le quali a loro volta fanno da portavoce, comunicano con il turista rendendo note le peculiarità del territorio e le regole istituite per preservare i luoghi”. “Il progetto è stato avviato quest’anno con largo anticipo, così da dare la possibilità a tanti di poter conoscere e partecipare”, ha ricordato il direttore Amp Massimo Marras. Infine, per Annalisa Colombu, presidente per Legambiente Sardegna, “…i tanti volontari giovani e adulti che, da ogni parte d’Italia e dall’estero, hanno risposto alla chiamata di Legambiente hanno potuto apprezzare l’autenticità e la bellezza di questa terra insieme alle fragilità e alle pressioni che le attività dell’uomo determinano in ambiti preziosi come quelli costieri”.

I vigili del fuoco di Oristano sono dovuti intervenire è intervenuta in territorio del comune di Cabras per un incendio di sterpaglie. Durante l’intervento, vista la presenza di manufatti che, presumibilmente, contenevano amianto, sono state attuate procedure particolari per limitare la contaminazione. I Vigili del fuoco sono stati impegnati per circa 3 ore per concludere l’intervento e mettere in sicurezza la zona.

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