Mar 10

Cassazione omicidio Careddu: conferma ergastolo per Fodde e 30 anni per Carta.

Conferma dell’ergastolo per Christian Fodde e 30 anni per Riccardo Carta, due dei cinque imputati  del branco che quattro anni fa uccise il 18enne di Macomer Manuel Careddu.

Il giovane fu attirato in una trappola sulle rive del lago Omodeo e poi ucciso con una pala e una piccozza.

Per gli altri tre imputati, tra i quali due minorenni all’epoca dei fatti, le condanne erano diventate definitive già dopo la sentenza di Appello, in quanto gli avvocati avevano rinunciato a ricorrere in Cassazione.

Il 18enne di Macomer fu assassinato l’11 settembre 2018 e per un mese non si seppe che fine avesse fatto, visto che il suo corpo dopo l’omicidio fu sepolto in un terreno e ritrovato solo 30 giorni dopo.

L’omicidio fu commesso per chiudere una vicenda legata a un debito, di qualche centinaio di euro, per della droga non pagata. Soldi che Manuel Careddu aveva chiesto di riscuotere alla fidanzata di Christian Fodde, allora minorenne. Secondo le ricostruzioni processuali, la ragazzina è stata la l’ideatrice del piano omicida, mente il suo ragazzo è stato l’esecutore materiale del delitto.

Una microspia, piazzata per una precedente indagine sull’auto del Fodde, avrebbe impresso una svolta alle indagini. L’auto, infatti, era stata usata dal branco per portare il diciottenne nel luogo dell’esecuzione, e grazie alla microspia gli inquirenti appresero tutte le fasi dell’assassinio. Furono proprio quelle intercettazioni a inchiodare i quattro giovani di Ghilarza e la ragazzina di Abbasanta.

Non ancora 18enni all’epoca del delitto, Cosmin Nita e Giada Campus vennero condannati a 16 anni di cercare dal Tribunale dei Minori di Cagliari; sentenza poi confermata anche dalla Corte d’Appello. Al quinto imputato, il maggiorenne Matteo Satta, fu inflitta la pena di 16 anni e 8 e mesi di reclusione in primo grado, confermata in Appello. Anche per lui con la rinuncia del ricorso in Cassazione, la sentenza è diventata definitiva.

Fodde e Carta erano difesi rispettivamente dagli avvocati Aurelio Schintu e Angelo Merlini. All’udienza di Roma hanno partecipato anche gli avvocati di parte civile Luciano Rubattu per Fabiola Balardi, la madre di Manuel Careddu, e Gian Francesco Piscitelli per Corrado Careddu, padre del ragazzo ucciso.

All’assemblea congressuale dell’Anci, 32 schede bianche hanno impedito il raggiungimento del quorum di 161 su 320 votanti. Evidentemente i due contendenti, l’uscente Emiliano Deiana e lo sfidante Alberto Urpi, non sono riusciti a convincere la maggioranza dei sindaci. Emiliano Deiana ha, infatti, avuto 146 preferenze, mentre Alberto Urpi ne ha ottenute139, due le schede nulle. Il congresso sarà riconvocato, probabilmente dopo le elezioni amministrative, in attesa di trovare un candidato condiviso. “Ci parleremo e vedremo come impostare il proseguo: è chiaro che questo risultato segna una sostanziale divisione – ha dichiarato Deiana -; abbiamo prevalso numericamente ma non vale per l’elezione, ora verificheremo come affrontare la partita”. Alberto Urpi si è invece detto soddisfatto del testa a testa. “Non eravamo gli uscenti, abbiamo lavorato e la grande partecipazione dei sindaci è un merito mio e di Emiliano”. Anche il sindaco di Sanluri e attuale capo di Gabinetto dell’assessorato regionale all’Industria, non esclude che si possa avviare una sintesi su un nominativo unitario.

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