Feb 13

Covid: in Sardegna 1.579 nuovi casi (67 in provincia e 11 a Oristano) e 7 morti.

I contagi di positività al Covid confermati nelle ultime 24 ore nell’Isola sono 1.579 (di cui 1.270 diagnosticati da antigenico). Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 11.694 tamponi.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 28 (come ieri), quelli ricoverati in area medica 409 (come ieri), mentre sono 33.950 i casi di isolamento domiciliare (983 in più rispetto a ieri).

Si registrano anche 7 decessi: 2 uomini di 57 e 63 anni, residenti nella provincia di Sassari; 3 donne di 78, 88 e 90 anni, residenti nella provincia del Sud Sardegna; 1 uomo di 81 e una donna di 77 anni, residenti nella Città Metropolitana di Cagliari.

Dei 1.579 casi odierni, 67 sono riferiti alla provincia di Oristano, 464 all’Area Metropolitana di Cagliari, 480 alla provincia di Sassari, 339 a quella di Nuoro, e 229 al Sud Sardegna.

A Oristano nelle ultime 24 ore sono stati accertati 11 nuovi casi di positività e 4 guarigioni.

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria i casi rilevati a Oristano sono 3.506, i pazienti guariti 2.896, i casi attualmente positivi 575, e i decessi 30.

Dopo Stefano Arzu, l’allevatore di suini di Talana, anche gli allevatori di Arborea spengono i motori dei trattori e consegnano le chiavi delle aziende al sindaco “…perché il caro prezzi non ci consente più di lavorare”. Il grido di dolore arriva dagli allevatori della patria del latte vaccino che con il prezzo dell’oro bianco inchiodato a 34 centesimi al litro non riescono a pagare le spese per produrlo. Troppi i rincari della materie prime, dal mangime che ha fatto lievitare di 5 centesimi i costi di produzione al litro di latte, all’energia elettrica (più 400 per cento), al gasolio (più 60 per cento). Un aumento incontrollato che sta colpendo tutti i settori economici e agricoli. A questo si aggiunge una burocrazia cieca e irrazionale, che non consente un flusso regolare e trasparente delle pratiche comunitarie ghiacciando spesso i denari (vitali in tempi di crisi) per cavilli assurdi. Per questo 50 allevatori, in rappresentanza di tutta la comunità, hanno spento i trattori lasciandoli parcheggiati davanti al Comune. “Non ce la facciamo, siamo allo stremo – dice a nome dei colleghi Giancarlo Capraro, presidente Coldiretti Arborea -. Siamo costretti a spegnere i trattori e con essi le stalle e consegnare le chiavi al sindaco perché non abbiamo più le forze economiche per metterla in moto, non abbiamo i soldi per alimentarla. La situazione è davvero insostenibile. I rincari sono a senso unico, sole alla voce costi mentre per quella entrate siamo fermi da quattro anni a 34 centesimi al litro di latte (anzi negli anni scorsi è arrivato anche a 35 centesimi). È chiaro che se prima raschiavamo il barile adesso, con questi rincari, stiamo lavorando in perdita, i costi di produzione sono più alti di quelli di vendita”. Quella degli allevatori è una protesta pacifica. “Siamo consci che la situazione è difficile per tutti e che l’aumento dei prezzi è generalizzato e investe tutta la società – precisa l’allevatore Bruno Pettucco – . Per questo non vogliamo dare fastidio a nessuno ma dobbiamo denunciare che di questo passo siamo costretti a chiudere”. La voce di protesta è accompagnata da proposte indirizzate sia alle istituzioni che alla grande distribuzione che gestisce il loro latte nell’ultimo e fondamentale anello della filiera, quello decisivo. “Con una congiuntura economica come questa, aggravata da due anni di una epidemia epocale, lo Stato non può stare indifferente ma deve intervenire per tagliare sia le accise dei carburanti che il canone fisso dell’energia elettrica – è la proposta degli allevatori dei bovini da latte -. Un intervento “salva Italia” che altrimenti rischia di schiantare e fermarsi non per Covid ma per inedia”. Allo stesso tempo “chiediamo un atto di responsabilità alla grande distribuzione sottoscrivendo un patto con gli allevatori locali – dice Bruno Pettucco -, un Patto del latte per la Sardegna garantendo un prezzo equo ai produttori. Queste crisi a cascata investono tutti – continua – e ne possiamo uscire solo con la solidarietà reciproca, dobbiamo fare squadra dando una corsia preferenziale al latte 100% sardo. I sardi apprezzerebbero e sarebbero riconoscenti dando il proprio contributo”. L’arbitro di questa partita è la Regione alla quale gli allevatori di Arborea si appellano. “E’ chiaro che il caro prezzi del gasolio cosi come dell’energia elettrica, dei mangimi e di tutte le materie prime non è nelle capacità della Regione Sardegna – ammettono gli allevatori di Arborea -, ma può incidere in diversi modi: sicuramente con lo Stato per tagliare accise e quote fisse; con la Gdo per fare da arbitro e magari garantendo la promozione dei prodotti sardi; inoltre l’altro passaggio in cui può essere l’unica protagonista è il taglio della burocrazia, garantendo l’immissione immediata dei denari bloccati per cavilli burocratici che oggi più di sempre appaiono assurdi per le imprese: diversi di noi, per esempio, hanno visto decurtato l’anticipo del benessere animale, in alcuni casi parliamo dai 10 ai 15mila euro per inezie che diventano fondamentali per le imprese agricole. Anche il ritardo di qualche mese per noi diventa vitale”.

Sarà Ghilarza la sede del quarto incontro del percorso partecipativo finalizzato alla sottoscrizione del “Contratto di Lago Omodeo”. L’incontro si svolgerà venerdì 18 febbraio, alle 9, presso l’auditorium comunale, in via Matteotti 64. L’incontro sarà dedicato alla pianificazione territoriale e sviluppo sostenibile, tematica chiave all’interno del processo di riqualificazione ambientale che interessa le acque del lago Omodeo e i territori limitrofi. Il fulcro dell’iniziativa è, infatti, rappresentato dallo studio sullo stato delle acque del bacino artificiale e dalla progettazione delle misure di bonifica. Il processo di sottoscrizione del “Contratto di Lago Omodeo” è un’iniziativa promossa dalle Unioni dei Comuni del Guilcier e del Barigadu, e si qualifica come un processo di programmazione negoziata e partecipata che coinvolge attivamente le cittadinanze e i territori di riferimento, in linea con quanto illustrato dalla Carta nazionale dei Contratti di fiume del 2012. Quest’ultima, infatti, definisce tali processi come intrinsecamente collegati con le peculiarità dei bacini idrografici e dei territori limitrofi. Pertanto, l’elaborazione dei Contratti di lago è necessariamente definita in stretta correlazione con le esigenze e i fabbisogni delle cittadinanze e dei territori di riferimento. È in tale ottica che le Unioni dei Comuni del Guilcier e del Barigadu hanno deciso di coinvolgere i portatori di interesse locali in un percorso di confronto e dialogo finalizzato a individuare strumenti, misure e azioni per la riqualificazione del bacino idrografico del lago Omodeo. Il fine è quello di costruire una vera e propria democrazia locale partecipata intorno al progetto, permettendo alle comunità e ai cittadini di diventare parti integranti delle politiche di sviluppo e rilancio del territorio.

Questa mattina, poco dopo le 11, i Vigili del fuoco di Cuglieri sono dovuti intervenire per incidente stradale, avvenuto sulla strada statale 292, appena fuori S’Archittu. I Vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l’auto. Sul posto è arrivata anche un’ambulanza del 118, per prestare eventuali cure al conducente che, fortunatamente, se l’è cavata solo con un grande spavento.

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