Lug 30

“La Nuova” in vendita. Zuncheddu (Unione) tra gli acquirenti? (fonte Sardiniapost).

Sull’editoria sarda, si addensano nuvoloni carichi di licenziamenti. Perché entro il 31 dicembre “La Nuova” dovrà uscire dal perimetro Gedi, come disposto dall’Antitrust, senza poter più ricorrere alla formula dell’affitto della testata ad un soggetto esterno; cioè all’attuale soluzione-ponte.

Gedi, dall’anno scorso, ha avviato varie trattative preliminari per riuscire ad individuare un possibile acquirente. Con la Tosinvest del Gruppo Angelucci (Libero, Il Tempo, la catena di Corrieri del Lazio, Toscana e Umbria), si era quasi arrivati all’intesa. Poi, tutto era saltato: un po’ per l’offerta economica (intorno ai 20 milioni) e un po’ per la mancanza di garanzie sulla raccolta pubblicitaria, in calo costante dell’8-9 per cento l’anno. Per non parlare delle copie effettivamente vendute, che nel dicembre dell’anno scorso venivano dichiarate in 40mila, ma che invece già a febbraio scorso risultavano essere sotto quota 30mila.

Ma l’aspetto più sconcertante di ogni possibile trattativa, è la disponibilità della Gedi alla vendita del quotidiano dopo un drastico ridimensionamento della redazione e della componente poligrafica. Secondo fonti vicine alla Fondazione Banco di Sardegna, pronta a fornire un largo supporto economico e finanziario al possibile candidato-editore, tra prepensionamenti ed esodi incentivati, verrebbe garantito il dimezzamento complessivo della forza-lavoro. Un bagno di sangue spaventoso.

Nel frattempo, in attesa di qualche nuova manifestazione d’interesse, Gedi sta definendo gli ultimi dettagli della cessione del Centro Stampa di Predda Niedda. A chi? E qui la vicenda si ingarbuglia ancora di più, dal momento che l’acquirente è Sergio Zuncheddu, cioè l’editore dell’Unione Sarda, l’altro storico quotidiano dell’isola. Qual è davvero il suo interesse ad un’acquisizione del genere? E qui, difatti, le voci che corrono sono di ogni tipo. C’è chi giura trattarsi solo di un investimento per una migliore distribuzione del giornale e chi, invece, sospetta un interesse anche per il quotidiano, soprattutto se con il passare dei mesi non dovessero spuntare altri possibili candidati editori per “La Nuova”. Tanto è vero che cominciano a circolare perfino i nomi dei possibili futuri direttori, tra quali spicca quello di un caporedattore sassarese dell’Unione.

Fantagiornalismo? Pettegolezzi privi di fondamento? Possibili entrambe le cose. Resta il fatto che il destino de “La Nuova”, con quella scadenza-capestro di fine anno e le sconcertanti e sanguinose disponibilità di Gedi pur di rispettare l’ultimatum dell’Antitrust, Zuncheddu o non Zuncheddu, si fa sempre più fosco. (Guido Paglia, direttore www.sardiniapost.it).

In merito all’articolo “Sale operatorie in emergenza”, pubblicato dall’Unione Sarda la Assl di Oristano ha fatto, attraverso una nota, alcune “doverose precisazioni.” “Relativamente alla riduzione degli interventi di chirurgia programmata per il periodo estivo – si legge nel comunicato -, ciò non rappresenta un’eccezione, ma la regola seguita dalle strutture ospedaliere italiane, che d’estate limitano fisiologicamente l’attività chirurgica alle urgenze al fine di garantire al personale il dovuto periodo di ferie, obbligo al cui rispetto si è tenuti per contratto di lavoro. Non si tratta, quindi,di una scelta emergenziale operata al San Martino, ma di una normale programmazione degli interventi dilazionabili nel tempo – (come sempre avviene nel periodo estivo in tutta Italia) senza che ciò comporti un rischio per i pazienti. Va precisato, poi, che nell’Unità operativa di Medicina non sono previsti 18 medici, ma 11, come indicano le norme regionali sull’accreditamento (si arriva a 18 solo comprendendo il personale di Oncologia e Oncoematologia) e che al San Martino ne sono presenti invece 14 per questioni logistiche e per la tipologia di pazienti presi in carico. Inoltre, in Medicina – si legge ancora nella nota della Assl- i posti letto non dovrebbero essere 40 (come scritto nell’articolo) ma 60, come effettivamente sono. Infine, si chiarisce che il servizio di guardia attiva notturna nelle Unità operative di Ortopedia e Nefrologia non è presente da decine d’anni e che per tali specialità la reperibilità è sufficiente a garantire un’appropriata presa in carico del paziente in caso di necessità. Si ribadisce che esistono indubbiamente delle importanti carenze di personale, ma la direzione e il personale dell’Assl di Oristano stanno facendo tutto il possibile per garantire il funzionamento dei servizi attraverso gli strumenti a disposizione, seppur nel quadro di una generale difficoltà a reperire gli specialisti necessari. Dispiace constatare – conclude nel comunicato la Assl di Oristano – che in un momento di oggettiva criticità, vengano diffuse informazioni errate e fuorvianti, che hanno come unico effetto quello di creare un clima di sfiducia nei confronti del servizio sanitario pubblico e, soprattutto, dei suoi operatori che, con grande impegno, abnegazione e fatica stanno lavorando, in particolare in questo momento, per proteggere la salute e garantire un sistema sanitario di qualità a tutti i cittadini”.

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