Set 03

Torregrande: altro che “belle realtà”, la farmacia è chiusa e il bancomat limitato.

“A Torregrande la farmacia è chiusa e il bancomat è limitato”. Lo hanno sostenuto, in una interpellanza urgente, i consiglieri comunali di Oristano, Giuseppe Puddu (Udc) e Vincenzo Pecoraro (Partito dei Sardi).

I due consiglieri della minoranza hanno presentato l’interpellanza dopo aver letto le esternazioni dell’amministrazione comunale di Oristano che, in un comunicato stampa, tra l’altro, dichiarava “…insieme agli assessori Stefania Zedda e Francesco Pinna, siamo impegnati in una serie di interventi per rendere Torregrande sempre più accogliente. In questo senso è molto importante l’apertura della farmacia da parte di un privato e l’installazione di uno sportello Bancomat, iniziative che abbiamo incoraggiato e sostenuto e che a brevissimo saranno una bella realtà”.

Puddu e Pecoraro hanno, inoltre, sottolineato “…i numerosi proclami sui social network, nei quali, l’amministrazione si è presa il merito di essersi adoperata per l’apertura di una nuova farmacia e di uno sportello bancomat, tralasciando il fatto che la richiesta per l’apertura di una farmacia, prima come dispensario farmaceutico e poi come sede vera e propria, risale a diverse amministrazioni fa, e precisamente all’amministrazione Nonnis, (sollecitata da interrogazioni e mozioni presentate dal consigliere Giuseppe Puddu), e che che ha visto il suo compimento con il Commissario Ghiani”.

I due consiglieri hanno fatto notare nell’interpellanza che la nuova farmacia della borgata (aperta a seguito del concorso regionale di assegnazione di circa 90 farmacie in Sardegna) è rimasta aperta al pubblico solo per poche settimane e adesso è inspiegabilmente chiusa, e che ad oggi a Torregrande non è stato  installato uno sportello “Bancomat” ma un “Atm”  (acronimo inglese che significa “Automated teller machine”, ovvero macchina distributrice automatica. ndr) che non eroga tutti i servizi tradizionali.

Secondo Puddu e Pecoraro, quindi, le “belle realtà“ ipotizzate e pubblicizzate con tanta enfasi dall’amministrazione comunale in carica sono del tutti inconsistenti.

“Trattandosi di servizi essenziali di pubblica utilità, indispensabili per residenti e turisti, turisti, e fondamentali per lo sviluppo della borgata marina e per la promozione del territorio – hanno sostenuto i due rappresentanti della minoranza –, è evidente che la misteriosa chiusura della nuova farmacia, così come l’assenza di un vero bancomat, sta creando un enorme disservizio sia ai residenti che ai turisti che frequentano Torregrande”.

Per questo motivo, Puddu e Pecoraro hanno chiesto al sindaco: 1) se l’amministrazione Lutzu è a conoscenza che nella marina di Torregrande sia stata aperta una farmacia e che la stessa, dopo qualche settimana di regolare attività, è stata silenziosamente chiusa senza darne alcuna comunicazione alla popolazione; 2) se l’amministrazione Lutzu è a conoscenza delle motivazioni che hanno portato alla chiusura della nuova farmacia; 3) se ritiene che le stesse motivazioni che oggi non permettono il regolare servizio della farmacia, esistessero anche nel periodo di apertura della stessa e, nel caso, quali autorizzazioni avrebbe rilasciato il comune; 4) se l’amministrazione Lutzu al fine di garantire la continuità del servizio farmaceutico, visto l’apparente immobilismo dei rappresentanti regionali del nostro territorio, non ritenga doveroso intervenire direttamente presso il presidente della Regione e l’assessore regionale dell’igiene e sanità per capire cosa stia accadendo; 5) quali sono le motivazioni che hanno spinto l’amministrazione Lutzu a far installare nella marina di Torregrande un bancomat che eroghi tutti i servizi, più volte e da tempo richiesti dalla popolazione e dallo stesso coniglio comunale, e questo anche in considerazione del fatto che, a breve, l’amministrazione dovrà procedere alla ricerca del nuovo tesoriere; 6) quali sono i costi del servizio che devono sopportare gli utenti che utilizzano l’Atm, recentemente autorizzato dall’amministrazione Lutzu, e quali costi avrebbero sopportato se l’amministrazione avesse realmente approvato l’installazione di un “bancomat” tradizionale e completo; 7) quali iniziative intendano intraprendere per risolvere le problematiche segnalate”. (I consiglieri comunali di Oristano, Giuseppe Puddu (Udc) e Vincenzo Pecoraro (PdS).

Sui conguagli regolatori a dare torto ad Abbanoa è stato questa volta il Tribunale di Sassari. Lo ha comunicato, in una nota, il segretario regionale di Adiconsum, Giorgio Vargiu. Il giudice sassarese, in una sentenza della fine di agosto, decidendo su una causa patrocinata dall’avvocato Franco Dore per un’azienda alberghiera di Alghero, hanno dichiarato che l’utente non doveva pagare le somme richieste a titolo di conguaglio regolatorio. Il Tribunale Sassarese – si legge nel comunicato ha messo in risalto la illegittimità del riconoscimento ex post di costi extra-piano o di costi maturati per il mancato raggiungimento, da parte del gestore del servizio idrico, degli obiettivi del piano. Il giudice ha, inoltre, evidenziato nella motivazione della sentenza che “…la pretesa avanzata da Abbanoa Spa è illegittima anche dal punto di vista strettamente civilistico, posto che si traduce in un’integrazione del corrispettivo che non trova alcun aggancio nel sinallagma contrattuale, in assenza di una espressa clausola che contenga i criteri di determinazione della misura del conguaglio; invero, la pretesa di Abbanoa Spa di conseguire nell’anno 2016 un conguaglio riferito all’arco temporale 2005 – 2011 si pone in netto contrasto con il principio generale della tutela del legittimo affidamento e della regola della buona fede nell’esecuzione del contratto, nella misura in cui si traduce in una modifica unilaterale del corrispettivo pattuito o comunque previsto al momento della somministrazione con riferimento a forniture già effettuate”. La pronuncia del Tribunale di Sassari – si legge nella nota dell’Adiconsum – assume ulteriore rilievo, in quanto smentisce “… l’ingannevole informazione data da Abbanoa agli utenti nel decorso mese di giugno, allorchè la stessa ebbe a diramare delle note stampa nelle quali si affermava che il Tribunale di Nuoro aveva statuito la legittimità del suo operato”.

Atto intimidatorio, a Bonarcado, contro il sindaco Franco Pinna, l’assessore alle attività produttive Giovanni Pes e un cittadino. I loro nomi sono stati scritti a caratteri cubitali sul muro di cinta del nuovo cimitero, accompagnati da una serie di croci. A diffondere la notizia è stato lo stesso sindaco, che ha denunciato il fatto ai Carabinieri del paese. “Quei nomi e quelle croci portano Bonarcado indietro di decenni”, ha scritto il sindaco sul proprio profilo Facebook spiegando che “…dei responsabili materiali di questa azione si occuperanno le forze dell’ordine, ma esistono anche dei responsabili morali, e cioè coloro che anche all’interno del consiglio comunale avvelenano il clima politico, facendo di tutto per gettare discredito sulle persone degli amministratori”.

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