Lug 23

Air Italy, il Qatar in Sardegna è come il lupo di Cappuccetto Rosso.

“Come nelle fiabe. Come in Cappuccetto Rosso. Vi ricordate la storia? Una bambina deve andare dalla nonna e la madre l’avverte: “Stai attenta al Lupo Cattivo”. Macché, lei fa di testa sua e il Lupo Cattivo se la mangia.

Per fortuna che alla fine arriva il cacciatore che tira fuori Cappuccetto Rosso dalla pancia della bestia. E tutto è bene quel che finisce bene. Nelle fiabe, però: che servono proprio a questo: ad imparare ad affrontare i pericoli della vita.

Ora, a leggere l’infantile comunicato della Regione Sardegna che per protestare contro la dirigenza di Air Italy che vuole spostare 51 lavoratori da Olbia a Milano si rivolge a Di Maio e Toninelli (e perché non a Renzi e Del Rio, che dell’operazione sono stati i veri registi e garanti?) e nientemeno che all’ambasciatore del Qatar Abdulaziz Bin Ahmed Al Malki Al Jehani (figura mitica: “È arrivato l’Ambasciatore, sui campi e sulle valli; è arrivato l’Ambasciatore, oilì, oilì, oilà”), viene da chiedersi se i nostri governanti la storia di Cappuccetto Rosso l’abbiano veramente capita.

Ma sul serio Pigliaru e soci pensavano che alla prima occasione utile il Qatar non avrebbe fatto valere lo squilibrio dei rapporti di forza? Ma veramente pensavano che la piccola Sardegna poteva trattare da pari a pari con il fondo sovrano del Qatar? Ma nemmeno immaginavano che il lupo li avrebbe mangiati in un sol boccone? Cosa pensavano, di esserseli sufficientemente ingraziati con un servile legge urbanistica, o con la concessione di un super ospedale privato che nasconde solamente una super speculazione edilizia? Pensavano veramente, Pigliaru e soci, che il lupo non li avrebbe sbranati? Eppure erano stati avvertiti. E adesso cosa pensano di ottenere supplicando penosamente l’ambasciatore del Qatar?

Il Qatar in Sardegna ha fortissimi interessi nell’ambito della sanità (Mater Olbia), del turismo (Consorzio Costa Smeralda), dei trasporti (Air Italy), dell’urbanistica (2000 ettari in Gallura). Interessi giganteschi. Quali sono le regole di ingaggio con questa superpotenza con la quale ora dobbiamo giocoforza fare i conti? Come far rispettare gli accordi? Come non farsi travolgere?

Questa questione se la devono porre tutti gli schieramenti che ambiscono a governare la Regione. Il Qatar può essere una opportunità di sviluppo se e solo se agisce all’interno di un sistema di regole che qualcuno è in grado di far rispettare. Altrimenti è soltanto Lupo cattivo, prevaricazione. O, se preferite, colonizzazione”. (Vito Biolchini, www.vitobiolchini.it).

La posizione era già nota. Ma ora, con il ddl sull’Urbanistica che sembra sempre più vicino all’ingresso in consiglio regionale, il no, se possibile, è ancora più forte. Maria Antonietta Mongiu, portavoce e promotrice del gruppo di lavoro “Materiali per un’urbanistica sostenibile”, lo ha ribadito questa mattina in conferenza stampa. “Non è vero che la Sardegna vuole questa legge. Come è possibile che ancora oggi si debbano contrattare metri cubi e metri quadri quando abbiamo 280 mila case vuote sulle coste?”. La proposta è il perfezionamento del Piano paesaggistico regionale del 2006.”Il Ppr capitalizzava le istanze di un’intera generazione che scopriva il valore delle terra e del paesaggio, era un documento di sviluppo della Sardegna – ha spiegato l’ex assessore alla Cultura della giunta Soru, che varò il Ppr – Sarebbe auspicabile l’estensione del Piano paesaggistico a tutta la Sardegna, senza differenze tra isola dell’interno e l’isola delle coste. Non vogliamo due Sardegne”. A dare manforte a Maria Annioetta Mongu, tra gli altri, l’ex presidente del Tar Sardegna, Paolo Numerico. “Questa legge – ha esordito – è contro una norma, diciamo così, di super costituzione: ci sono evidenti contraddizioni. Bisogna difendere le coste, che sono le più belle del mondo”. Durissimo anche il padre del Ppr, Gian Valerio Sanna, ex assessore regionale all’Urbanistica. ” Quella della giunta Pigliaru è una legge che parla di tutto tranne che di ambiente – ha detto Sanna -. La Regione ha responsabilità enormi, sia perchè non ha messo nelle condizioni di adottare i Puc i 300 comuni che ancora non sono riusciti ad adottarlo il Puc, sia perchè non è riuscita a mettere fine al “Piano casa”, che non ha portato alcun sostengno all’economia della Sardegna. Il presidente della Regione ha cercato di tenere buoni gli imprenditori ma questo non gli eviterà una sonora sconfitta alle prossime regionali. Senza contare poi, che il Governo impugnerà sicuramente questa legge che non ha futuro”. Al gruppo di lavoro partecipano studiosi, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, tecnici, ambientalisti, amministratori, intellettuali. Le possibili conseguenze del ddl? “Tornerebbero in pista le betoniere entro i 300 metri dal mare – denunciano i contrari alla nuova legge, contro il buon senso e l’opinione pubblica, contro le indicazioni, nazionale e internazionale, sul consumo di suolo”. Nel mirino la Regione. Da qui 10 domande da girare “con l’auspicio che quanto abbiamo prodotto fin qui convinca i nostri consiglieri a riscrivere dalle fondamenta il disegno di legge non prima di aver esteso il Ppr a tutta l’isola”. Quesiti tecnici ma il primo è in qualche modo emblematico: “Sa il Consiglio regionale se i sardi condividono il ddl, che non è frutto di un processo partecipato?”.

“Facile ora sedermi dalla parte della ragione dopo avere preso badilate di merda. Ma io ve l’avevo detto. Con la mia solita onestà intellettuale e diciamolo, anche contro i miei interessi”. Sono passati cinque mesi da quando Patrizia Cadau, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Oristano, avanzò forti critiche in merito al metodo di scelta dei canidati del M5S per le politiche 2018 .“Se invece di scegliere candidati in base alla militarizzazione del territorio – aveva scritto a febbraio Patrizia Cadau –, epurando chi ha speso anni di energie per il nostro programma, eliminando la base dai processi decisionali e favorendo candidature e ricandidature facili e pieghevoli ai diktat, ma garantendo la democrazia interna, non saremmo nelle condizioni di fare queste figure indegne. Da tutto ciò mi dissocio. Per dignità. Per aderenza a tutto ciò per cui finora mi sono spesa”. Ora, con il terremoto di Andrea Mura, “velista” del Parlamento assente per il 96% delle votazuoni alla Camera (che, peraltro, oggi è stato denunciato dal Codacons e, quindi, potrebbe rispondere di peculato), le dichiarazioni di Cadau sono diventate profetiche. “Io ve l’avevo detto”. Mario Puddu, ex sindaco di Assemini, coordinatore di M5S in Sardegna e curatore delle Politiche 2018 nell’Isola, ieri ha fatto dietrofront sul nome di Mura: “Sulla vicenda condivido completamente le parole dei capigruppo alla Camera e al Senato”. Il velista si è difeso: “Il Movimento sapeva quale sarebbe stato il mio ruolo. D’altronde, con la maggioranza schiacciante che i Cinque Stelle hanno alla Camera, che io sia presente o meno non fa alcuna differenza”. La bufera non si è di certo fermata, costringendo anche Di Maio e Di Battista a esprimersi in merito. “Non dovrebbe, doveva già dimettersi”, ha detto Di Maio, mentre di Battista ha tuonato poche ore fa: “Ci andasse pure in barca, senza essere parlamentare e restituendo gli stipendi che si è preso fino ad oggi”. (www.cagliaripad.it).

Un catamarano modello “Star Twins affondato è stato scoperto lungo la costa di Arbus. Una imbarcazione avvistata tra gli scogli di Torre dei Corsari, ma nessuna richiesta di aiuto è arrivata alla Guardia costiera. Non si esclude che si tratti di un naufragio avvenuto altrove e che il relitto sia stato poi portato dalla corrente nelle acque sarde. Verifiche in questo senso sono state avviate con le autorità di altri Paesi, la Francia in particolare. A ricevere la segnalazione prima di un bagnino, che ha recuperato in spiaggia alcuni detriti, e poi di un pescatore, è stata la Capitaneria di porto di Oristano, coordinata dal capitano di fregata Erminio Di Nardi. Sul posto sono state subito state inviate la motovedetta Cp 893 e il battello Gcb 42, oltre a un l’elicottero della Guardia costiera, mentre altro personale è stato dislocato lungo la costa. Tutta l’area è stata passata al setaccio, sia via mare che in volo, alla ricerca di eventuali superstiti, ma al momento non è stato trovato nulla. L’elicottero della Capitaneria ha lasciato poi il posto a quello della polizia di Stato. In azione anche i sommozzatori dei vigili del fuoco di Cagliari, che stanno ispezionando il fondale. Il recupero del catamarano è particolarmente difficile a causa delle avverse condizioni del mare, con onde alte fino a due metri.

Per evitare che nelle spiagge vengano lasciati i rifiuti, la soluzione è quella di vietare ai bagnanti di mangiare e bere sull’arenile. E’ stata questa la decisione del sindaco di Cuglieri, Giovanni Panichi, che ha emesso un’ordinanza destinata a far discutere. Non è la prima volta che vengono disposte misure per preservare le spiagge, tipo quella adottata a Stintino, per proteggere la Pelosa, una delle spiagge a rischio erosione, dove i turisti hanno l’obbligo di usare una stuoia sotto l’asciugamano, di lavarsi i piedi prima di andare via (per non disperdere la sabbia) e di non fumare in spiaggia. A Cuglieri, invece, per “tutelare il monumento naturale di S’Archittu”, come si legge nell’ordinanza firmata dal sindaco, Giovanni Panichi, si è deciso di vietare di portare cibo e bevande al mare, pena una multa tra i 25 e i 500 euro. “La situazione era diventata insostenibile” – ha spiegato il sindaco di Cuglieri al quotidiano La Nuova Sardegna – . Una battaglia impari contro gli incivili che nonostante i ripetuti appelli ad avere un comportamento rispettoso della natura, e in particolare dell’aera in cui si trova uno dei monumenti naturali più belli dell’isola, hanno continuato ad abbandonare rifiuti dappertutto, contribuendo alla creazione di un’immagine altamente degradata della borgata. Questi comportamenti – ha detto il primo cittadino di Cuglieri – non sono accettabili e non possono essere tollerati. D’ora in poi chi sbaglia paga”.

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