Giu 12

Il Comune di Oristano dichiara guerra alle buche.

Con i primi interventi in via Dorando Pietri, l’assessorato ai Lavori pubblici del comune di Oristano ha avviato i lavori per la riparazione delle strade della città.

“Attraverso due distinti progetti si procederà alla manutenzione straordinaria e alla messa in sicurezza delle strade urbane – hanno spiegato il sindaco Andrea Lutzu e l’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Meli -. Con il primo intervento diamo una risposta efficace all’emergenza buche.

Al momento, dopo un periodo caratterizzato da forti piogge che hanno impedito la rapida esecuzione dei lavori ed esasperato i problemi di percorribilità delle strade che già scontavano forti ritardi nelle normali manutenzioni, quella delle buche nelle strade è una delle maggiori criticità. Lo sanno bene tutti gli oristanesi, e lo sappiamo anche noi che abbiamo assegnato la massima priorità a questo tema.

Inoltre, in questi giorni si sta concludendo la gara d’appalto per l’assegnazione del progetto da mezzo milione di euro per la bitumatura delle strade, stralcio di un progetto da 2 milioni 292 mila euro, finanziato dall’assessorato ai lavori pubblici della Regione, che riguarda i lavori di manutenzione e risanamento della viabilità urbana, strade e marciapiedi”.

Nei prossimi giorni, piogge permettendo, il comune interverrà in numerosi punti della rete stradale urbana per tappare le buche e ripristinare quei tratti che hanno ceduto in maniera più evidente. “Attraverso un’impresa esterna, che si è aggiudicata un appalto da 25 mila euro, effettueremo ripristini con bitume a caldo, risolvendo definitivamente il problema – ha sottolineato l’assessore Meli -. Contemporaneamente, gli operai del cantiere comunale proseguiranno con gli interventi a freddo. Le due tipologie di lavori si integrano, cercando di far fronte alle situazioni più gravi. Partiamo da un report circostanziato sulle condizioni della rete stradale della città e delle frazioni.

Da questo appalto sono escluse, ovviamente, le strade che tra qualche settimana saranno oggetto del progetto da 480 mila euro che va in appalto in questi giorni. Quelle strade saranno oggetto di un intervento più radicale e saranno completamente scarificate e bitumate. Si tratta di arterie in cui la percorribilità è compromessa dalle precarie condizioni del manto stradale e della segnaletica orizzontale e verticale; in alcuni casi più gravi, risulta compromessa anche la stessa struttura della carreggiata”. Dopo questo primo intervento, la giunta Lutzu conta di intervenire con un piano generale da quasi 2 milioni 300 mila euro per mettere finalmente ordine al sistema viario urbano.

La Sardegna è l’unica regione italiana priva di rete di distribuzione del gas naturale e, senza dubbio, nel corso dei decenni è stato un forte elemento negativo sotto il profilo economico-sociale. Da nessun gasdotto, tramontata fortunatamente l’ipotesi di derivazione dal progetto di gasdotto Galsi, ora in campo vi sono ben quattro progetti di gasdotto per l’Isola. Che cosa sta accadendo? A livello europeo è noto come salami slicing, cioè la furbesca divisione di un unico progetto per attenuarne il previsto impatto ambientale. E’ una prassi vietata, anche secondo la costante giurisprudenza comunitaria e nazionale. Ed è quello che sta accadendo in Sardegna da un anno a oggi in relazione ai progetti della Società Gasdotti Italia spa e Snam Rete Gas spa per la realizzazione della dorsale di trasporto del gas naturale (metano) e delle relative derivazioni. Le due società hanno furbescamente presentato istanza per avviare i rispettivi procedimenti di valutazione di impatto ambientale (Via) prima per il tronco centro-meridionale dell’Isola (Città metropolitana di Cagliari e Province del Sud Sardegna e di Oristano), poi per il tronco centro-settentrionale (Province di Sassari e di Nuoro). Prima i procedimenti di Via erano di competenza regionale, poi, in seguito al decreto legislativo n. 104/2017, sono divenuti di competenza nazionale, quindi sono stati riassunti presso il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Non solo. Sarebbe necessario valutare gli impatti cumulativi dei due diversi progetti, di fatto alternativi, nonostante gli annunci di accordi finora non formalizzati fra le società energetiche interessate. In caso diverso, la Sardegna passerebbe da nessuna rete metanifera a ben due reti metanifere concorrenziali. L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, pertanto, inviato (11 giugno 2018) un nuovo atto di intervento nei quattro procedimenti di Via, relativi ai rispettivi progetti di gasdotto, al Servizio valutazioni ambientali del Ministero dell’Ambiente, chiedendone la dichiarazione di improcedibilità per la mancata valutazione integrale e cumulativa degli impatti ambientali. Il gas naturale è una fonte di energia di origine fossile, come il carbone e il petrolio, il cui utilizzo comporta l’emissione di gas serra e di altri inquinanti atmosferici, però in misura sensibilmente inferiore rispetto agli altri combustibili fossili. Infatti, a parità di energia prodotta, la combustione del gas naturale emette circa il 75% dell’anidride carbonica (CO2) prodotta dall’olio combustibile e circa il 50% di quella prodotta dal carbone. Nell’attuale fase di transizione dal presente sistema energetico mondiale imperniato sulle fonti fossili al futuro sistema basato sulle fonti rinnovabili, il gas naturale rappresenta certo un’utile soluzione temporanea. In tal senso, l’impiego del gas naturale, in sostituzione di altre fonti fossili come derivati petroliferi e carbone, appare senza dubbio auspicabile. Attualmente (dati piano energetico ambientale regionale) in Sardegna abbiamo i seguenti dati relativi alle fonti di produzione energetica: 78% termoelettrica, 11% eolica, 5% bioenergie, 5% fotovoltaico, 1% idroelettrico.  Fonte termoelettrica: 42% carbone; 49% derivati dal petrolio; 9% biomasse. L’utilizzo del gas naturale sarebbe conveniente sul piano ambientale ed economico, qualora sostitutivo del carbone e dei derivati dal petrolio. Tuttavia, oltre il 46% dell’energia prodotta “non serve” all’Isola e viene esportata. Quindi, o il metano sostituisce altre fonti fossili più inquinanti (petrolio e derivati, carbone) oppure è semplicemente dannoso. In ogni caso, la realizzazione di un unico gasdotto deve avere il minimo impatto sull’ambiente e sui contesti economico-sociali interessati. Di altri scempi ambientali non se ne sente proprio il bisogno. (Gruppo d’Intervento Giuridico onlus).

“Da prima del suo varo, questo governo è ombrato da insistenti allusioni riguardo le differenze che dividerebbero il MoVimento dalla Lega; allusioni cariche della speranza che il Governo Conte sia destinato a naufragare il più presto possibile. Eppure nessuno ha mai negato l’esistenza di caratteri distintivi, spesso definiti “anime incompatibili”, da chi gufa il governo e lo rappresenta come una sorta di match continuo con Salvini. Ma li lascio volentieri alle loro difficoltà nell’etichettarci, frutto di una miopia ormai più che strutturata. In realtà la sfida che stiamo vivendo è esattamente l’opposto di ciò che viene propagandato dalla sinistra frou frou; quella che si è dimostrata tanto cinica da costruire il caos per poi criticare le mosse di chi cerca di disinnescarlo con ipocriti appelli alla parola solidarietà. La stessa che definisce “ospitalità” l’ammasso di anime, poi lasciate cinicamente nelle mani del caporalato; triste frutto di accordi balordi con gli altri paesi europei, che ha finito per far male a tutti nel nostro Paese. Il governo Conte sopporta e sopporterà con facilità questa propaganda, proprio perché riunisce due espressioni diverse del comune bisogno di restituire al nostro paese un ruolo autorevole in Europa. Ed è proprio questa la sfida più intrigante e aderente all’espressione popolare del 4 marzo. L’istanza della maggioranza degli italiani, ridiscutere il posto dell’Italia nel mondo, non è stata soffocata dalle differenze fra noi e la Lega, permettendo al benpensantismo di dividerci. Sarà proprio una sintesi fra simili nella differenza a generare un modello di governo assolutamente nuovo: invece che occupare palazzo Chigi con soggetti in palese conflitto di interessi con ciò che era necessario per il paese abbiamo costruito un governo riunendo chi discute su come e cosa fare di meglio per l’Italia”. (Beppe Grillo, www.ilblogdellestelle.it).

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