Apr 20

Cadavere di una donna ritrovato nel litorale di Santa Giusta.

E’ giallo a Santa Giusta, per il ritrovamento del corpo di una donna sulla spiaggia di Abba Rossa. Gli esami del medico legale eseguiti ieri notte avrebbero già escluso l’ipotesi di una morte violenta, ma il decesso della donna resta ancora un mistero.

Secondo i primi accertamenti dei Carabinieri della Compagnia di Oristano, il cadavere è quello di una donna di circa cinquanta anni e quasi certamente di un paese dell’Europa dell’Est. Il cadavere è stato trovato a qualche centinaio di metri dai moli del porticciolo di S’Ena Arrubia. La donna indossava sotto i vestiti un costume da bagno.  Elementi che potrebbero aiutare a risolvere il mistero e, forse, a dare una identità alla donna.

L’autopsia non ha però portato alcun contribuo alla soluzione del giallo, tranne il giorno del decesso che il medico legale ha fatto risalire a giovedì scorso. Sul corpo della donna, come detto, non ci sono segni di violenza, e la Procura di Oristano ha chiesto che vengano effettuati anche gli esami tossicologici, per vedere se la morte possa essere attribuita ad altre cause, oltre a quella naturale.

Per il momento, quindi,  il mistero permane. Molti hanno ipotizzato che la donna potesse essere una badante, ma non risulta finora che sia stata presentata alcuna denuncia di sparizione in Questura o ai Carabinieri.

Pd sardo a pezzi, con le correnti che si leccano le ferite e continuano a litigare tra loro. Non una sola analisi seria, una riflessione ponderata è scaturita della pesante sconfitta, ma una serie di autoassoluzioni e palliativi che non portano da nessuna parte, proposti da una classe dirigente che se avesse un pò di dignità dovrebbe dimettersi in massa.  L’ultima diatriba interna riguarda l’ennesima questione di lana caprina, la convocazione dell’assemblea regionale che, nonostante le richieste di rinvio, dovrebbe svolgersi regolarmente. Lo ha confermato la presidente, Laura Pulga, che ha ricevuto due lettere, una dei cosiddetti renziani (e non si capisce con quale stomaco si possa essere seguaci del politico più perdente della storia. ndr) e una dell’area Cabras, per far slittare l’appuntamento in programma all’hotel Su Baione, nella zona del Nuraghe Losa, ad Abbasanta. “Sarà l’occasione per iniziare una discussione sul futuro del partito e per pianificare altre assemblee da tenersi nei prossimi giorni – ha spiegato Pulga -. D’altra parte, non è semplice fermare un’organizzazione già avviata”. L’organismo era stato convocato il 16 aprile scorso, su richiesta di 45 componenti dell’area Soru. Il segretario Giuseppe Luigi Cucca, impegnato in una riunione di partito a livello nazionale, ha chiesto un rinvio al 27 aprile, con prosecuzione per il 4 maggio. Lo stesso ha fatto l’area Cabras, ma per un motivo diverso. “Ci sono fatti nuovi da valutare – ha detto Silvio Lai -. La richiesta è quella di uno spostamento ad una data breve ma condivisa per porre un altro punto all’ordine del giorno: il tema della convocazione di un referendum degli iscritti, previa discussione aperta nei circoli, sulla nascita di un partito sardo connesso al Pd attraverso il ricorso all’articolo 13 dello statuto. Un partito federato che sia parte di una nuova coalizione sarda e che partecipi alla discussione del rinnovamento della sinistra italiana ma da un punto di vista che metta al centro i bisogni e le speranze dei sardi”. Come volevasi dimostrare: ridipingere la facciata per lasciare tutto com’era all’interno. La cocente sconfitta elettorale anche al Pd sardo non ha insegnato assolutamente nulla.

Giampaolo Lilliu, presidente dell’Associazione regionale ex esposti amianto, è tra i vincitori del premio “Vivaio Eternot” (“Eternot” è il parco comunale nato dalla demolizione e dalla bonifica del territorio dove sorgeva la fabbrica Eternit di Casale Monferrato). Il premio, assegnato a Lilliu dall’amministrazione comunale di Casale Monferrato, è riservato a tutti coloro che si sono particolarmente distinti per l’impegno profuso nella cura, la ricerca, la diffusione dell’informazione e in importanti e significative azioni di bonifica nelle battaglie sociali e legali legate ai danni causati dall’amianto. Questa la motivazione della giuria: “Giampaolo Lilliu di Oristano, ex operaio Sardit, e oggi presidente della sezione provinciale dell’Associazione ex esposti amianto, da anni combatte perché il suo territorio venga risanato dall’amianto, e affinché quello di Oristano diventi Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche con due stabilimenti che, a poca distanza l’uno dall’altro, trasformavano l’asbesto: la Sardit e la Ce.Ma.”. “Il premio – si legge in una nota diffusa dall’Associazione ex esposti amianto – ripaga 40 anni di battaglie e di lotta di civiltà a salvaguardia della salute e in difesa dell’ambiente dal rischio amianto che l’associazione ha sostenuto. Il presidente Lilliu si dice onorato di aver ricevuto tale riconoscimento a livello nazionale. Riconoscimento che condivide con tutti i soci, i simpatizzanti, la stampa, e con tutti coloro che hanno supportato le iniziative della Associazione”. Giampaolo Lilliu ritirerà il premio, a Casale Monferrato, il 28 aprile, “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto”. A Oristano, la ricorrenza si terrà invece il 12 maggio, in concomitanza con le premiazioni del concorso “Amianto e le scuole”, promosso dall’Associazione ex esposti amianto e riservato agli studenti del territorio oristanese.

I Carabinieri di Oristano hanno ricordato Umberto Erriu, il Carabiniere di Oristano ucciso a Bologna nel 1988 dalla banda della “Uno bianca”. Nella piazzetta di via Messina dedicata al giovane militare dell’Arma, alla presenza della madre di Erriu, del colonnello Vincenzo Bono vicecomandante della Legione Sardegna, del colonnello Luciano Paganuzzi, comandane provinciale dei Carabinieri di Oristano, del sindaco Andrea Lutzu, del prefetto Giuseppe Guetta e del questore Aliquò, è stata deposta una corona in memoria di Umberto Erriu. Alla cerimonia erano presenti anche gli alunni delle scuole elementari di Sa Rodia che hanno realizzato dei disegni per ricordare Umberto Erriu.

E’ partita sabato scorso, a Oristano, una raccolta firme per chiedere al sindaco l’emissione di un’ordinanza che vieti il fenomeno dell’accattonaggio molesto. I banchetti, organizzati da “Casa Pound”, saranno allestiti, in piazza Roma, sabato 21 e domenica 22 aprile, dalle 9 alle 13. “La petizione popolare ha già portato un buon numero di adesioni alla proposta, dovuta al radicamento del fenomeno in città – ha spiegato il responsabile regionale Fabio Corrias –, spesso esercitato in maniera molesta nelle vicinanze di luoghi pubblici o all’esterno di esercizi commerciali, rappresentando un fattore altamente impattante e fortemente degradante, che in alcuni casi potrebbe celare storie di sfruttamento. Per questo proponiamo, insieme alle firme dei cittadini, che il sindaco emetta un’ordinanza di divieto nel territorio comunale di Oristano, rilevando il disagio provocato nell’area urbana ai danni di persone vulnerabili come anziani, minori e disabili. Proponiamo che la Polizia locale – ha aggiunto Corrias –, qualora accerti la presenza di persone dedite all’accattonaggio molesto, provveda all’identificazione, segnalandoli alle autorità competenti per le necessarie valutazioni in ordine alla sussistenza o al venir meno dei requisiti necessari per la permanenza delle persone identificate nel territorio nazionale”. (sardegna.admaioramedia.it).

Lunedì 23 aprile, alle 18.30, presso la Pinacoteca comunale “Carlo Contini”, in via Sant’Antonio, a Oristano, nell’ambito della “Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, Maurizio Casu presenterà il libro “Il Gioiello. Nella storia, nella moda, nell’arte”, Europa Edizioni. Video mapping di Maurizio Casu, lettura a cura di Paola Aracu.

Una speciale Malvasia di Bosa, prodotta dagli acini ammuffiti e maturata interrata, è stata uno dei prodotti che maggiormente ha incuriosito i visitatori del Vinitaly. La proposta del vino sperimentale arriva da Silattari, cantina all’avanguardia che si distingue per le sue produzioni innovative. La malvasia di Bosa Botrytis Cinerea, è l’ultimo esperimento nato in casa Silattari grazie a Giada, la più giovane dell’azienda, 20 anni, iscritta al corso di Scienze biomediche e biotecnologie dell’Università di Sassari. In precedenza i Silattari si erano distinti per essere stata l’unica cantina che produce la Malvasia di Bosa Dop Spumante dolce (certificata grazie a loro con un preciso disciplinare codificato dalla Camera di Commercio di Nuoro e Oristano), che gli è valso il diploma di medaglia d’argento nel 2008, la medaglia di bronzo nel 2009 e Gran Menzione nel 2014 proprio al Vinitaly. Mentre in Expo hanno conquistato il premio dell’Innovazione aziendale 2015 di Coldiretti Sardegna. “Quest’anno stiamo sperimentando la malvasia ottenuta dagli acini in cui si è sviluppata la Botrytis Cinerea – spiega Giada Porcu -. Si tratta di un marciume nobile che si sviluppa in condizioni climatiche particolari, in cui si alternano giornate soleggiate (che consentono il proseguimento della maturazione “tradizionale” dell’acino) e notti tiepide, umide e nebbiose, che facilitano invece lo sviluppo della muffa. Questa muffa nobile riprogramma il metabolismo dell’uva provocando un sostanziale accumulo di aromi e sapori, che sono proprio gli elementi chiave dei vini dolci prodotti da uve botritizzate. Si tratta di una produzione di nicchia, a numero limitatissimo, che non può essere programmata proprio perché dipende dal clima”. L’altra grande novità di questa nuova malvasia è che la maturazione avviene a contatto con la terra che l’ha prodotta. Le bottiglie infatti, coperte di ceralacca e con una antenna, vengono interrate in vigna. “In passato la cantina di cui faccio parte ha sperimentato con successo la maturazione della malvasia sott’acqua nel mare – continua la giovane viticoltrice -. Adesso abbiamo pensato ad un ritorno nel grembo materno per garantire la migliore maturazione di questa speciale malvasia. Ed infatti le due bottiglie presenti al Vinitaly sono arrivate con la terra sarda della vigna Silattari”.

E’ nata in Sardegna la prima squadra regionale di calcio di IV categoria, composta da giocatori con disagio psichico e gemellata con la squadra del Cagliari calcio. L’obiettivo è quello di inserire la disabilità nel sistema calcio, permettendo anche agli atleti dilettanti di confrontarsi con professionisti e avere accesso al mondo dello sport agonistico. Il progetto è scaturito dal protocollo d’intesa firmato a livello nazionale da Ministero dello Sport e Figc (Federazione italiana gioco calcio), che hanno concordato di inserire all’interno della Federazione le associazioni dilettantistiche special, attraverso la creazione o l’adozione di una squadra di IV categoria da parte di un club professionistico. Così, a quarant’anni dall’approvazione della legge Basaglia, che aveva disposto la chiusura dei manicomi e dato il via all’umanizzazione dei trattamenti nei confronti dei pazienti psichiatrici, anche il mondo dello sport si apre al mondo del disagio mentale. Per la Sardegna, il Dipartimento di Salute mentale e dipendenze (Dsmd) della Ats-Assl Oristano, pioniere nella sperimentazione dello sport come terapia e promotore del campionato regionale “Un calcio ai pregiudizi” nella stagione sportiva 2017/2018, è stato incaricato dalla Figc di convocare tutte le squadre e gli atleti alla selezione per la creazione di una squadra regionale di IV categoria da gemellare con la squadra rossoblù. Selezione che si è svolta lo scorso 7 aprile, a Sa Rodia, nei campi della Figc di Oristano. “Il mandato del progetto – hanno spiegato dal Dipartimento di Salute mentale oristanese – è quello di dare risposte alla richiesta degli atleti con disagio mentale, che in alcuni casi hanno tutte le prerogative per poter giocare a livello agonistico e che, grazie allo sport, hanno una concreta opportunità di inserimento lavorativo e sociale. Il protocollo prevede infatti, di occupare gli atleti con disagio anche in contesti lavorativi”. Si tratta di una iniziativa che sta vedendo una forte espansione a livello nazionale e internazionale, espressione di un calcio pulito, capace di abbattere le barriere del pregiudizio e lanciare un forte messaggio di inclusione sociale a chi segue il mondo del calcio. Un’attività, quella della sport-terapia, che il Dipartimento di Salute mentale di Oristano ha promosso con successo da molti anni, attraverso la squadra dei Fenicotteri, associazione sportiva dilettantistica che allena settimanalmente circa quaranta atleti, tre dei quali sono stati selezionati per i primi mondiali di calcio a cinque dedicati all’inclusione sociale, disputati a Osaka nel 2016 (un’avventura raccontata nel docu-film vincitore del David di Donatello “Crazy for football” e nell’omonimo libro) e che ripeteranno l’esperienza nei prossimi mondiali “Dream World Cup” che si terranno a Roma dal 13 al 18 maggio.

 

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