Gen 12

Sartiglia 2024 senza tribune in via Mazzini con libero accesso per assistere alle Pariglie.

Per la prossima edizione della Sartiglia si potrà assistere liberamente alla corsa delle pariglie in via Mazzini.

La Fondazione Oristano, in fatti, non posizionerà le otto tribune che da anni accoglievano circa mille spettatori per ciascuna delle due giornate. Verrà, quindi, consentito il libero accesso al pubblico che, nei limiti numerici imposti dalle norme, potrà assistere in piedi, da dietro le transenne alle evoluzioni dei cavalieri.

La proposta, formulata nei giorni scorsi dal sindaco Massimiliano Sanna e accolta all’unanimità dal Comitato Sartiglia, in seno alla Fondazione Oristano, ha avuto il parere positivo del responsabile tecnico della Sartiglia, l’ingegner Cristian Licheri, a cui era stato affidato il compito della verifica tecnica.

I riscontri hanno consentito di accertare che, per la conformazione dei percorsi e le previsioni dell’apparato di sicurezza, l’eliminazione delle tribune, finora dislocate in piazza Roma e via Mazzini fino a piazza Mariano, non comporta modifiche significative.

Per la Corsa delle Pariglie c’è dunque un ritorno al passato, quando oristanesi e turisti potevano assistere liberamente alla manifestazione.

La decisione, che per il 2024 ha un carattere sperimentale, da un lato permette di tornare all’antico spirito della festa di popolo, dall’altro consente di tenere in considerazione le osservazioni degli operatori commerciali che hanno sempre lamentato la forte limitazione alle rispettive attività a causa della prolungata presenza delle tribune.

Nell’allestimento dei percorsi la Fondazione Oristano terrà comunque conto delle esigenze di particolari categorie, quali, ad esempio, fotografi, giornalisti ed emittenti televisive, Gremi e disabili.

Alla strampalata proposta di Renato Soru, che ha chiesto ad Alessandra Todde un passo di lato, la risposta della candidata del “campo largo” del centrosinistra è stata abbastanza prevedibile. Nella trasmissione condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro “Un giorno da pecora” su Rai Radio Uno, Alessandra Todde ha sottolineato di avere “…un campo ben definito, quello del centrosinistra, in cui Soru ha militato fino a qualche giorno fa da fondatore del Pd. Semmai gli chiedo io di rientrare all’interno della coalizione, visto che sta portando avanti un progetto politico che ha tantissimi punti di unione con noi; prenda un voto in più rispetto al Pd e al M5S e in questo modo potrà essere incisivo”.
Alessandra Todde ha poi ribadito che non ha senso parlare ancora di primarie. “A 45 giorni dalle elezioni per le primarie mi pare tardi; sono state discusse al tavolo, anche in maniera accesa, poi tutte le forze politiche hanno deciso di non farle”.
Come mai, è stato chiesto aIl’esponente dei Cinquestelle, il M5S che basava tutto sulle consultazioni online ora non le fa? “Siamo in una coalizione – ha risposto Todde – e ci siamo dati delle regole condivise che vanno rispettate”.
Altra domanda: Se Soru accogliesse il suo invito ci sarebbe per lui un ruolo? “Se ci fosse la volontà di rientrare le modalità si trovano – ha detto la pentastellata -, perchè l’obiettivo è cambiare la Sardegna, unire le forze per far sì che questo disastro fatto dal centrodestra non continui”.
Quanto all’invito a un confronto pubblico con l’ex governatore, Alessandra Todde ha precisato: “Credo nei confronti, ma non le corride con le pentole e l’applausometro. È importante concordare le regole, ma non ho paura del confronto, mi confronto con chiunque”.
Christian Solinas o Paolo Truzzu? “Se si candidano tutti e due ci fanno un bel regalo”, ha ironizzato la candidata del “campo largo” a traino Pd-M5S. Come ho già detto, possono candidare anche Biancaneve, ma non pensino di prendere distanza dai disastri che hanno fatto. La responsabilità di tutte le mancanze della maggioranza guidata da Solinas è collettiva, di tutte le forze politiche che l’hanno composta, perciò chiunque sia il candidato non avrò paura del confronto”.
Il nome non è, quindi, fondamentale? “Basta guardare la posizione di Solinas nel ranking sul gradimento dei presidenti di Regione – ha sottolineato l’ex viceministro di Conte – con l’ultimo posto che la dice lunga sul sentimento dei sardi, e per Truzzu, da sindaco, vale lo stesso discorso”.
Ma a ostacolare la corsa nel centrosinistra c’è Soru. “Posso vincere anche con lui in campo”, ha risposto Todde, e sulla coalizione che la sostiene (14 liste tra partiti e movimenti) ha confermato che si tratta di “…una coalizione di centrosinistra con tante componenti, ma niente terzo polo, ci fermiamo prima”.
Coma mai Azione di Calenda ha deciso di appoggiare Soru? “Calenda passando il mare ha cambiato idea per un calcolo elettorale – ha detto Alessandra Todde -; quando ero sottosegretaria allo Sviluppo Economico fece un endorsement pubblico per dire quanto ero brava nonostante fossi del M5S, ora invece ha cambiato idea”.

“Quella di ieri (ad appena 46 giorni dalle elezioni regionali) è stata una giornata importante: a certificare la definitiva la spaccatura del centrosinistra, in tutta Cagliari (e immagino in altri centri dell’isola) sono apparsi i manifesti elettorali di Renato Soru. Cupi: dominati da un grigio deprimente e con uno slogan presuntuoso: “Siamo di più”. No, non siete di più. Ed è questo il punto, il bivio cui Soru e il suo schieramento ora si trovano. La fuoriuscita dei Progressisti dalla Coalizione Sarda (a loro modo coerenti, perché con lo stesso sfacciato opportunismo con cui avevano lasciato Alessandra Todde per Soru, dopo pochi mesi hanno fatto il percorso inverso) è stato un brutto colpo. Perché ora nessuno può infatti ragionevolmente credere che Soru possa vincere le elezioni. A mio avviso neanche con i Progressisti ancora con l’ex presidente lo si sarebbe potuto dire, ma adesso sarebbe difficile trovare anche qualcuno in grado di dare credito ad una simile affermazione. E infatti lo stesso Soru è passato dal “Vinceremo con il quaranta per cento” ad un più cauto “Non facciamo calcoli elettorali”. E invece un po’ di calcoli Soru e la sua coalizione se li dovrebbero fare. Certo, io rimango dell’avviso che l’unico vero grande obiettivo di Soru sia, fin dall’inizio, solo quello di far perdere il centrosinistra a trazione Pd-Cinquestelle. Obiettivo poco onorevole, che infatti è stato poi nascosto da altri due obiettivi dati in pasto all’opinione pubblica: la vittoria delle elezioni (chiaramente oggi irraggiungibile) e la creazione di un nuovo soggetto politico. Anche nel comunicato con cui si è preso atto dell’addio dei Progressisti, lo si è ribadito a chiare lettere: “La Coalizione Sarda unita va avanti nel suo progetto di costruzione di una forza politica sarda, alternativa alla destra e al populismo giustizialista, antidemocratico e antieuropeo. Andiamo avanti con ancora più forza e determinazione in un progetto che non guarda solo al prossimo appuntamento elettorale ma al futuro della Sardegna”. Quindi, provando a ricapitolare, possiamo dire che sicuramente Soru ha ancora la forza per riuscire nel suo primo intento (ovvero far perdere il centrosinistra): è lui “l’ego della bilancia” di queste elezioni. Ma per provare a far nascere un nuovo soggetto politico deve necessariamente piazzare qualche consigliere regionale, ovvero sperare che le sue liste superino lo sbarramento del dieci per cento. Le cinque liste in campo (Progetto Sardegna, Liberu, Vota Sardigna, Rifondazione e Upc-Più Europa) potrebbero ragionevolmente non farcela. Ed ecco dunque il bivio. Da una parte, Soru può spingere sulla sua figura con l’intento per togliere quanti più voti alla Todde (le elezioni le vincono infatti i candidati alla presidenza) e raggiungere così il suo primo obiettivo. In questo modo però non è detto che le liste che lo sostengono (debolissime), superino il dieci. Dall’altra parte, preso atto dell’impossibilità di vincere, Soru potrebbe allora presentare una lista unica, che invece di slancio supererebbe lo sbarramento, in questo caso fissato al cinque per cento. Sicuramente la Coalizione Sarda porterebbe un numero interessante di consiglieri regionali e il progetto di un nuovo soggetto politico tutto sardo potrebbe partire più agevolmente. Soru si trova davanti allo stesso dilemma di Michela Murgia dieci anni fa. Quella esperienza dovrebbe farlo riflettere. Ma saranno gli eventi a farci capire se l’ex presidente è veramente cambiato come dicono quelli che hanno mutato idea sul suo conto (non io, chiaramente). Ma il bivio è lì. Se punta solo sulla sconfitta del centrosinistra, focalizza la campagna su se stesso ma deve accendere un cero per sperare che le sue liste superino il dieci. Se invece ha cuore prima di tutto il progetto politico futuro, fa una sola lista e piazza diversi consiglieri regionali (ad esempio, i Cinquestelle nel 2019 rimasero di poco sotto il dieci e ottennero sei seggi) e il suo progetto parte di sicuro. Sarebbe un atto di lungimiranza e, soprattutto, di generosità. A pensarci bene, una cosa nuova per lui. Post scriptum:  Dopo aver pubblicato questo post, ho appreso della richiesta avanzata da Soru a Todde di fare entrambi un passo indietro e trovare un nome terzo. Posto che vorrei sapere qual è l’opinione degli indipendentisti della Coalizione Sarda a riguardo, mi sembra che questo sia solo un maldestro tentativo (che avevo già prefigurato due mesi fa in questo post) per far saltare la candidatura dell’esponente dei Cinquestelle. Ma non è solo questo ciò che la mossa di Soru ci racconta, è anche di più: con la reiterazione di una proposta già superata dagli eventi (come quella di un incontro pubblico), Soru mostra tutta la sua debolezza. Evidentemente, chi ha più paura di tutti dell’esito delle urne è proprio lui”. (di Vito Biolchini, dal sito vitobiolchini.it).

Sabato 13 gennaio, alle 17.30, al Teatro Garau di Oristano, la candidata alla presidenza della Regione per il “campo largo” del centrosinistra, Alessandra Todde, incontrerà i cittadini per una serata di dialogo, partecipazione e confronto. “Abbiamo bisogno di sentire la vostra voce – ha detto Alessandra Todde – e conoscere le vostre proposte per la valorizzazione e la crescita del territorio. Abbiamo bisogno di tutti per mandare a casa questa giunta di centrodestra. Adesso è il momento del NOI. Non mancate”.

L’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano e la Fondazione Oristano, lunedì 15 gennaio, alle 19, all’Antiquarium Arborense, organizzano un nuovo “Aperitivo Archeologico” con una conferenza dal titolo “Sardi e Fenici nel Sulcis nella prima età del Ferro”. La conferenza rientra nel ciclo di seminari “La Sardegna nel Mediterraneo tra prima età del ferro ed età arcaica”. Il relatore sarà l’archeologo Michele Guirguis dell’Università di Sassari. Il Museo Antiquarium Arborense associa alla presentazione anche un aperitivo, al costo di 5 euro. È necessaria la prenotazione al numero di telefono 0783 791262, via mail all’indirizzo visiteguidate@fondazioneoristano.it, o tramite WhatsApp al  3756188060.

Nessun segno evidente di percosse, ma il corpo in avanzato stato di decomposizione non ha consentito un’analisi completa. Bisognerà attendere i risultati degli esami istologici per capire come è morto Stefano Dal Corso, il detenuto romano, di 42 anni, trovato privo di vita, il 12 ottobre del 2022, in una cella del carcere di Massama-Oristano. Una morte archiviata come suicidio. Ma alla versione che Stefano Dal Corso si fosse impiccato la sorella Marisa, assistita dall’avvocato Armida Decina, non ha mai creduto. I magistrati sardi hanno così riaperto l’inchiesta; l’ipotesi di reato è ora quella di omicidio a carico di ignoti. Oggi, all’ospedale Gemelli di Roma, il medico legale Roberto Demontis ha eseguito l’autopsia richiesta dalla Procura di Oristano e negata per sette volte all’avvocato Decina e alla famiglia. La salma non era in condizioni ottimali, per questo l’autopsia non può ancora sciogliere i dubbi sul decesso. Sono stati eseguiti i prelievi sulla cute per effettuare l’esame istologico. I risultati si avranno tra 90 giorni e solo allora si conosceranno le cause della morte. Tra due mesi, invece, arriveranno le relazioni dei consulenti nominati dalla famiglia: il medico legale Claudio Buccelli, l’ematologa forense Gelsomina Mansueto e l’esperto tossicologico Ciro Di Nuzio, che oggi hanno partecipato agli accertamenti necroscopici. Prima dell’autopsia, è stata eseguita anche una tac. Il caso era stato riaperto a settembre dell’anno scorso, grazie alle rivelazioni della moglie di un detenuto, raccolte dalla sorella della vittima. La vera svolta però è arrivata nelle ultime settimane con una nuova rivelazione di un supertestimone, raccolte anche queste da Marisa Dal Corso e depositate in Procura. Si tratta di un agente penitenziario, secondo il quale Stefano Dal Corso è stato ucciso perchè aveva sorpreso accidentalmente due agenti durante un rapporto sessuale. Il detenuto sarebbe poi stato portato in una cella e ucciso a manganellate, quindi colpito con una spranga per provocare la rottura dell’osso del collo e simulare il suicidio per impiccagione.

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