Mar 29

Oristano modello di gestione della raccolta differenziata per i comuni spagnoli.

Il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti praticato a Oristano diventa un esempio per i comuni spagnoli della Comunità Valenciana.

Oggi, una delegazione di 25 comuni spagnoli è in visita in città per conoscere le buone pratiche della raccolta differenziata dei rifiuti. Insieme a loro anche diversi tecnici e funzionari dell’Associazione valenciana dei municipi per la raccolta porta a porta.

“Siamo qui per prendere ispirazione dal modello di gestione dei rifiuti e nello specifico del sistema del porta a porta praticato a Oristano che ha portato a ottimi risultati con percentuali di raccolta differenziata che superano l’80% – spiega Txema Pelaez Palazon, presidente dell’Associazione Valenciana dei municipi per la raccolta porta a porta -. È un modello che ci è sembrato molto interessante e che vorremmo trasferire e replicare nella nostra realtà. Per questo l’incontro di oggi è importante: vogliamo acquisire le necessarie conoscenze di questo modello di gestione per poterlo implementare e adattare al nostro territorio. Una delle iniziative che ci sono sembrate più interessanti è quella del centro del riuso che permette ai cittadini di conferire vecchie strumentazioni a cui è possibile dare nuova vita mettendole a disposizione di altri cittadini”.

Ad accogliere la delegazione spagnola, nella sala consiliare del Comune, a palazzo degli Scolopi, il sindaco Massimiliano Sanna e l’assessore all’Ambiente Maria Bonaria Zedda, che insieme ai tecnici comunali hanno illustrato le caratteristiche del servizio di raccolta differenziata attivo in città.

“Ci fa piacere che Oristano venga presa ad esempio per il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti – ha detto il sindaco Sanna, porgendo il benvenuto agli amministratori spagnoli -. Per arrivare ai risultati di oggi, che ci vedono stabilmente all’80% di raccolta differenziata, siamo partiti da lontano. È un percorso iniziato 15 anni fa, che ha avuto per protagonisti il Comune, l’azienda che cura il servizio e, soprattutto, i cittadini che si sono dimostrati molto sensibili al tema. I risultati raggiunti sono stati riconosciuti più volte da indagini e statistiche condotte da autorevoli soggetti nazionali come Il Sole 24 ore e Legambiente e ci convincono della bontà del lavoro svolto”.

“Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti e che Oristano sia un modello a cui altre realtà intendono ispirarsi, ma possiamo e vogliamo fare ancora meglio – ha aggiunto l’assessore Maria Bonaria Zedda -. Siamo costantemente impegnati sul tema del rispetto dell’ambiente, del miglioramento della raccolta differenziata e dell’igiene urbana. Proprio sull’igiene e decoro urbano sono concentrati i nostri sforzi, dal punto di vista dell’attività del gestore del servizio, della sensibilizzazione dei cittadini attraverso apposite campagne di comunicazione, ma anche con attività di controllo per punire chi trasgredisce, ma anche soprattutto per indurre tutti a rispettare le regole”.

Nel corso dell’incontro, il dirigente comunale dello Sviluppo del territorio Giuseppe Pinna e il direttore dell’esecuzione contratto per l’appalto dei servizi igiene urbana Omar Lardieri hanno illustrato le caratteristiche del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti e l’incremento delle percentuali di raccolta salite dal 67,88% del 2010 all’80,57% del 2022 a fronte di una media regionale del 74,9%.

Nel pomeriggio, dopo una visita guidata nel centro storico, la delegazione spagnola ha effettuato un sopralluogo all’ecocentro comunale.

La Cisl sarda si prepara all’assemblea organizzativa nazionale in programma nel prossimo autunno. Per mettere a punto il percorso organizzativo, oggi, a Oristano, si è svolta l’assemblea generale della Funzione pubblica. Il responsabile regionale, Edoardo Bizzarro, ha svolto la relazione, presentando il percorso progettuale e occupandosi della situazione politica regionale, mentre il segretario territoriale di Oristano, Alessandro Perdisci, dopo i saluti di rito ha analizzato alcuni dei problemi locali che sono all’attenzione delle forze politiche e sindacali. Gavino Carta, segretario generale della Cisl sarda ha sostenuto che “… si deve fare un ragionamento sulla prossima assemblea organizzativa nazionale, e fare il punto sugli aspetti organizzativi e politici della Cisl in Sardegna. Bisogna capire se tutto procede bene e fare una riflessione al nostro interno, per registrare meglio la nostra organizzazione e ribadire il rapporto con i lavoratori nei posti di lavoro e nei territori e, soprattutto, intensificare la connessione tra dirigenza e iscritti, per avere un costante filo diretto con la base”. Ai lavori ha preso parte anche il segretario generale della Cisl nazionale Funzione pubblica Maurizio Petriccioli. Tra i temi analizzati dall’assemblea, anche del tragico momento che sta attraversando la sanità isolana. “La situazione in Sardegna e in tutto il resto del Paese è in chiara difficoltà – ha detto Petriccioli -. Il diritto alla salute, purtroppo, corre il rischio di essere realizzato solo in alcune realtà e non in altre, nonostante ci sia una normativa che definisce i livelli di assistenza e di cure che dovrebbero essere uguali da tutte le parti. C’è da sottolineare, fra l’altro, come potrebbero essere importanti per la Sardegna le risorse del Pnrr. Nei territori come i vostri – ha proseguito Petriccioli – occorre prepararsi non solo ad una visione della sanità ospedalocentrica, ma strutturare le case di comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative, portando la sanità sempre più vicino alle persone che rappresentiamo. Ci saranno le risorse per acquistare le macchine e fare la diagnostica, ma abbiamo un grosso problema: manca il personale che dovrebbe lavorare in queste strutture. Già oggi abbiamo gravi deficienze in tante figure professionali e si corre, quindi, il rischio di incappare in una nuova, grave e definitiva sconfitta per la sanità, che spalancherebbe la porta a quelli che pensano a una sempre più diffusa privatizzazione” Petruccioli se è poi chiesto: “Ci saranno le risorse dell’Unione Europea? Certo, ma il Governo non ha voluto giocare la partita del Mes sanitario, dove ci sarebbero stati i soldi per finanziare il personale, cosa che invece con i soldi del Pnrr non si può fare. Anche su queste cose – ha concluso Maurizio Petriccioli – dovrebbe focalizzare la sua attenzione la giunta regionale della Sardegna”.

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